I wallet di Alameda Research si svuotano dei token rimasti
Di Davide Grammatica
Pochi giorni dopo il pagamento della cauzione da parte di SBF, i wallet collegati ad Alameda Research hanno venduto diversi token in cambio di bitcoin
I movimenti sospetti
Nelle ultime ore è stata registrata l’attività dei wallet Ethereum associati alla società fallita Alameda Research, che avrebbero scambiato diversi token in loro possesso in cambio di bitcoin (passando prima per ETH e USDT).
I dati delle transazioni, visibili da Etherscan, hanno mostrato come questi wallet avrebbero venduto, per la maggior parte, i token Lido, Polygon, Aptos e Solana, per poi collegarsi alla rete Bitcoin, e non a caso sono proprio questi asset ad aver subito le pressioni sul mercato nelle ultime ore.
In questo senso, sono stati individuati quattro wallet bitcoin principali in cui i fondi sarebbero custoditi per la maggior parte. Il totale ammonterebbe a 47,6 BTC, del valore attuale intorno agli 800mila dollari.
Di conseguenza, tutti questi movimenti hanno portato a un’ondata di speculazioni sul mercato da parte degli investitori, anche a fronte del fatto che l’entità che controlla i wallet in questione avrebbe sfruttato dei mixer come ChangeNow e FixedFloat per spostare i fondi. Che, come si sa, vengono generalmente utilizzati per offuscare il flusso di criptovalute e rendere difficile l’identificazione dei proprietari dei token, nonché l’origine dei fondi trasferiti.
I fondi dispersi di Alameda e FTX
La somma in questione, per quanto grande, è comunque una minima parte di tutti i fondi misteriosamente scomparsi dal saldo di FTX e Alameda dall’inizio della crisi dell’exchange. In totale, la somma dei fondi rimossi dalle casse di FTX dopo che l’exchange ha presentato istanza di fallimento, a novembre, ammonta a 352 milioni di dollari. Anche se, per ora, la versione ufficiale fa riferimento a un presunto hack subito dalla società, su cui attualmente starebbe indagando il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
La saga FTX sembra veramente infinita, e l’ultimo trasferimento di fondi sembra preoccupare la community crypto a prescindere dalle somme in gioco. Del resto, anche a causa della metodologia utilizzata, non sembra inverosimile ipotizzare una sorta di “inside job”, fatto per ripulire (dall’interno) tutto ciò che è rimasto disponibile in quei wallet.
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