Chi ha il controllo di Bitcoin?
Di Gabriele Brambilla
Chi ha il controllo di Bitcoin? Un tempo era cosa riservata agli smanettoni, ma ora le cose sono cambiate. Gli individui conservano ancora la leadership sulla coin BTC?

Parliamo un po' di BTC
Si discute di prezzi, proiezioni nel tempo, analisi e treasury. Ma chi ha il controllo di Bitcoin? La criptovaluta per antonomasia è caduta nelle mani dei nuovi attori che popolano la scena?
A rispondere ci ha pensato River, un’istituzione finanziaria con al centro proprio BTC. La società ha prodotto una breve ricerca che analizza un punto tanto “banale” quanto fondamentale: chi possiede più BTC.
Vediamo i risultati e scopriamo i rapporti di forza tra le categorie.
Leggi di più: Bitcoin & bitcoin
Chi ha il controllo di Bitcoin?
La ricerca di River consiste nell’analisi dei possessori di BTC suddividendoli in diverse categorie macro: individui, società, ETF e fondi, governi, Satoshi/Patoshi, altre entità, BTC persi e BTC ancora da minare.
I dati sono aggiornati al 25 agosto, quindi ancora validissimi. Ricordiamo che la supply totale di BTC è pari a 21 milioni di coin, cifra che raggiungeremo solo nel 2140. Al momento della scrittura sono già in circolazione circa 19,91 milioni di esemplari.
Gli individui dominano la classifica con una quota della supply circolante pari al 65,9%, ossia 13,83 milioni di BTC.
La crypto numero 1 resta quindi saldamente tra le mani delle persone comuni, anche se ci sono netti squilibri. Infatti, in questo dato rientra sia chi ha investito 100 dollari in cerca di fortuna, sia chi possiede BTC per milioni e milioni.
Al secondo posto si collocano ETF e fondi con 1,63 milioni di BTC, pari al 7,8% del circolante. Un dato incredibile che riflette il successo di questi prodotti, nati da poco più di un anno e mezzo (negli States) e capaci di richiamare da subito tantissimi investitori.
Al quarto posto (del gradino più basso del podio ne parleremo dopo) troviamo le società: 6,2% della supply, 1,3 milioni di bitcoin. Le attività di business sono sempre più consapevoli dell’importanza della diversificazione anche sfruttando le criptovalute, con BTC che fa da punto di riferimento naturale.
Proseguendo, ben il 4,6% della supply, ossia circa 968.000 BTC, è nei wallet di Satoshi/Patoshi. River specifica nella grafica pubblicata che si tratta di una stima basata su una ricerca di BitMEX.
I governi si piazzano molto più indietro, con “solo” 306.000 coin (1,5% della supply). Quasi pari (1,4%) i possedimenti di altre entità che non rientrano in quelle viste finora.
Riprendendo il terzo posto dei maggiori possessori di BTC, beh, purtroppo spetta alle coin andate perse: sono 1,58 milioni di esemplari, ossia il 7,6% della supply. In verità, questo dato già terribile così è abbastanza positivo: ci sono altre ricerche che stimano numeri superiori.
Il restante 5,2% della supply deve ancora essere estratto.
Questi dati devono farci riflettere soprattutto su come si stanno muovendo le società, sempre più orientate ad accumulare la preziosa criptovaluta. Questo trend, che vivrà certamente delle fasi dove mancherà l’attuale esaltazione, è comunque destinato a stabilizzarsi e durare nel tempo.
Per il resto, BTC si conferma la criptovaluta della community, anche se nel corso degli anni la percentuale di detentori di questa categoria è andata diminuendo. Però, se ci pensiamo, dovevamo aspettarcelo: i player aumentano e le quote si ribilanciano.