Trump Jr. e le voci su World Liberty Financial
Di Gabriele Brambilla
Direttamente dal Token2049 di Singapore, Donald Trump Jr. ha provato a mettere a tacere le voci sui conflitti d'interessi tra il padre e il progetto crypto

Trump Jr. parla di World Liberty Financial
Le ipotesi sui conflitti d’interesse del presidente degli USA con World Liberty Financial si susseguono, tant’è che Donald Trump Jr. ha deciso di prendere la parola.
È successo il 1 ottobre in occasione del Token2049, evento blockchain e crypto di portata mondiale avvenuto a Singapore. Assieme al CEO di World Liberty Financial, Zach Wilkoff, il figlio del presidente ha provato una volta per tutte a mettere fine a queste teorie. Vediamo rapidamente che cosa ha detto e approfondiamo dando uno sguardo ai piani per il futuro di questo progetto.
Indice
Conflitti d'interessi? Per Trump Jr. è "no"
Durante la conferenza tenutasi al Token2049, Trump Jr. ha voluto ribadire un’altra volta che non ci sono connessioni tra World Liberty Financial e la politica. I critici affermano infatti che le connessioni della società arrivano direttamente all’attuale amministrazione, che a sua volta sta premiando il comparto crypto e dando vita a svariati accordi.
Il legame tra World Liberty Financial e il presidente USA è innegabile. Tuttavia, suo figlio Donald Jr. non accetta speculazioni. Sempre da Singapore, egli ha affermato che è assurdo pensare che suo padre stia a guardare chi compra cosa su blockchain, sfruttando il tutto per chiedere dei favori. Stesso discorso vale per Steve Witkoff, padre del CEO della società e inviato speciale in Medio Oriente per la Casa Bianca.
Entrambi i figli illustri hanno cercato di abbassare i toni riguardo le connessioni politiche di World Liberty Financial, definendola al 100% un’organizzazione non politica.
In ogni caso, la famiglia Trump è decisamente coinvolta nel progetto e ne riceve una parte consistente dei guadagni. In aggiunta, i Trump detengono anche dei token WLFI. Tuttavia, né il presidente USA né la famiglia o i membri della Trump Organization ricoprono cariche dirigenziali in World Liberty Financial, così come non ne sono dipendenti.
C’è da dire che, a prescindere da queste affermazioni, il legame economico è netto ed è naturale interrogarsi sui meccanismi che lo regolano. A porsi domande non sono solo i democratici, ma anche altre figure politiche (e non), così come giornalisti, investitori e persone comuni.
I piani di World Liberty Financial
Il progetto continua a crescere e arrivano anche delle indiscrezioni ufficiali. Dal palco del Token2049, il CEO Zach Wilkoff ha annunciato che presto sarà resa disponibile anche una carta di debito pensata per spendere i propri asset crypto. Le tempistiche, che si riferiscono presumibilmente solo per gli Stati Uniti, si collocano tra il Q4 2025 e il Q1 2026.
In aggiunta, come abbiamo raccontato in questa notizia, World Liberty Financial sta puntando anche su RWA e tokenizzazione. Nello specifico, le commodities sarebbero il punto di partenza: dal cotone all’acciaio, dal legname al petrolio.
Tutto ciò in un contesto di estrema crescita per il progetto, che con la sola stablecoin USD1 ha saputo collocarsi bene in un mercato altamente competitivo, coperta da treasury americani. L’impero crypto della famiglia Trump continua quindi a crescere…
Leggi di più: cosa sono le stablecoin?
Trump e le criptovalute
Il rapporto di Donald Trump con le criptovalute non è sempre stato così. In passato, anche nel corso del primo mandato, il presidente aveva definito Bitcoin uno scam, schernendo investitori e addetti ai lavori del nostro settore.
Progressivamente, il Tycoon si è addolcito, arrivando a cambiare completamente sponda e definendosi il crypto-president. Effettivamente, in questo secondo mandato Trump sta portando avanti delle politiche pro-criptovalute, inserendo anche personaggi aperti all’industria in alcuni ruoli chiave dell’amministrazione.
Gli Stati Uniti erano diventati un contesto piuttosto ostile nei confronti di coin e token, ma l’aria è nettamente cambiata. Bisogna però prestare attenzione, perché gli scopi personali potrebbero ledere all’industria con il passare del tempo.
A testimonianza di ciò c’è la special relationship tra Trump e le memecoin. A gennaio, l’uscita del token $TRUMP generò volumi da urlo sulla blockchain Solana, spingendo la coin al suo record storico. Contestualmente arrivò anche la meme coin della First Lady, $MELANIA; ottenne un buon successo, ma neppure si avvicino a quello del token del presidente.
Insomma, gli occhi per vedere li abbiamo, così come le orecchie per sentire. A prescindere da quello che possono raccontarci, la famiglia Trump è immersa nel settore crypto. Di positivo c’è che questo approccio rende il mercato più legittimato; di negativo, come dicevamo, gli scopi personali possono gettare non poche ombre.