Per l’oro è il PEGGIOR calo in due giorni dal 2013
Di Davide Grammatica
Il crollo dell’oro si misura in 2.500 miliardi di dollari persi in 48 ore, una delle peggiori correzioni della sua storia recente
Nuove difficoltà per l’oro. Ci sono implicazioni per BTC?
Il bene rifugio per eccellenza, l’oro, ha vissuto una delle peggiori correzioni della sua storia recente, bruciando in due giorni oltre 2,500 miliardi di dollari capitalizzazione. In altre parole, ha spazzato via una somma pari all’intero valore del mercato di Bitcoin.
La flessione dell’8% avvenuta nelle ultime 48 ore rappresenta il peggior calo a due giorni dal 2013, e riporta alla mente i dump storici dei mercati delle materie prime. È arrivata dopo settimane di “gold frenzy”, in cui il mercato aveva assistito a un picco di domanda per oro fisico, ETF e asset tokenizzati.
La FOMO sembra aver alimentato l’ultima gamba rialzista, e ora le prese di profitto hanno spazzato via i meno esperti. Ma l’8% di ribasso è un’anomalia anche nel lungo periodo, tanto che simili correzioni si sono verificate solo 21 volte dal 1971, anno della fine del gold standard.
Con una capitalizzazione di circa 2,200 miliardi di dollari, l’intero ecosistema crypto impallidisce di fronte alle dimensioni del mercato dell’oro. Eppure, la recente volatilità dell’oro ha messo in discussione anche il mito della sua invulnerabilità, avvicinandolo paradossalmente al comportamento di Bitcoin durante i periodi di stress di mercato.
La risposta di Bitcoin
Nel frattempo, proprio Bitcoin (BTC) ha mostrato una sorprendente stabilità. Mentre l’oro crollava dell’8%, BTC si è limitato a un calo intraday del 5,2%, recuperando rapidamente fino a una perdita marginale dello 0,8% e scambiando intorno a $107.975.
Gli ETF spot Bitcoin hanno continuato ad attirare inflow, con $142 milioni di nuove entrate in un solo giorno. Il Crypto Fear & Greed Index, tuttavia, è sceso a livelli di “Extreme Fear”, i più bassi dal dicembre 2022.
Il tonfo dell’oro, per certi versi, avvicina quindi il metallo prezioso a Bitcoin, gli visto come asset rifugio di nuova generazione. Mentre l’uno subisce le forze dei “profit” istituzionali, l’altro beneficia di una base di investitori più distribuita e di strumenti d’investimento sempre più regolamentati.
Con la crescente adozione istituzionale di Bitcoin e il suo ruolo come hedge contro la liquidità fiat, il confronto tra i due asset ormai non è più solo simbolico.
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