Per Vitalik Buterin la regolamentazione crypto va “ritardata”
Di Davide Grammatica
Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, si è inserito nel dibattito sulla regolamentazione delle crypto, suggerendo che il settore (per ora) “non dovrebbe perseguire un capitale istituzionale”
Vitalik e le regolamentazioni
Il fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, si è inserito nel dibattito sulla regolamentazione delle crypto, alimentato in questi giorni anche dal ceo dell’exchange FTX, Sam Bankman-Fried. E ha, in sostanza, suggerito come il settore (per ora) “non dovrebbe perseguire un capitale istituzionale”, o almeno non farlo come priorità.
Il settore avrebbe ancora bisogno di essere “libero di agire”, poiché solo la libertà può tutelare la salute dell’industria nel suo sviluppo.
Paradossalmente, sarebbe molto più funzionale, secondo Buterin, una regolamentazione che lascia lo spazio crypto libero di agire nel suo sviluppo, “internamente”, sacrificando magari le possibilità che i progetti avrebbero di raggiungere uno status più mainstream.
Un’opinione che si scontra, per certi versi, con quella di Sam Bankman-Fried, che invece ha invocato dei compromessi perché l’industria venga regolamentata a livello di protocollo, facilitando la velocità di adozione da parte delle masse.
Come potrebbero essere, per esempio, regolamentazioni per protocolli DeFi a livello del front-end, che richiedano KYC per scoraggiare le azioni degli hacker. Da questo punto di vista, però, è proprio Vitalik a sottolineare come gli hacker non agiscano se non per interagire direttamente con gli smart contract, rendendo l’influenza delle regolamentazioni sostanzialmente inutili a livello di salvaguardia degli utenti.
Le proposte di Buterin
Dal punto di vista del fondatore di Ethereum, invece, dei miglioramenti che potrebbero riguardare il settore possono essere imporre limiti alla leva finanziaria, trasparenza maggiore tramite audit, e l’utilizzo vincolato di test basati sulla conoscenza.
E in secondo luogo che le nuove regolamentazioni siano compatibili con la possibilità che queste regole siano applicabili senza la supervisione umana, ovvero tramite ZKP (zero-knowledge-proof).
“Le ZKP offrono molte nuove opportunità per soddisfare gli obiettivi della politica di registrazione e preservare la privacy allo stesso tempo, e dovremmo trarne vantaggio”, ha dichiarato Vitalik, nel suo approfondimento su Twitter.