In viaggio dentro Uniswap v4
Di Matteo Bertonazzi
La macroeconomia sembra muovere il destino delle crypto, ma dietro le quinte il mondo DeFi non si è certo fermato: sentito parlare di Uniswap v4?
Uniswap è già arrivato alla sua v4
In questi mesi abbiamo spesso parlato di macroeconomia, in quanto gli eventi e gli sviluppi principali avvenivano al livello più ampio del sistema economico e finanziario. Tuttavia, i più appassionati si saranno resi conto che anche sul fronte tecnologico sono stati mesi tutt’altro che piatti.
Oggi siamo quindi qui per riportarvi uno degli aggiornamenti da tenere maggiormente sott’occhio per quanto riguarda gli scambi di token in DeFi.
Parliamo di Uniswap, che ha annunciato di star lavorando alla sua versione 4.0.
“Ma come, la v4?”, direte voi, “stiamo ancora cercando di capire la v3, e questi escono già con il prossimo aggiornamento?”. Esatto. Quando si dice che nel mondo crypto ere geologiche coincidono in giri di massimo sei mesi, questa è la prova.
Ma cerchiamo di fare ordine, per chi magari leggesse per la prima volta di queste versioni di Uniswap e volesse capirci qualcosa.
Questo approfondimento è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 16 giugno 2023. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!
La storia di Uniswap
Uniswap è il principale exchange decentralizzato sulle chain EVM. È stato lanciato nel 2018 su Ethereum, e permetteva nella sua prima versione di eseguire scambi tra token ERC-20 ed ETH. Vide l’inizio della sua ascesa nel maggio 2020, quando venne lanciata la v2, con la possibilità di eseguire scambi tra un ERC-20 e un altro, e contestualmente il suo token nativo UNI, tramite uno degli airdrop più famosi e redditizi osservati finora.
La “formula di scambio” è diventata più che famosa, tanto da essere copiata da numerosissimi altri DEX. È la “constant product automated market maker” (CPAMM), ossia il processo tramite il quale il rapporto di due token all’interno di una pool deve mantenere una costante, con però la liquidità utilizzata in maniera poco efficiente (distribuita su tutti i possibili range di prezzo) e soggetta a manipolazioni (tramite oracoli e sbilanciamenti). Per questo motivo, nel 2021 viene lanciata la terza versione, che prevede il superamento del CPAMM e l’introduzione della liquidità concentrata.
La peculiarità della v3 è l’incredibile innalzamento dell’efficienza del capitale, in quanto viene concentrato in dei range di prezzo definiti e tipicamente distribuiti intorno al prezzo corrente, aumentando la liquidità nei range di prezzo necessari e incentivando i Liquidity Providers con fees più elevate.
Viene inoltre introdotta la possibilità di avere diversi tier di fees, passando dal modello 0,3% fisso alla possibilità di scegliere tra 0,01%, 0,05%, 0,3%, 1%, in funzione della maggior liquidità. Tipicamente, per le coppie “esotiche” si usa l’1% o il 0,3%, mentre per le coppie più “liquide” abbiamo 0,05%. Per le coppie stabili, infine, lo 0,01%.
Ma veniamo alle novità, che (attenzione) non saranno operative nel breve periodo, ma nel corso dei prossimi mesi, e verranno introdotte solo una volta che avranno passato la fase di sviluppo opensource e quella di auditing.
Hooks
Parliamo quindi dell’aggiornamento di “Capitan Uncino”. Ma prima, comprendiamo il ciclo di vita di ogni pool di Uniswap. Questi sono composti da diverse fasi, e in queste possono accadere diversi eventi. Il pool viene creato con un tier di fees associato, così che diventi operativo. Quindi la liquidità può essere aggiunta, rimossa o riaggiustata, e in tutto ciò avvengono gli “swap”.
Gli Hooks, introdotti nella prossima versione, vogliono portare ulteriore personalizzazione all’interno di questi processi, dando la possibilità ai pool developer di introdurre delle righe di codice che eseguano determinati comandi in momenti specifici, per esempio prima/dopo uno swap o prima/dopo che un LP è stato creato.
