Usa: Warren critica nuove assunzioni di società crypto
Di Davide Grammatica
La senatrice Elizabeth Warren se la prende di nuovo con le crypto, a questo giro criticando le nuove assunzioni “governative” di realtà come Coinbase
La Warren di nuovo contro le aziende crypto
Elizabeth Warren, senatrice democratica Usa, è tornata ad accusare il settore crypto di agire contro i tentativi del governo di combattere reati quali riciclaggio, finanziamento al terrorismo ed evasione delle sanzioni a paesi stranieri.
L’aspetto analizzato dalla Warren a questo giro, tuttavia, mette in luce un nuovo elemento, ovvero il fatto che le società crypto stiano poco a poco assumendo sempre più personalità legate alle istituzioni Usa, per “ripulire” l’immagine del settore e limitare l’azione del Congresso.
“Questa ‘porta girevole’ all’interno dei gruppi industriali crypto, che vede coinvolte personalità della difesa, delle forse dell’ordine e del Congresso stesso, rivela come le società crypto stiano spendendo milioni per darsi una patina di legittimità”, si legge, per esempio, in una lettera della Warren inviata alla società Coin Center. Il tutto, “mentre mentre combatte con le unghie e con i denti le regole del buon senso progettate per limitare l’uso delle criptovalute in funzione del finanziamento al terrorismo”.
Un problema di poltrone
La polemica intorno al finanziamento al terrorismo si è ravviata soprattutto a seguito dello scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, ma in ogni report che ha provato a dare una misura del coinvolgimento delle crypto, come quello Wall Street Journal, le cifre sono sempre state spesso travisate. Al contrario, diversi cex hanno fin da subito collaborato con le autorità di security per risolvere il problema.
Addirittura, la Warren sembra aver chiesto informazioni sensibili su quanti ex militari o membri del Congresso lavorino attualmente presso società come Coinbase, per conoscerne il ruolo e le responsabilità, chiedendo allo stesso tempo se queste abbiano o meno un codice etico “per limitare le attività degli ex dipendenti governativi”.
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