Bitcoin resiste ai missili: la forza di BTC in tempi di guerra
Di Davide Grammatica
Nel pieno del caos geopolitico, Bitcoin dimostra la sua solita resilienza, e il sentiment degli investitori rimane stabile

BTC in tempo di guerra
I mercati globali, come era facile immaginare, hanno risposto negativamente agli eventi del weekend, a seguito dell’attacco Usa ai danni dell’Iran.
Le bombe sugli impianti nucleari iraniani hanno pesato sui mercati incluso Bitcoin, che però ha dimostrato una grande resilienza dopo esser sceso brevemente fino a $98.286, per poi chiudere la settimana, comunque, sopra i $100k, supporto psicologico fondamentale (per na variazione di appena -1,27%).
Nonostante i titoli allarmanti, in altre parole, il sell-off è stato contenuto. Nessun crollo verticale, e nemmeno una liquidazione massiva. Solo una leggera flessione, che ha rispettato le dinamiche tecniche del mercato, con supporto sopra i $97k.
Semplicemente, Bitcoin sembra aver assorbito la notizia, per poi continuare a muoversi sulla sua strada.
Da un certo punto di vista, è quindi chiaro a questo punto che gli eventi geopolitici influenzino l’andamento del prezzo di BTC, ma solo fino a un certo punto. I driver del prezzo nel medio periodo sembrano essere altri, come per esempio i dati macro Usa (CPI su tutti) e gli afflussi istituzionali in ETF spot (che come segnalato stamattina continuano a spingere).
Gli ultimi dati CPI hanno rispettato le aspettative, e sembrano aver supportato la prima criptovaluta nei giorni dei primi bombardamenti tra Iran e Israele (11-12 giugno). Il 16 giugno BTC è arrivato a toccare addirittura i $108k, e questo, evidentemente, non per merito del conflitto militare.
Gli ETF sono il vero catalizzatore rialzista?
Ad alimentare il rialzo sembra essere stato, invece, il record di inflow giornalieri negli ETF, che a conti fatti rappresenta il vero catalizzatore del mercato.
Bitcoin non segue appieno l’andamento dell’oro in quanto asset rifugio primario, ma mostra comunque una stabilità sorprendente in tempi di crisi.
Nel 2022 ha registrato una crescita del 42% a seguito dell’inizio della guerra in Ucraina, mentre ora rimane solido sopra i $100k a seguito del peggior conflitto in Medio Oriente degli ultimi anni.
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