Bitcoin: svelati i contenuti del “Responsible Financial Innovation Act”
Di Davide Grammatica
Il Responsible Financial Innovation Act mira a una regolamentazione trasversale di Bitcoin e criptovalute negli USA, e definisce i ruoli principali degli enti a cui è affidata la supervisione del mercato.
La normativa
È stata svelata nei suoi contenuti, negli Stati Uniti, la legislazione su Bitcoin, coniata Responsible Financial Innovation Act, e che riprende il nome dei principali fautori, ovvero i senatori Cynthia Lummis (repubblicana) e Kirsten Gillibrand (democratica), rispettivamente della commissione bancaria e per l’agricoltura.
Il disegno di legge mira a incoraggiare “l’innovazione responsabile”, integrando le risorse digitali nelle leggi esistenti, e fornendo maggiore chiarezza a un settore in gran parte non regolamentato e privo di standard comuni.
La Securities and Exchange Commission (SEC) e la Commodities Futures Trading Commission (CFTC), saranno le autorità responsabili dell’applicazione del disegno di legge, mentre i legislatori saranno tenuti a riportare tutti gli elementi del campo d’azione delle criptovalute sotto l’ombrello di regolatori specifici.
La SEC regolerà le attività digitali classificate come “securities” (o più semplicemente “titoli” e “strumenti finanziari”) mentre la CFTC supervisionerà gli scambi merceologici (“commodities“). La categorizzazione, tuttavia, è ancora ambigua, e c’è chi sostiene che la regolamentazione crypto tratterebbe la maggior parte delle risorse come merci, sotto la supervisione della CFTC. Ad ogni modo, è il caso di approfondire.
La SEC e la CFTC
La “Lummis-Gillibrand” propone l’elenco dei diritti spettanti al detentore di un bene digitale, nonché lo scopo intrinseco di tale bene: “Un’attività accessoria è un’attività immateriale e fungibile che viene offerta, venduta o altrimenti fornita a una persona in connessione con l’acquisto e la vendita di un titolo, attraverso un accordo o uno schema che costituisce un contratto di investimento”.
Per essere classificato come un “titolo”, l’asset digitale deve fornire al detentore un “debito” o una “partecipazione” in un’entità aziendale, diritti di liquidazione o diritto al pagamento di interessi, o ancora dividendi da un’entità aziendale, utili o compartecipazione ai ricavi in un’entità aziendale derivata. Questo, “esclusivamente dagli sforzi imprenditoriali o gestionali di altri”.
Una risorsa digitale, in questo senso, che non è completamente decentralizzata, e che beneficia di sforzi “imprenditoriali e manageriali” che determinano il valore delle attività (ma non sono debiti o azioni o non creano diritti a profitti o altri interessi finanziari) non è classificata come “securities”, purché le informazioni siano depositate presso la SEC due volte l’anno.
Alla CFTC, d’altra parte, è attribuita la giurisdizione esclusiva del mercato su tutti i beni fungibili che non sono titoli, comprese le attività accessorie. Gli exchange dovranno quindi registrarsi presso la CFTC per condurre le loro attività di negoziazione, e dovranno rispettare le norme in materia di custodia, protezione dei clienti, prevenzione della manipolazione del mercato e condivisione delle informazioni. Sempre la CFTC potrà poi addebitare una piccola commissione sugli scambi di asset digitali per coprire l’aumento dei costi per l’agenzia.
Questa circostanza potrebbe quindi conseguentemente creare le condizioni per la realizzazione di un ETF spot su Bitcoin, data la supervisione dei mercati da parte della CFTC, e per il fatto che il più grande limite alla sua nascita fossero le argomentazioni della SEC sulla mancanza di regolamentazione, oltre alla riluttanza degli exchange di collaborare con le autorità ci competenza.
Nascerà successivamente, invece, sempre dalla collaborazione tra SEC e CFTC, una nuova organizzazione di autoregolamentazione (SRO), per svolgere il ruolo di ente complementare sia al mercato crypto sia alle autorità di regolamentazione esistenti.
