Tether: investono anche SoftBank e Ark. “Missione” $500 mld
Di Davide Grammatica
L’emittente stablecoin Tether cerca $20 mld di capitale: SoftBank e Ark sarebbero già pronte a partecipare al round di finanziamento da record

Tutti sul carro Tether
L’emittente stablecoin più importante al mondo, Tether, sembra essere sulla strada per diventare una delle aziende più importanti al mondo. Uno dei segnali di tutto ciò è sicuramente il piano di raccolta di un capitale da 15 -20 miliardi di dollari, che porterebbe la società a una valutazione da $500 miliardi.
A questo round, secondo alcune indiscrezioni rilanciate da Bloomberg, dovrebbero partecipare già SoftBank Group e Ark Investment Management, in trattative avanzate per guidare l’iniziativa. In cambio, una quota di circa il 3%.
Se confermata, questa sarebbe una delle più grandi operazioni di private equity mai viste nel settore crypto, che porterebbe Tether a competere in termini di valutazione con giganti come Microsoft e Amazon.
Secondo i calcoli di Bloomberg, una valutazione da $500 miliardi implicherebbe una quota di oltre $224 miliardi per il co-fondatore Giancarlo Devasini.
L’ingresso di SoftBank e Ark darebbe inoltre una spinta decisiva alla legittimazione istituzionale di Tether, spesso criticata per questioni di trasparenza normativa. Masayoshi Son (SoftBank) vanta una lunga esperienza in scommesse tecnologiche ad alto rischio, mentre Cathie Wood (Ark) ha già investito nella rivale Circle, oggi valutata circa $74 miliardi.
Stablecoin pietra angolare dell’industria
L’operazione arriverebbe poi in un momento in cui le stablecoin sembrano diventate l’infrastruttura centrale per la DeFi e le transazioni internazionali. Tether domina il settore con oltre 173 miliardi di dollari in token detenuti dagli utenti, di cui più di 82 solo sulla blockchain TRON.
Una valutazione così elevata, tuttavia, solleva alcuni dubbi sulla sostenibilità e sulla gestione del rischio, soprattutto vista la forte esposizione a titoli di stato americani a breve termine.
Dal 2023, l’azienda pubblica audit regolari per rassicurare i mercati, ma la sfida principale resta la compliance normativa. Se l’accordo si concretizzasse, questo rappresenterebbe un momento storico per l’intero comparto.
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