Curva dei rendimenti: cosa ci racconta sul futuro dell’economia
Di Gabriele Brambilla
La curva dei rendimenti è uno strumento che ci proietta nel futuro, permettendoci di capire in anticipo se sta arrivando una recessione

Un altro strumento da seguire...
Di curva dei rendimenti ne abbiamo parlato in diversi momenti nel corso degli anni, ma sappiamo tutti di cosa si tratta?
Ecco un articolo che affronta il tema in modo semplice ma completo, per guidarti alla scoperta di uno strumento di analisi utilissimo per tutti gli investitori.
Indice
Curva dei rendimenti: che cos'è?
Tra i tanti strumenti che gli analisti finanziari e gli economisti usano per “leggere” il presente e provare a intuire il futuro, la curva dei rendimenti è certamente uno dei più gettonati. Seppur si presenti come un grafico, il suo significato va ben oltre: è una rappresentazione concreta delle aspettative del mercato in merito all’andamento dell’economia, dell’inflazione e delle future mosse delle banche centrali.
Ma di cosa si tratta nel dettaglio? La curva dei rendimenti mostra la relazione tra i tassi d’interesse e le diverse scadenze dei titoli di Stato, tipicamente quelli emessi dal Tesoro americano (ossia le Treasury).
In un contesto normale, gli investitori si aspettano rendimenti maggiori per i titoli a lunga scadenza rispetto a quelli a breve: è il cosiddetto scenario di curva “positiva” o “in salita”. Questo perché vincolare il capitale per molti anni comporta maggiori rischi (inflazione, incertezza politica, eventi imprevisti), che devono essere compensati da tassi più elevati. Fino a qui tutto logico e intuitivo.
A volte però questa logica si ribalta e i titoli a breve termine offrono rendimenti superiori rispetto a quelli a lungo termine; in questi casi, la curva si inverte. L’inversione fa scattare i campanelli d’allarme: nella storia economica moderna, una curva dei rendimenti invertita ha preceduto quasi tutte le principali recessioni negli Stati Uniti. Non si tratta quindi di una semplice anomalia, ma di un segnale che i mercati si aspettano un futuro economico meno brillante, magari con tagli ai tassi d’interesse da parte della Federal Reserve per contrastare un rallentamento. E con un prolungato e sostanzioso taglio dei tassi, sappiamo bene chi si prepara dietro l’angolo: l’inflazione.
Il motivo per cui l’inversione della curva è così osservata risiede nella logica che guida gli investitori istituzionali. Se i rendimenti a lungo termine iniziano a scendere sotto quelli a breve, significa che c’è una corsa all’acquisto di titoli più lunghi — spesso interpretata come una mossa difensiva, dettata dalla paura di un peggioramento del contesto macroeconomico. In altre parole, è un modo per andare in protezione.
"La curva mostra la relazione tra i tassi di interesse e le scadenze dei titoli di Stato"
La curva negli anni recenti
Negli ultimi anni, il tema della curva dei rendimenti è tornato con forza sotto i riflettori. A partire dal 2022, con l’impennata dell’inflazione e il successivo ciclo di rialzi dei tassi della FED, la curva ha iniziato a segnalare tensioni, culminando in una netta inversione nel 2023. Alcuni osservatori hanno letto questa dinamica come preludio di una possibile recessione, poi scongiurata (almeno temporaneamente) dalla tenuta del mercato del lavoro e dalla resilienza dei consumi interni.
Ma attenzione: sebbene l’inversione della curva sia un segnale statisticamente rilevante, non è infallibile. Infatti, esistono contesti in cui possono esserci falsi allarmi, oppure l’inversione può essere contaminata da dinamiche tecniche o da interventi delle banche centrali nei mercati obbligazionari.
A prescindere da queste ultime osservazioni, la curva dei rendimenti resta uno degli strumenti più utili per chi vuole interpretare il sentiment del mercato obbligazionario, spesso più attento e lungimirante rispetto a quello azionario.
Le forme della curva dei rendimenti
Sebbene la distinzione più nota sia quella tra curva normale e curva invertita, esistono altre configurazioni che offrono ulteriori sfumature sull’umore dei mercati e sulle aspettative economiche. Ogni forma della curva racconta una storia; comprenderle può aiutare a interpretare in anticipo i possibili scenari futuri.
Partiamo dalla curva piatta, che si verifica quando i rendimenti dei titoli a breve, medio e lungo termine sono molto simili. È una situazione tipica nei momenti di transizione economica, in cui il mercato è incerto sulla direzione futura: da una parte può indicare la fine di una fase espansiva; dall’altra, può essere il preludio a un rallentamento o a una fase recessiva. In questo contesto, gli investitori si mantengono prudenti e distribuiscono il rischio lungo tutta la curva, senza privilegiare in modo netto una scadenza.
Un’altra forma meno frequente ma interessante è la curva a gobba (o humped yield curve). In questo caso, i rendimenti sono più elevati sulle scadenze intermedie (come 5 o 10 anni), ma risultano più bassi sia sui titoli a brevissimo termine che su quelli di lunghissimo periodo. Questo tipo di curva può riflettere l’aspettativa che l’economia cresca nel medio termine, ma che si affacci poi una fase di rallentamento sul lungo periodo. O ancora, può essere il risultato di fattori tecnici, come un’elevata domanda su specifici titoli del Tesoro o operazioni di mercato aperto condotte dalla banca centrale.
Perciò, la curva dei rendimenti ci dà degli spunti, ma starà a noi indagare sulle cause che portano a una forma piuttosto che a un’altra. Tra report, commenti e indicatori, questo lavoro non dovrebbe essere troppo difficile, anche se talvolta non è così scontato individuare cosa sta muovendo il mercato.
A seconda del contesto, queste forme possono anche essere temporanee. Ad esempio, in prossimità di una decisione importante della Federal Reserve, è comune vedere curve temporaneamente piatte o “ondulate”, in attesa che il mercato metabolizzi l’impatto futuro delle nuove politiche monetarie.
Insomma, leggere la curva dei rendimenti significa ascoltare il mercato obbligazionario. Ogni cambiamento nella sua forma rappresenta una variazione del sentiment collettivo, una previsione implicita che, se ben interpretata, può offrire preziose indicazioni per analisti, investitori e policymaker.

Seguire la curva dei rendimenti
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