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World coin: la crypto di Sam Altman

Di Gabriele Brambilla

Discussa e fonte di preoccupazioni diffuse, World coin è la criptovaluta nata dalla mente di Sam Altman, CEO di OpenAI

World coin: la crypto di Sam Altman

Introduzione a Worldcoin

World coin è una criptovaluta che sta facendo parlare parecchio di sé per una particolare motivazione: l’identificazione degli utenti mediante la scansione della retina, motivo di preoccupazioni diffuse.

In questo approfondimento scopriremo i punti fondamentali di Worldcoin: cos’è, come funziona e le relative tokenomics. Ma parleremo più nel dettaglio anche del punto critico accennato poco fa.

Il nostro approccio sarà neutrale, anche se potrebbero non mancare delle osservazioni personali. Promettiamo di limitarle il più possibile e di basarle sui dati oggettivi a nostra disposizione.

Che cos'è World coin e come funziona

Worldcoin è un’idea nata dalla mente di Sam Altman, CEO di OpenAI e founder di ChatGPT, il celebre servizio di intelligenza artificiale esploso nell’ultimo anno. Già questo basterebbe a puntare i riflettori su un suo progetto, dato il peso della figura in questione.

L’obiettivo di World coin è risolvere un problema non da poco che affligge il web, ma anche la blockchain: l’identità digitale. Al momento, internet pullula di bot, chat bot, false identità e via dicendo. Se ci pensiamo, è davvero difficile stabilire con certezza chi ci sia dietro un profilo social, un messaggio o una mail.

Altman vuole risolvere la questione creando un sistema globale di identità digitale on-chain, sfruttando l’infrastruttura Ethereum. L’identità prende il nome di World ID e potrebbe eliminare alla radice il problema appena menzionato.

Tuttavia, l’idea ha delle criticità non da poco, tra cui il metodo con cui l’identità dell’essere umano viene garantita.

Che cos'è World coin e come funziona

La scansione della retina di Worldcoin

Tutto parte dal dispositivo ORB, una sfera dotata di fotocamere e progettata per scansionare la retina. Per farlo ci si reca fisicamente nei centri attrezzati, non ancora presenti in Italia. Per svolgere la procedura si deve impiegare la World App, che di fatto è il wallet del progetto.

Dopo la scansione,  si riceve l’identità digitale direttamente sull’applicazione. La World ID è una copia di chiavi che viene associata all’hash dei dati biometrici (quindi retinici) del soggetto. La retina è unica per ciascun individuo e quindi viene a crearsi la proof of personhood desiderata: a un determinato wallet si associa una persona fisica, eliminando il problema di bot e falsificazioni.

Da precisare che non c’è alcuna raccolta di dati personali né KYC da parte di Worldcoin: niente nome, indirizzo, codice fiscale e via dicendo, solo la scansione della retina.

In ogni caso, il progetto è finito sotto la lente di ingrandimento di diversi organismi statali e garanti della privacy; torneremo sulle criticità in seguito.

Finora, la distribuzione delle scansioni per continente vede dominare Asia e Africa, seguite da America Latina ed Europa.

La scansione della retina di Worldcoin

World coin tokenomics

Il token del progetto si chiama WLD, di tipo ERC-20 e pubblicato su Ethereum e il layer-2 Optimism.

La supply massima iniziale è di 10 miliardi di unità, di cui solo 143 milioni sono disponibili al lancio. L’emissione sarà spalmata su 15 anni e comporterà un’inflazione variabile.

Inflazione token WLD

Quanto alla distribuzione, ecco le cifre ufficiali:

  • 75% community;
  • 13,5% investitori;
  • 9,8% team di sviluppo;
  • 1,7% riserva.

WLD allocazione

Per ora, l’unico reale caso d’uso di WLD è la governance. I token sono stati distribuiti equamente a tutti gli individui che si sono sottoposti alla scansione della retina. L’idea è di rilasciare nel tempo delle proposal per nuovi casi d’uso su cui si esprimeranno i possessori dei token, secondo il principio di equità.

L’obiettivo di rendere tutti uguali è lodevole ma difficile da realizzare. Possiamo infatti aspettarci che alcune persone scaricheranno i token a chi è intenzionato ad accumularli. Comunque, staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro.

Tra gli altri casi d’uso possiamo menzionare:

  • Alternativa ai captcha;
  • Protezione dai bot e tutela dei propri account (anche social);
  • Sistemi di votazione.

Nel tempo ne arriveranno sicuramente altri, il progetto è ancora agli inizi. Per avere maggiori dettagli, ecco la documentazione ufficiale di Worldcoin, da cui abbiamo preso in prestito i grafici di questa sezione.

Di seguito il grafico di TradingView WLD/USDT.


World App: il wallet

La World App è l’applicazione indispensabile per interagire con il progetto. Si presenta di fatto come un wallet Ethereum, compatibile anche con i vari layer-2.

L’identità digitale ci permette di firmare le transazioni; possiamo immaginarla come una sorta di “SPID” on-chain, anche se il paragone è un po’ improprio perché non vi è alcun nostro dato personale.

Tra i casi d’uso possiamo immaginare un airdrop; utilizzando la World ID si eviterebbero le manovre di quelle persone che creano svariati wallet per prendere più token possibili, garantendo quindi un’equa distribuzione.

È innegabile che ci sia un’utilità dietro quest’idea, ma le criticità non mancano. Analizziamole meglio.

Rischi e conclusioni

Sulla carta, Worldcoin ha dei punti positivi. Se pensiamo alla KYC, esponiamo tutti i nostri dati personali e li mettiamo alla mercé di eventuali attacchi informatici. Qui invece è tutto apparentemente più sicuro, ma non mancano rischi e punti oscuri.

Partiamo dalla privacy. La retina viene scansionata e crittografata, diventando un hash da 256 bit. Quindi, in linea teorica, non è possibile accedere alla scansione vera e propria.

Però, se qualcuno riuscisse in seguito a scansionare il nostro occhio, potrebbe incrociare i dati con il database di World coin e scoprire se possediamo una World ID. Insomma, non il massimo.

Anche l’accessibilità è un problema non da poco. Per creare la propria identità digitale bisogna recarsi fisicamente nei luoghi dove ci sono degli ORB. Per quanto la distribuzione potrà essere più capillare, è improbabile che tutto il mondo sarà servito.

Altro punto critico è la centralizzazione. L’hardware ORB è difficilmente verificabile da esterni; potrebbero esserci quindi dei bug, o peggio delle backdoor, che intaccherebbero la sicurezza dei nostri dati biometrici durante la scansione. Oppure, per quanto ne sappiamo potrebbe essere il progetto stesso a sottrarre dei dati.

Lato sicurezza, massima attenzione agli smartphone degli utenti. Se un malintenzionato riuscisse a impadronirsi del dispositivo e accedere alla World App, ecco che potrebbe tranquillamente muoversi e operare a nostro nome.

Anche il tema estorsione non è da poco: uno scenario in cui qualcuno potrebbe obbligare una persona a creare una World ID, per poi utilizzarla a scopi illeciti, non è remoto.

Nel frattempo, le istituzioni stanno già muovendosi. Ad esempio nel Regno Unito, dove il duo privacy-Worldcoin è sotto la lente d’ingrandimento per le giuste preoccupazioni che sono state sollevate.

La questione è davvero delicata e assume anche delle tinte distopiche. Per adesso, rimaniamo alla finestra e osserviamo quanto sta accadendo.


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