Tra dazi e inflazione, la pressione CRESCE
Di Gabriele Brambilla
Mercati sotto pressione costante tra annunci sui dazi, minacce e lo spettro dell'inflazione dietro l'angolo...

Acque movimentate, oro in ATH
Periodo molto caotico, ricco di eventi che condizionano i mercati: la ricetta perfetta per un giro sulle montagne russe.
Venerdì 7 è stata una giornata delicata, con i mercati americani in rosso e l’oro in rialzo, a segnalare le crescenti preoccupazioni degli investitori. Non a caso, l’aureo metallo continua a guadagnare terreno e registra un nuovo All-Time High, avvicinandosi sempre più al traguardo dei 3.000 dollari all’oncia. Tutti sul bene rifugio per eccellenza insomma.
Bitcoin invece resta nella solita area, almeno in questo momento. L’asset è ancora visto come rischioso nonostante la narrativa “BTC come riserva di valore” sia costantemente in crescita.
Tornando allo stock market, diversi titoli big hanno lasciato per strada discrete percentuali, comunque senza incappare in tracolli come quello di NVIDIA di alcuni giorni fa.
Esploriamo brevemente alcuni dei punti essenziali da tenere monitorati in questi giorni, così da capire per tempo eventuali dinamiche pericolose.
Inflazione e dazi
A oggi, 10 febbraio 2025, i mercati finanziari globali registrano reazioni contrastanti a causa delle crescenti aspettative di inflazione e degli sviluppi geopolitici. Capiamo il perché.
Innanzitutto, crescono le preoccupazioni degli investitori sull’inflazione. Ebbene sì, ancora una volta è proprio lei a occupare il palco.
I dati recenti indicano un aumento significativo delle aspettative di inflazione (qui sotto il grafico, ben tre mesi di fila in salita). Ciò ha causato un calo del sentiment dei consumatori per il secondo mese consecutivo. Questa tendenza ha sollevato diverse preoccupazioni riguardo il potenziale impatto sul potere d’acquisto e sulla redditività delle imprese.
Siamo ancora in territorio di comfort, ci preme evidenziarlo. Tuttavia, dobbiamo tenere in considerazione questa tendenza e mantenere monitorati tutti gli indicatori utili. Fondamentale quindi l’appuntamento di mercoledì 12 con il CPI americano, così da valutare più attentamente l’evoluzione dei prezzi negli Stati Uniti.
Spostiamoci sull’altro tema caldissimo, ossia i dazi doganali.
L’annuncio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di nuove tariffe imminenti, tra cui quella de 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli States, ha introdotto ulteriore incertezza. Sebbene i futures azionari del Paese abbiano mostrato una certa resilienza, con indici come il DJIA e l’S&P 500 che puntano ad aperture in positivo (lo vedremo), le implicazioni più ampie di questi dazi sono attentamente monitorate da investitori e addetti ai lavori.
Il motivo delle preoccupazioni è semplice: l’avvio di una campagna di dazi da parte degli Stati Uniti avrebbe come sicura risposta una contro-campagna da parte degli Stati coinvolti. I mercati non apprezzano le guerre commerciali e gli sviluppi negativi di un simile teatro non tarderebbero a farsi vedere.
Da valutare ovviamente la magnitudo e i vari casi specifici: ad esempio, la tedesca ThyssenKrupp si è detta poco preoccupata dei dazi su acciaio e alluminio, anche in virtù del fatto che la maggior parte della produzione per il mercato USA avviene proprio nei confini a stelle e strisce. Ma non è così per tutte le aziende.
Cosa dicono i mercati?
In Europa, almeno per ora, tutti i principali indici sono in territorio positivo. Certo, le performance non sono estreme (il migliore è l’indice FTSE, con un +0,66%), ma dato l’annuncio sui dazi, unito alle voci di ulteriori in arrivo nel futuro, poteva andare decisamente peggio.
L’Asia mostra invece performance contrastanti. Mentre il Nikkei 225 e il Kospi sono rimasti relativamente piatti, l’Hang Seng di Hong Kong ha registrato guadagni significativi (+1,84%). Bene anche Shanghai, giù Taiwan.
Volendo tirare le somme, l’incertezza è palpabile, non si può negarla. Mentre alcuni segmenti del mercato stock mostrano una resilienza più o meno marcata, gli eventi recenti (compreso il caos generato da DeepSeek) hanno contribuito a raffreddare gli animi e promuovere maggior cautela.
Osserviamo con attenzione questi primi giorni della settimana e non dimentichiamo il CPI di mercoledì. Nel frattempo, prudenza deve essere la parola d’ordine.