Quali sono queste funzionalità che possono essere aggiunte? Le principali finora valutate e proposte nelle documentazioni ufficiali del progetto sono:
- Supportare tier di fees in maniera dinamica per le pool, per cui nel momento in cui avvengono determinate condizioni ci si possa spostare da un tier di fees 0,05% ad un tier 0,3%
- Integrare ordini “limit” on-chain
- Proporre “time weighted average market maker” (TWAMM), ovvero un ordine che viene eseguito in diverse fasi ad intervalli regolari, intercettando il prezzo medio dell’asset in quel periodo.
- Introdurre la possibilità di depositare in lending la liquidità rimasta fuori dal range, e quindi non più produttiva
- Internalizzare i proventi generati dal MEV e ridistribuirli ai liquidity providers
Singleton
Nelle versioni precedenti di Uniswap, ogni pool è rappresentato da un contratto a sé stante e isolato, il quale per processare operazioni complesse che coinvolgono più pool ha bisogno di interpellarne ognuna, fronteggiando costi e complessità.
Nella v4 viene proposto invece il concetto di “Singleton”, ossia un unico contratto in grado di gestire tutte le pool, così da non dover trasferire token tra pool non comunicanti e migliorando notevolmente sia l’esperienza utente, sia i costi collegati all’operatività.
Esempio: facciamo finta che in Uniswap ci siano tre pool, che rinominiamo A (ethusdc), B (ethbtc) e C (btcusdt). Consideriamo quindi che si voglia fare una transazione che richieda ai token del pool A di essere scambiati con i token del pool C, passando per il pool B (voglio vendere ethusdt). Nella versione precedente avrei dovuto fare tutti e tre i passaggi interpellando tutte e tre le pool, pagando i relativi smart contract e le transazioni (prelevare eth da A, venderli per btc in pool B, depositare e vendere in pool C). Una volta introdotto il Singleton, quest’ultimo si occuperà di gestire tutte e tre le pool, e tramite un nuovo sistema di contabilità immediata (flash accounting), si potrà eseguire lo scambio complesso semplicemente tramite l’interazione con il Singleton.
Insomma, tramite l’aggiornamento Hook vedremo nascere numerose sfumature di pool con caratteristiche differenti e personalizzate, mentre tramite il Singleton l’interazione tra queste sarà molto più efficiente ed economica.
Conclusioni
La v4 verrà rilasciata sotto Business Source License 1.1, che durerà per 4 anni limitando l’utilizzo di queste innovazioni solo a quelle entità che verranno approvate tramite governance.
Questo vantaggio competitivo è stato il modello di lancio di Uniswap dopo la v2, copiata e utilizzata impropriamente per tutta la bullrun del 2021. Per questo motivo, nelle ultime versioni Uni ha deciso saggiamente di darsi un vantaggio di esclusività.
È proprio grazie a questa sua capacità di essere innovatore e apripista che Uniswap, ad oggi, detiene il 56% circa della dominance in termini di volumi rispetto ai suoi competitor, e questo trend continuerà ad aumentare verosimilmente grazie a queste innovazioni, che portano un incredibile livello di personalizzazione oltre a una riduzione dei costi associati anche per operazioni più particolari.
Importante poi sottolineare come la battaglia tra centralizzazione e decentralizzazione, soprattutto in ambito di volumi di scambio, sia appena iniziata. Abbiamo avuto le prime avvisaglie con l’implosione di FTX, e lo stesso CZ ci comunica la sua visione per un futuro sempre più DEX-oriented.
Quindi, l’introduzione da parte di Uniswap di strumenti come il TWAP e i limit order on-chain attrarrà nel mondo DeFi anche trader esigenti che normalmente avrebbero dovuto affidarsi a soluzioni centralizzate, in grado di offrire gradi di sicurezza ed efficienza maggiori. Ad oggi, questo netto distacco sembra sempre di più assottigliarsi.
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