Al World Economic Forum va in scena la “resistenza” delle crypto
Di Davide Grammatica
Davos, in occasione del World Economic Forum 2023, ha visto molte meno realtà crypto in meno rispetto al passato, le le società che hanno resistito potrebbero essere “veri affari”
Il peso del mondo crypto a Davos 2023
Anno dopo anno, la presenza di partecipanti legati al mondo crypto al World Economic Forum è cresciuta vertiginosamente. Questo fino a quest’anno, in cui l’industria ha sofferto pesantemente di un mercato a continuo ribasso nel 2022, oltre a una serie di progetti falliti e problemi di liquidità che hanno trovato il loro apice nella vicenda FTX.
Questo è stato constatato anche guardando la “Promenade”, la strada principale di Davos dove le aziende rilevano negozi e caffè per la settimana e dove, a differenza dello scorso anno, non si vedono insegne legate a società crypto.
D’altra parte, ciò che resta sono le uniche aziende sopravvissute al mercato ribassista, le quali puntano ancora a espandere le loro attività.
“È molto chiaro che il periodo di speculazione sta volgendo al termine, e ogni azienda si vede in primo piano è davvero focalizzata su casi d’uso nel mondo reale”, ha dichiarato, in questo senso, Teana Baker-Taylor, vicepresidente della politica e della strategia normativa presso Circle (società dietro la stablecoin USDC).
Una delle aziende in questione è Casper Labs, che gestisce uno spazio sulla Promenade chiamato Blockchain Lab. E Cliff Sarkin, capo delle relazioni strategiche, ha affermato di essere “cautamente ottimista” sul fatto che il mercato delle criptovalute abbia toccato il fondo, per un futuro più luminoso.
“Penso che lo shock del mercato ribassista si sia stabilizzato e, per quelli di noi che sono stati nello spazio crypto per anni, sentiamo che questo è il momento di costruire“, ha dichiarato Sarkin.
L’impressione, quindi, a quanto sembra dai commenti dei protagonisti, è che le società ripresentatesi a Davos siano “progetti di reale valore”, se non altro rispetto a quelli del passato.
Il caso della Bitcoin-mobile
Il minor numero di società crypto è stato accolto con favore da alcuni esponenti della finanza tradizionale, come Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management, ma nonostante la cattiva pubblicità, la community crypto non ha accantonato il proprio talento di farsi notare.
In queste giornate, infatti, ad attirare i riflettori è stata una Mercedes-Benz arancione brillante, con il logo Bitcoin al posto di quello ufficiale, e sulla targa la scritta “in crypto we trust”.
Il responsabile è l’exchange ucraino Kuna, che dopo l’inizio della guerra russo-ucraina ha istituito il “reserve fund of Ukraine”, dove gli utenti hanno potuto fare donazioni con le loro criptovalute.
A prescindere dalle condizioni del mercato, quindi, le crypto sembrano continuare il loro percorso di adozione. Ma non solo, visto il ruolo che possono assumere in ambito sociale e politico.
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