Coinbase: la community crypto può decidere le elezioni?
Di Davide Grammatica
Una ricerca di Coinbase ha messo in luce il potenziale della community crypto (52mln in Usa) in campo elettorale, per sostenere un programma a favore del settore
Coinbase: una questione politica
Una recente ricerca di Coinbase, dettagliata sul blog dell’exchange, ha messo in luce tutto il potenziale della community crypto nel difficile contesto delle elezioni presidenziali Usa 2024.
Questo, in funzione dell’obbiettivo stesso del cex, ovvero arrivare a una legislazione favorevole alle criptovalute passando dalla convergenza delle intenzioni degli holder, che potrebbero farsi sostenitori di questo unico proposito.
Il risultato sarebbe il crearsi di una forza politica che non può essere sottovalutata, ovvero gli utenti crypto stessi, sempre più propensi (già ora) a sostenere candidati crypto-friendly.
La questione potrebbe farsi poi ancora più seria nei cosiddetti stati “Swing”, ovvero dove gli elettori sono equamente divisi tra democratici e repubblicani. Proprio per la natura della legge elettorale americana, infatti, questi sono determinanti ai fini dell’elezione del presidente, per cui non si contano i “voti totali” ma quelli di “grandi elettori” scelti a loro volta nei singoli stati in maniera proporzionale alla popolazione.
Per esempio, in stati indecisi come New Hampshire, Nevada, Ohio e Pennsylvania, una forza meno propensa a sostenere i candidati presidenziali contrari alle criptovalute e al Web3 esiste, e coincide con il 13-19% degli intervistati.
La campagna "Stand With Crypto”
Coinbase ha anticipato il problema già più di un anno fa, quando ha avviato la campagna “Stand With Crypto” a favore di una legislazione favorevole alle criptovalute. Il cex, da allora, monitora attivamente la community in tutti gli Usa, con l’obiettivo esplicito di “influenzare” la politica nazionale. Addirittura, il prossimo 27 settembre sarà organizzato a Washington il “Stand with Crypto Day”.
Ma la raccolta dei dati lascia trapelare anche molti altri aspetti interessanti, come il fatto che oltre il 40% dei possessori di di Bitcoin in stati come Nevada, Ohio e Pennsylvania utilizzano già le crypto per inviare denaro all’estero, favorendo questo sistema a scapito dei servizi tradizionali, e sottolineando come le crypto siano già nella vita dei cittadini grazie alla loro praticità.
Il 90% degli americani, inoltre, desidererebbe già ora una riforma del sistema finanziario, che al contrario sembra ostacolare gli Usa proprio nell’influenza globale nell’industria crypto, a favore di altri paesi.
Il “Financial Innovation and Technology for the 21st Century Act” (FIT21) è il primo (potenziale) passo in questo senso, e potrebbe raggiungere il Congresso per un voto questo autunno. Ma il vero ago della bilancia potrebbe essere la community crypto stessa, alle prossime elezioni.
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