Infine, le due autorità, in consultazione con il segretario del Tesoro, dovranno sviluppare anche una serie completa di linee guida per gli intermediari di asset digitali, sui temi di operazioni di sicurezza, identificazione e mitigazione del rischio, elusione delle sanzioni, riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo.
"Gli exchange dovranno quindi registrarsi presso la CFTC per condurre le loro attività di negoziazione, e dovranno rispettare le norme in materia di custodia, protezione dei clienti, prevenzione della manipolazione del mercato e condivisione delle informazioni"
I temi principali
Il Responsible Financial Innovation Act presuppone anche la realizzazione di uno studio sul consumo energetico delle risorse digitali, che cercherà di determinare i metodi migliori per incoraggiare l’innovazione, garantendo allo stesso tempo il conseguimento degli obiettivi climatici.
Questo, attraverso lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e la riduzione degli sprechi energetici, soprattutto in relazione al mining. La funzione sarà competenza della Commissione federale di regolamentazione dell’energia, sempre in coordinazione con la CFTC e la SEC.
Per quanto riguarda le tasse, invece, la legislazione prevede un’esenzione fiscale per le plusvalenze che non superano i 200 dollari su un pagamento in Bitcoin per beni e servizi. E incoraggia in questo senso l’uso delle risorse digitali come mezzo di scambio. Tuttavia, è bene notare che un’operazione può essere considerata anche come l’insieme di tutte le transazioni che la costituiscono.
I miner, da questo punto di vista, non sono considerati “broker”, e le risorse digitali ottenute dalle attività di mining non sono trattate come entrate fino a quando non vengono convertite in valuta fiat.
L’attenzione ricade anche sugli accordi di prestito di asset crypto, anche questi non generalmente tassabili, mentre le DAO sono considerate entità commerciali ai fini fiscali, cosa che presuppone che in futuro saranno organizzate secondo le leggi di una giurisdizione in quanto tale.
Spetterà, d’altra parte, all’Internal Revenue Service (IRS), studiare questioni ancora da chiarire come i “fork” e gli “airdrop”, o ancora l’accettazione di criptovalute da parte di commercianti, lo “staking”, operazioni di crowdfunding decentralizzate a scopo benefico, e la caratterizzazione legale specifica delle stablecoin.
Proprio in merito a queste ultime, le disposizioni che il disegno di legge già include riguardano la richiesta agli emittenti di detenere dollari USA o prodotti equivalenti per consentire il riscatto da parte del cliente in qualsiasi momento.
Andando ancora più a fondo del disegno di legge, il Government Accountability Office (GAO) si occuperà di analizzare le opportunità e i rischi associati ai fondi pensionistici con esposizione sulle criptovalute. E questi verranno poi riferiti al Congresso, al Dipartimento del Tesoro e al Dipartimento del Lavoro.
Sempre in merito alla tutela dei clienti esposti al mercato crypto, la “Lummis-Gillibrand” consentirà di richiedere ai fornitori di risorse digitali maggiori informazioni sui loro prodotti, pur mantenendo il diritto degli utenti di mantenere e controllare le risorse digitali che possiede.
In un’intervista alla CNBC, la senatrice Gillibrand ha espresso le sue previsioni in merito a una possibile opposizione del Senato, e ha sottolineato come si aspetti che la legislazione possa passare solamente tramite commissioni bancarie, agricole, di intelligence e servizi finanziari del Senato prima di essere portata all’aula.
“Il nostro obiettivo è assicurarci che ciò passi attraverso i quattro comitati di giurisdizione”, ha dichiarato la Gillibrand. “Questi avranno influenza su parti del disegno di legge perché regolano parti di questo settore, ma ci sarà molto slancio dietro questa regolamentazione, avendo incontrato la maggior parte delle parti interessate del settore e gli esperti di questo campo. Lavoreremo con loro nel tempo per continuare a migliorare il disegno di legge”.