Che cosa sono gli ETF?

Di Gabriele Brambilla

L'ETF, acronimo di Exchange Traded Fund, è uno strumento di investimento adatto a qualsiasi tipologia di investitore, che porta grandi comodità ma anche alcuni svantaggi

Che cosa sono gli ETF?

Diversificare con poco sforzo

In questo articolo entriamo nel mondo degli ETF, prodotti finanziari famosissimi e scambiati in tutto il mondo.

Nel dettaglio, capiremo che cosa sono, come funzionano e quali sono i punti di forza. Non tralasceremo però i rischi, così da avere a disposizione il quadro completo.

Iniziamo subito!

Che cosa sono gli ETF?

Gli ETF (Exchange Traded Fund) sono dei prodotti di investimento privi di scadenza, diffusissimi e particolarmente apprezzati dai piccoli e medi investitori. Si tratta di fondi che replicano l’andamento di indici azionari, panieri di azioni, obbligazioni, materie prime e criptovalute come bitcoin. L’investitore acquista un singolo prodotto che è composto generalmente da un certo numero di asset differenti. A volte però l’Exchange Traded Fund è composto da un solo asset (vedi quelli spot su BTC).

Esistono Exchange Traded Fund praticamente su tutto: indici come quello appena visto, particolari nicchie (solo titoli tech, solo commodities…), con focus su progetti sostenibili e tanto altro ancora. Nel tempo, essi sono stati ulteriormente arricchiti fino ad arrivare ai prodotti attivi, che prendono un benchmark e puntano a performare meglio.

Il termine “paniere” è molto azzeccato, perché un ETF viene composto in funzione degli obiettivi che il cliente potrebbe avere. Esistono investimenti in ETF che spingono sul comparto azionario e basta, altri equilibrati che comprendono varie tipologie di asset, altri ancora più prudenti e orientati alle obbligazioni. La scelta è ampia e soddisfa pressoché tutte le esigenze degli investitori.

Un investimento in ETF porta alcuni vantaggi importanti.

Innanzitutto, l’investitore non deve per forza di cose essere esperto in materia. Basta scegliere l’Exchange Traded Fund che meglio si allinea alle proprie necessità, impostare uno o più acquisti (seguendo le regole del PIC e del PAC) e lasciare che il fondo faccia il resto.

Importante poi l’attenzione alla diversificazione. Optando per il giusto ETF fund, acquistando un solo prodotto si investe su un paniere molto ampio di asset. Pensiamo ad esempio a un ETF che segue fedelmente l’andamento dell’indice S&P 500: esso sarà composto da tutti i titoli azionari del famoso indice e offrirà di conseguenza identiche performance e distribuzione.

Anche i costi non sono da meno. Questi prodotti possono avere commissioni e quote di gestione elevate, ma ormai molti ETFs richiedono percentuali irrisorie. L’investitore riesce quindi a massimizzare l’uso del capitale, evitando di dover sborsare cifre elevate in commissioni e costi di gestione.

In aggiunta, questo vale soprattutto per gli ETF attivi (che scopriremo a breve), gli asset contenuti vengono comprati e venduti per conseguire le migliori performance possibili. L’investitore, detenendo l’ETF, non dovrà però pagare alcuna eventuale imposta di capital gain fino alla vendita dell’ETF stesso. Al contrario, se investissimo ad esempio su singole azioni, ogni vendita a profitto comporterebbe il pagamento delle relative tasse.

Pensando poi a ETFs come quelli su BTC, essi permettono a chiunque di investire su un asset particolarmente complesso e che richiederebbe conoscenze, wallet, account su exchange centralizzati e via dicendo. Il fondo diventa quindi un modo per entrare facilmente in un mercato più complesso ed esclusivo.

Ma quindi gli investimenti ETF sono privi di difetti? No, esistono limiti e rischi che esploreremo nel corso di questo articolo. Restano però innegabili vantaggi che li rendono interessanti per un ampio ventaglio di investitori.

Che cosa sono gli ETF?

Passivi e attivi

Esistono due tipologie di ETF: passivi e attivi.

La prima categoria consiste in prodotti che replicano fedelmente un indice o un paniere di asset. La gestione è passiva: l’ETF segue l’andamento dei suoi sottostanti, fine.

La gestione attiva prevede invece una certa operatività da parte dell’emittente. Un ETF sull’indice S&P 500 non solo ne seguirà l’andamento, ma lo prenderà come benchmark da battere.

Nei passivi, se l’S&P 500 consegue in un anno il +5%, anche i suoi ETF faranno lo stesso. Con un prodotto attivo, l’emittente compie operazioni per fare in modo che l’Exchange Traded Fund vada a battere le performance dell’indice S&P500.

