Finalmente ripresa? Viaggio tra dazi, crypto e azioni

Di Gabriele Brambilla

Criptovalute che performano bene e azioni in crescita mentre USA e Cina mettono in pausa le ostilità: la ripresa è davvero arrivata?

Finalmente ripresa? Viaggio tra dazi, crypto e azioni

Introduzione

Negli ultimi giorni, il mercato sta dando segnali di ripresa.

Mentre il comparto azionario americano torna su livelli interessanti dopo il grande crollo, le criptovalute riprendono a ruggire. Bitcoin fa parlare di sé superando nuovamente i 100.000 dollari per esemplare, ma sono Ethereum e le altcoin a registrare le migliori performance.

La ritrovata fiducia è in buona parte da attribuire all’allentamento dei dazi doganali americani. Gli Stati Uniti stanno siglando alcuni accordi con vari Paesi, tra cui spicca quello con la Cina che ha fatto tirare momentaneamente il fiato un po’ a tutti. Seppur provvisorio (l’accordo vale per 90 giorni), si tratta di un piccolo passo migliorativo rispetto alla condizione precedente.

Giunti a questo punto, facciamo il punto della situazione sui diversi fronti: dazi, crypto e azionario.

L'accordo commerciale USA-Cina

Stati Uniti e Cina hanno trovato un accordo provvisorio che mette in pausa la guerra commerciale.

Questo lunedì, dopo dei colloqui nella sede neutrale di Ginevra (Svizzera), i rappresentanti dei due Paesi hanno annunciato la fumata bianca. L’intesa avrà una durata di 90 giorni (almeno per iniziare) e prevede la riduzione dei dazi americani contro la Cina dal 145 al 30%; quelli dalla Cina agli Stati Uniti passano dal 125 al 10%.

Oltre allo stop sulle tariffe, si salutano altre contromisure, quali ad esempio i limiti di esportazione sulle terre rare che Pechino aveva introdotto verso gli States. Ricordiamo che per il gigante americano queste risorse sono fondamentali e l’estrazione locale è limitata. Dalle ultime notizie, restano però ancora delle limitazioni su alcune terre rare particolarmente delicate, il che suggerisce possibili nuove tensioni.

Entrambi i Paesi hanno rivendicato l’accordo come una vittoria.

La Cina ha diffuso la notizia su svariati media, coinvolgendo anche i social e gli influencer per amplificare al massimo il messaggio. In particolare evidenza la volontà cinese di non indietreggiare, nonché di mostrarsi come un partner affidabile anche agli occhi degli altri Stati. Non sono mancate delle frecciatine come quella del Ministro del Commercio, che ha sostenuto che gli States dovrebbero “correggere completamente le loro pratiche di tariffe unilaterali”.

Anche dall’altra sponda del Pacifico si celebra l’accordo come una vittoria. Il Segretario del Tesoro Scott Bessent ha poi dichiarato che nelle prossime settimane dovrebbero esserci nuovi incontri tra USA e Cina per dar vita a un patto definitivo sulla questione commerciale.

Al di fuori dei proclami e dei giochi di potere, che cosa lascia questa fragile tregua?

Certamente aumentano un po’ le sicurezze. Tre mesi passano alla svelta, ma in questa fase una pausa ci voleva proprio per vari motivi: mettere le istituzioni in grado di dialogare, dare tempo alle aziende di riorganizzarsi e far respirare il mercato e l’economia.

I mercati hanno reagito molto bene puntando verso l’altro. Al tempo stesso, gli indicatori sulla paura hanno perso terreno, così come gli asset protettivi (oro su tutti).

Anche le criptovalute hanno risposto “presente!”, con bitcoin in forte rialzo a superare, seppur per poco tempo, i 105.000 dollari di valore.

In ogni caso, il lavoro non è concluso. Oltre a un accordo stabile tra Cina e Stati Uniti, questi ultimi dovranno siglare intese con mezzo mondo, in maniera tale da porre fine all’escalation delle tariffe. Solo così l’economia potrà trovare un terreno stabile sotto i piedi, evitando l’arrivo di scenari dannosi per tutti.

L'accordo commerciale USA-Cina

Bitcoin e le criptovalute in buona forma

Dopo oltre tre mesi di assenza, bitcoin è tornata a superare la soglia dei 100.000 dollari per esemplare, che come sappiamo ha una forte valenza psicologica.

Al di fuori di questo importante traguardo, piace proprio il grafico mensile (visibile qui sotto, fonte CoinGecko). Le performance sono state decisamente positive e sostenibili, con degli impulsi rialzisti alternati a momenti di riflessione e stabilizzazione del prezzo.

grafico bitcoin maggio

A spingere la coin regina sono anche gli istituzionali che, dopo un periodo complicato, mostrano nuovamente tanto interesse. Basti pensare che Goldman Sachs ha aumentato le partecipazioni sull’ETF IBIT di Blackrock del 28% nell’ultimo trimestre rispetto a quello precedente.

