Bitcoin: record negativo della supply BTC sugli exchange
Di Davide Grammatica
L’offerta di Bitcoin sugli exchange centralizzati ha toccato il livello più basso degli ultimi cinque anni, ma non è una brutta notizia
I CEX a corto di Bitcoin
La quantità di Bitcoin sugli exchange ha raggiunto la sua quota più bassa da dicembre 2017. Un minimo degli ultimi cinque anni e mezzo che suggerisce, in primo luogo, un maggiore interesse dei trader per la self-custody.
Da un altro punto di vista, invece, un’offerta inferiore di BTC sulle piattaforme di trading riduce la quantità di Bitcoin da rivendere sul mercato, riducendo di fatto l’offerta disponibile, e facilitando l’aumento del prezzo di Bitcoin a un aumento della domanda.
Bitcoin e le crypto, in generale, sono sempre associate all’idea di decentralizzazione, e negli ultimi tempi la self-custody è diventata l’elemento chiave di questo principio anche per i meno avvezzi alla tecnologia, per mantenere il pieno controllo sulle proprie risorse digitali, senza fare affidamento su servizi di terze parti centralizzati.
Secondo Coinglass, il saldo di Bitcoin sugli exchange è di 1,13 milioni di BTC, in calo di quasi il 15% negli ultimi giorni. Quindi, circa il 6% dell’offerta totale di Bitcoin (attualmente 18,8 milioni di BTC). L’ultima volta che il dato è stato così basso era dicembre 2017, quando Bitcoin toccò il massimo di quasi 20 mila dollari.
Santiment mostra invece che solo il 5,84% dell’offerta è detenuto negli exchange centralizzati. Ma vale la pena notare come i dati possano differire tra le piattaforme a causa di potenziali cambiamenti nel modo in cui vengono identificati i wallet.
I segnali del futuro di BTC
Il calo dell’offerta di Bitcoin suggerisce inoltre come più utenti detengano i loro token a lungo termine. E questo potrebbe essere un segno di maggiore fiducia e interesse nei confronti di BTC come riserva di valore e copertura contro l’inflazione, soprattutto nel mezzo dell’incertezza economica.
Oppure, la ragione potrebbe risiedere nella fiducia ormai persa nei confronti dei CEX, in seguito al crollo di FTX. Molti non si fidano delle piattaforme centralizzate come “custodi” dei propri fondi, e soprattutto se non le utilizzano attivamente.
Raoul Pal, ex dirigente di Goldman Sachs, ha recentemente offerto una visione ottimistica sulla traiettoria dei mercati delle criptovalute. Tuttavia, la stessa Goldman Sachs ha mostrato un netto calo dell’entusiasmo per le criptovalute tra i ricchi investitori. Non resta, quindi, che stare a guardare.
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