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Trump attacca, l'Europa risponde!
Di Gabriele Brambilla
Le sanzioni americane sull'acciaio e l'alluminio europei spingono il Vecchio Continente a rispondere

Trump attacca e mette nel mirino l'Unione Europea
Il titolo la dice tutta: Trump attacca e l’Europa risponde, o meglio, si prepara a farlo.
Da oggi sono in vigore dei dazi del 25% sui prodotti metallurgici (acciaio e alluminio) di provenienza europea. Nello specifico, finiranno bersagliati i prodotti di grado industriale, i semi-lavorati e anche dei prodotti commerciali derivati, come ad esempio le parti di macchinari destinate all’industria.
Quasi in contemporanea sono confermate le misure adottate nei confronti dell’Australia e del Messico.
La mossa del governo americano è motivata da questioni relative alla bilancia commerciale. Nel 2023, l’Unione Europea ha registrato un surplus rispetto agli States di oltre 155 miliardi di euro relativo ai beni; vi è però da dire che la musica era diversa per i servizi, con un surplus americano di 104 miliardi di euro. In ogni caso, l’UE resta in una posizione di vantaggio rispetto gli Stati Uniti; da qui le misure, almeno secondo la tesi ufficiale.
Gli scambi Europa-Stati Uniti sono enormi: parliamo di quasi 1,7 bilioni di euro nel 2023. I dazi cambieranno non poco le carte in tavola e impatteranno pesantemente sulle attività di entrambe le sponde dell’Atlantico.
Secondo Trump, l’Unione Europea si sarebbe finora avvantaggiata degli USA. Riportando le parole pronunciate durante una riunione di fine febbraio, “non accettano le nostre auto e, di fatto, anche i nostri prodotti agricoli. Utilizzano ogni sorta di scuse, mentre noi accettiamo tutto da loro”.
Sottolineiamo che l’Unione Europea ha delle normative più stringenti rispetto a molti prodotti americani per quanto riguarda inquinamento, composizione, ingredienti e via dicendo; è quindi naturale che alcuni prodotti statunitensi non possano finire così come sono sui nostri mercati. Inoltre, le parole del presidente sono sempre da prendere con le dovute cautele: di prodotti americani ne importiamo comunque tantissimi.
L'Europa risponde
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha annunciato che l’Unione Europea risponderà con delle tariffe su circa 26 miliardi di euro di prodotti americani. I dazi in questione saranno introdotti da aprile.
La von der Leyen si è detta dispiaciuta delle misure adottate dagli Stati Uniti, che sono sempre negative per le attività e i consumatori. L’UE non poteva però stare a guardare e doveva ribattere, nonostante i forti legami commerciali (e non solo) che legano USA ed Europa.
L’UE non è la sola impegnata nei preparativi di una guerra commerciale con gli storici alleati: il Canada è infatti già in piena azione da diverse settimane con una mobilitazione su scala nazionale senza precedenti. I canadesi stanno boicottando i prodotti americani e rispondendo con decisione a suon di dazi.
Diverso invece l’approccio dell’Australia, anch’essa vittima di dazi su acciaio e alluminio. Il premier Anthony Albanese ha etichettato l’iniziativa americana come “ingiustificata”, precisando però che non ci saranno ritorsioni altrettanto ingiustificate.
Stiamo a guardare quello che accadrà. Di sicuro all’orizzonte ci sono difficoltà e una possibile recessione, salvo che le cose possano cambiare e tornare in un contesto di scambi più fluidi possibili, senza tariffe che penalizzano il commercio e i consumatori. Perché alla fine, chi ne paga le conseguenze sono i cittadini e le imprese.