Ue: è scontro con Coinbase e i CEX
Di Davide Grammatica
Il parlamento dell’Ue voterà su un emendamento della legge antiriciclaggio. Che potrebbe limitare le operazioni tra exchange come Coinbase e portafogli “unhosted”
Il nuovo emendamento
Il Parlamento europeo tornerà a votare su un emendamento alla legislazione sull’antiriciclaggio, che mira a regolare i trasferimenti di fondi e, in particolare, il modo in cui vengono gestite le transazioni crypto in Ue.
I legoslatori, in questo senso, hanno proposto che per ogni trasferimento di criptovaluta da un wallet “unhosted” (o non-custodial) corrispondente o superiore a 1.000 euro vi sia una segnalazione alle autorità competenti.
La revisione della legislazione antiriciclaggio (AML), su cui il Parlamento europeo dovrebbe votare giovedì, costringerebbe quindi gli exchange a condividere i dati delle transazioni dei propri clienti, o almeno gran parte di essi.
I wallet “unhosted”, che in sostanza consistono in tutti quei portafogli digitali sulla falsa riga di Metamask, sono conseguentemente entrati nel mirino dei regolatori, che stanno cercando un modo per inquadrarli all’interno della legislazione. In virtù del fatto che non rientrano tra le competenze della Financial Action Task Force (GAFI) e nella definizione di fornitore di servizi di asset virtuali (VASP).
Gli istituti finanziari dell’Ue, invece, dovrebbero essere obbligati ad accompagnare tutti i trasferimenti di fondi con informazioni su mittenti e destinatari, anche quando questo non rientra tra i VASP.
“Nei casi di trasferimento di criptovalute effettuato da un indirizzo contabile non collegato a un fornitore di servizi di criptovalute, noto come ‘unhosted wallet’, il fornitore di servizi di crypto del beneficiario dovrebbe ottenere informazioni da quest’ultimo sia sul mittente, sia sul destinatario del trasferimento”, si legge nell’emendamento (124, sez. a).
La posizione di Coinbase
Le attività del Parlamento europeo non sono passate però inosservate da parte dei vari exchange centralizzati. Coinbase, uno dei principali CEX al mondo, è intervenuto sulla questione tramite Paul Grewal, chief legal officer dell’exchange americano, che ha giudicato pretestuose le ragioni che hanno veicolato le scelte dei regolatori, i quali considerano ancora oggi le criptovalute come semplice veicolo di attività criminali.
“Tra le peggiori disposizioni proposte ci sono i nuovi obblighi imposti agli exchange di raccogliere, verificare e segnalare informazioni sui clienti che utilizzano portafogli self-hosted, che implicherebbe anche di verificare l’accuratezza dei dati prima di consentire ogni tipo di trasferimento”, ha dichiarato Grewal, in un comunicato ufficiale in cui si può compilare un form per richiedere ai parlamentari europei di fermare la procedura. “Se adottata, questa revisione libererebbe un intero regime di sorveglianza su exchange come Coinbase, soffocherebbe l’innovazione e minerebbe i portafogli self-hosted, che le persone utilizzano per proteggere in modo sicuro le proprie risorse digitali”.
Dall’altra parte, i rappresentanti politici della legislazione affermano invece come le misure siano progettate per “garantire che le criptovalute provenienti da fonti potenzialmente pericolose non entrino nel sistema finanziario tutelato dalla legge”.
In ogni caso, le misure proposte dall’Ue potrebbero limitare o addirittura imporre una qualche sorta di divieto all’uso dei wallet. Come si è detto, per ogni trasferimento di criptovalute da un wallet “unhosted” superiore a 1.000 euro, le aziende sarebbero obbligate a informare le autorità AML (antiriciclaggio) competenti, senza alcun distinguo (o quanto meno sospetto di illecito). In sostenza, a prescindere dal punto di vista da cui si guarda, una limitazione dei diritti alla privacy. Che, tra l’altro, potrebbe avere come effetto collaterale quello di scoraggiare i CEX ad effettuare operazioni con wallet unhosted.