Uno dei principali dev di Bitcoin perde 200 BTC in un hack
Di Davide Grammatica
Luke Dashjr, uno dei principali sviluppatori di Bitcoin, ha affermato di aver perso oltre 200 BTC in un hack, dopo che la sua chiave PGP è stata compromessa
L’hack al developer di Bitcoin
Uno degli sviluppatori principali e “originali” di Bitcoin, Luke Dashjr, ha affermato di aver perso “praticamente” tutti i suoi BTC a causa di un hack avvenuto poco prima del nuovo anno.
In un tweet, lo sviluppatore ha affermato che i presunti hacker hanno in qualche modo ottenuto l’accesso alla sua chiave PGP (Pretty Good Privacy), un metodo di sicurezza comune a due chiavi per custodire l’accesso a delle informazioni.
Ha condiviso l’indirizzo di un portafoglio a cui erano stati inviati alcuni dei BTC rubati, ma non ha rivelato la quantità totale di token rubati. Al momento, comunque, si ipotizza un totale di 216,93 BTC, per un valore di circa 3,6 milioni di dollari.
Dashjr ha affermato di “non avere idea” di come gli hacker abbiano ottenuto l’accesso alla sua chiave, e anzi di aver notato il recente hack solo dopo aver ricevuto e-mail da Coinbase e Kraken sui tentativi di accesso ai propri account.
“Se c’è qualcosa in cui possiamo aiutarti, faccelo sapere”, ha dichiarato il ceo di Binance Changpeng Zhao, intervenuto sulla questione. “Ci occupiamo spesso di questi problemi e abbiamo rapporti con le istituzioni sulla sicurezza in tutto il mondo”.
Altri membri della community, invece, hanno pensato che l’episodio possa semplicemente essere un “boating incident” ovvero un meme che ripropone quella pratica di simulare un “tragico incidente in barca” per evitare di pagare le tasse.
D’altra parte, la notizia ha riacceso il dibattito sull’auto-custodia, tema caldo soprattutto dopo il crollo di FTX. Dopotutto, se è uno degli sviluppatori principali di Bitcoin a perdere tutto, sembra inverosimile pensare che le altre persone custodiscano in sicurezza.
La self-custody, evidentemente, ha i suoi rischi, è questa faccenda ha un po’ ribilanciato una disputa che, col crollo di FTX, aveva portato a pensare come il servizio di custodia fatto da terzi fosse ormai superato.
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