Uniswap: cresce la polemica per l’implementazione della BNB Chain
Di Davide Grammatica
Uniswap è finita al centro di una polemica intorno all’implementazione della BNB Chain, e al rischio che il voto della governance possa essere compromesso
Lo sviluppo di Uniswap su BNB Chain
La piattaforma DeFi Uniswap è finita al centro delle polemiche per la controversa proposta di implementare il protocollo sulla BNB chain. E più nello specifico, per il ruolo giocato da una whale nel processo di governance del progetto.
Questa non è che Andreessen Horowitz, o a16z, fondo VC che ha stanziato tutti i suoi token UNI (circa 15 milioni) per votare contro l’attuale proposta.
E UNI, per contestualizzare, consiste nel token nativo di Uniswap, nonché token di governance che consente agli utenti di votare proposte chiave per lo sviluppo del protocollo.
a16z è stata quindi accusata di essere una forza “centralizzata” ingombrante nel mondo della finanza decentralizzata, nonostante abbia in più modi provato a diversificare la sua influenza nella governance dei protocolli DeFi, per esempio delegando il proprio potere di voto a realtà subalterne, come startup o università.
La polemica, in questo senso, non si è sviluppata tanto nel merito del dispiegamento sulla BNB Chain, quanto sui mezzi utilizzati per questo tipo di operazione.
Ancora più nello specifico, la questione ruoterebbe intorno alla proposta di utilizzare il bridge Wormhole, cosa osteggiata da a16z, che invece spingerebbe per LayerZero, a sua volta supportato dal VC. Wormhole, d’altra parte, è invece supportato da Jump Crypto. Il tutto, per poter spostare criptovalute non native da una blockchain all’altra.
Uniswap e il problema della governance
Fatto sta che il voto di a16z ha acceso un feroce dibattito su Twitter, tanto che anche Changpeng Zhao, ceo di Binance, ha chiesto ai suoi follower: “”Uniswap controllato da a16z?”.
E se da un lato alcuni già condannano Uniswap a uno status di dipendenza diretta da a16z, altri hanno preso una posizione molto diversa, facendo ricadere la vicenda nel corretto svolgimento del libero mercato.
Inoltre, tutta la faccenda non è vicina a concludersi, ed è difficile prevedere come possa andare a finire. Il voto dovrebbe concludersi il 10 febbraio, e sebbene 15 milioni di UNI siano una somma considerevole, rappresentano “solo” il 2% dell’attuale offerta circolante del token. Pertanto, l’estensione del controllo di a16z su Uniswap potrebbe essere stata sopravvalutata.
Nelle ultime 24 ore, i voti di una serie di altre whale, come Compound Labs, GFX Labs e Blockchain at Michigan hanno infatti controbilanciato a16z.
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