L’Ue introduce l’“etichetta energetica” per classificare blockchain
Di Davide Grammatica
L’Ue ha lanciato delle nuove “etichette” per classificare l’efficienza energetica delle blockchain, per controllare il consumo energetico del settore ICT, e di quello crypto in particolare
L’occhio dell’Ue sulle crypto
L’Unione europea ha lanciato un’iniziativa che riguarda l’emissione di un nuovo sistema di “etichettatura” per classificare l’efficienza energetica delle blockchain. Questo, per controllare il consumo energetico del settore ICT, e di quello crypto in particolare. E per rendere il sistema più efficiente e pronto per una quota crescente di fonti di energia rinnovabile.
La mossa potrebbe quindi dimostrarsi vantaggiosa per blockchain più “eco-friendly” come Ethereum o Solana, con un meccanismo di consenso Proof-of-Stake (PoS), e più problematica per Bitcoin e il suo Proof of Work (PoW).
All’interno del piano è poi compreso uno schema di etichettatura ambientale per i data center, un’etichetta “energetica” per i computer, e misure per chiarire quanta energia utilizzino i servizi di telecomunicazioni.
“Abbiamo bisogno di soluzioni digitali più innovative e di una rete molto più intelligente e interattiva di quanto non lo sia oggi”, ha dichiarato Kadri Simson, commissario per l’energia della Commissione europea.
E se il sostegno finanziario per la ricerca sulle tecnologie digitali nel settore energetico è garantito attraverso vari programmi guidati dal settore pubblico, questo non è detto (specificamente) sarà dedicato anche al settore crypto.
L’approccio dell’Unione Europea nei confronti dell’industria, del resto, è sempre stato permissivo, ma mai nemmeno compiacente.
E ne sono una prova i tentativi del marzo 2022 con cui la commissione per l’economia e gli affari monetari del Parlamento europeo ha quasi permesso il divieto del mining Proof-of-Work, all’interno del disegno di legge Markets in Crypto Assets (MiCA), prima che fosse votato.
In questo, al suo posto, è invece presente un vincolo che costringerà alcuni player del mercato a divulgare informazioni sulla loro impronta ambientale e climatica.
Altri regolatori, stessi approcci
Le autorità di regolamentazione dell’UE non sono le sole a prestare attenzione al mining crypto, tanto che il tema ha il suo peso anche nel resto del mondo.
In Usa, per esempio, la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren ha sottolineato le preoccupazioni relative al mining di Bitcoin in Texas, ovvero l’impatto che queste operazioni potrebbero avere su cambiamento climatico e sulla stabilità della rete energetica.