Il risultato non è assicurato, ma gli investitori stanno apprezzando questa categoria di fondi.

Come si può immaginare, i costi di gestione di un prodotto attivo sono più alti rispetto a quelli di uno passivo.

"Gli ETF attivi seguono un indice, lo prendono come benchmark e cercano di batterne le performance"

Quanto si può guadagnare con gli ETF?

In linea teorica, l’investimento in titoli ETF non ha alcun limite di guadagno. Essendo dei prodotti che seguono l’andamento di uno o più asset, la plusvalenza dipende direttamente dalle performance di questi ultimi.

Per esempio, se il Nasdaq100 conseguisse un guadagno del 100% in dieci anni, gli ETF che lo seguono avranno la stessa performance. Chiaramente la regola vale anche al contrario: virtualmente si può perdere anche tutto il capitale investito.

In ogni caso, dovremmo concentrarci su come funziona un ETF, da cosa è composto e come esso può aiutarci a conseguire i nostri obiettivi. Non dovremmo invece pensare esclusivamente al guadagno, perché il rischio di compiere scelte errate sarebbe certamente maggiore.

"In linea teorica, l'investimento in titoli ETF non ha alcun limite di guadagno, ma attenzione: vale anche al contrario!"

Come investire in ETF

Buone notizie: gli ETFs sono disponibili in maniera capillare. Ogni banca è in grado di proporre questi prodotti ai propri clienti, ma attenzione alle commissioni di scambio che possono essere un po’ alte.

Come alternativa troviamo i broker di investimento (ad esempio Degiro), dai costi più bassi e ottima scelta. Però, su queste piattaforme l’investitore deve muoversi in autonomia e non tutti potrebbero essere in grado di procedere senza il supporto di un esperto.

Una nota importante: l’ETF ha dei costi di gestione che sono stabiliti direttamente dall’emittente. Oltre a questi, banche e broker applicano dei loro costi, relativi al trading ETFs. Non facciamo quindi confusione perché si tratta di voci di spesa ben distinte.

Come investire in ETF

Le piazze di scambio

Questi prodotti sono scambiati in borsa, esattamente come accade per le azioni.

Quali sono i migliori ETF su cui investire?

Non c’è meglio o peggio: dipende da persona a persona.

A livello di scambio, i volumi maggiori li muovono Exchange Traded Funds basati su indici azionari quali S&P500 e MSCI World. Questo perché si tratta di prodotti composti da un ampio paniere di titoli, così da massimizzare la diversificazione e diluire i rischi.

Quali sono i migliori ETF su cui investire?

Quali sono i rischi degli ETF?

Come ciascun prodotto finanziario, anche il trade ETF ha dei rischi/lati negativi.

L’aspetto più rilevante è legato alla gestione stessa. Acquistando ETFs, l’investitore non compie particolari sforzi e delega agli altri il lavoro. Sicuramente ciò è positivo se non si hanno conoscenze, ma di fatto si perde il controllo del proprio investimento.

Un altro punto negativo è la modalità operativa degli investitori. In molti casi si acquista un ETF e stop, nient’altro. Invece, un prodotto del genere dovrebbe far parte di un più ampio portafoglio di investimento. Fare all-in su uno o due fondi non diversifica il portafoglio, a prescindere da quali indici l’ETF segua. La questione sta proprio nella tipologia di prodotto: solo ETF non è mai una buona idea.

Attenzione poi all’approccio del fondo. Se l’ETF è composto da un paniere fisico di beni, detenuti regolarmente dall’emittente, nessun problema. Ma se invece la replica è di tipo sintetico, l’emittente non possiederà tutti gli asset che compongono l’ETF, ricorrendo invece a derivati di varia natura.
In caso di insolvenza degli intermediari coinvolti in quel dato prodotto, il cliente potrebbe avere delle brutte sorprese.
Per evitare il rischio di controparte è quindi indispensabile studiare a fondo prima di investire.

Infine, bisogna considerare i pericoli di eventuali prodotti a leva, che possono avere brutte conseguenze in caso di perdite.

L’elenco non è esaustivo, ma include le principali voci di cui bisogna tenere conto.

Considerazioni finali

Se presi con le dovute cautele, gli Exchange Traded Funds sono un’ottima via per investire parte del proprio capitale.

I numerosi punti di forza compensano limiti e rischi, a patto che sia tutto ben chiaro nella mente dell’investitore.

Nel dubbio, come diciamo sempre, meglio rivolgersi a un consulente in materia e leggere attentamente tutta la documentazione prima di procedere all’acquisto.


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