Se per un nuovo ATH dovremo ancora attendere, di recente BTC ha siglato nuovi massimi storici contro gli indici US100 e US500, a testimonianza della grande maturità raggiunta dalla nota criptovaluta. In aggiunta, la coin è diventata il quinto asset in assoluto per capitalizzazione di mercato, superando un gigante come Amazon… mica male!

Quanto alle previsioni che circolano, sappiamo che non hanno mai molto senso. Guardando però ai trader, è opinione diffusa che il prossimo traguardo debba essere quello dei 150.000 dollari per esemplare. Tuttavia, non sarà così facile superare quest’altro limite storico e le cose dovranno proseguire con calma, lasciando al mercato il tempo di capire cosa sta succedendo.

Spostiamoci sull’altra grande protagonista, che finalmente fa parlare di sé in positivo: ETH di Ethereum.

La blockchain di riferimento per gli smart contract ha passato un lungo periodo nel purgatorio e con essa anche la sua coin nativa. Infatti, Ether era in costante perdita dai picchi di dicembre scorso, incapace di recuperare un po’ di terreno anche nella frenesia vissuta alcune settimane dopo.

Oggi la community riesce finalmente a sorridere, perché ETH ha messo in fila alcune giornate da incorniciare.

grafico ethereum maggio

Se già da un mese si poteva notare una timida ripresa, ETH ha alzato la voce negli ultimi 8/9 giorni, passando da una valutazione di circa 1.800 dollari a oltre 2.500 (non si vedevano da circa 2 mesi e mezzo).

Euforia e dazi certamente contano, ma la spinta per questa coin deriva da un fatto particolare: il completamento con successo dell’attesissimo update Pectra. Grazie a esso, la blockchain Ethereum compie importanti passi avanti in tema di sicurezza, scalabilità ed esperienza d’uso.

Siamo ben lontani dai tempi migliori, ma il progetto ha compiuto dei significativi passi in avanti in questo senso, dando un bel boost di fiducia. Basti pensare che di recente ETH ha chiuso una giornata da +20%, cosa che non succedeva da quattro anni.

Le due principali criptovalute hanno trainato tutto il comparto, con prestazioni positive pressoché dovunque. Ad esempio, tornano a fare bene Solana, Cardano e, ovviamente, Dogecoin e le altre meme.

Il Fear & Greed Index di CoinMarketCap è in piena zona Greed, a ulteriore prova di come il vento sia cambiato. Basterà stare attenti alle possibili folate contrarie a cui le crypto ci hanno abituato, così da goderci al meglio il presente.

I mercati azionari

I mercati azionari statunitensi riprendono fiato dopo alcune settimane molto complesse. Tutti i principali indici crescono significativamente, anche se per ora non recuperano i massimi storici toccati a febbraio 2025.

Facciamo parlare i grafici e apprezziamo l’andamento positivo dell’ultimo mese.

Grafico S&P 500

SP 500 grafico maggio

Grafico Nasdaq Composite

Nasdaq grafico

Grafico Dow Jones Industrial Average

DJIA grafico

Nell’aria, tra gli addetti ai lavori c’è un po’ di ottimismo, ma nel complesso regna comunque l’incertezza. Ne parleremo a breve anche nel prossimo paragrafo, ma a impensierire è soprattutto la possibilità di una recessione che resta concreta.

La pausa ai dazi, con un ridimensionamento significativo delle cifre in gioco, aiuta di certo, ma serviranno degli accordi senza data di scadenza, pena l’arrivo di scenari complicati.

Commentando invece le performance complessive di maggio, a spingere le borse sono soprattutto i dialoghi proprio in merito ai dazi. Bastano anche delle speculazioni su dei possibili accordi per infondere quel poco di fiducia che basta per soffiare verso l’alto le quotazioni.

I punti recuperati sono tanti, ma come dicevamo in precedenza non siamo tornati ai livelli precedenti.

Spostandoci sulle piazze non americane, ecco una panoramica:

  • Dopo un inizio di aprile in perdita, Londra (FTSE) ha pressoché recuperato il valore precedente;
  • Il DAX (Francoforte) è ai massimi storici. Il “colpo di aprile” è stato accusato, ma è già alle spalle;
  • CAC40 di Parigi ai piani alti, ma non ai massimi. Non è ancora avvenuto un completo recupero dalle perdite dei primissimi giorni di aprile;
  • L’indice FTSE MIB di Milano è ai massimi storici;
  • Nel complesso, bene anche le piazze asiatiche.

Dopo aver trascinato in basso le colleghe in giro per il mondo, le piazze americane hanno sofferto maggiormente, riuscendo però a riprendersi. Durerà? Scopriamolo.

Quanto può durare questo scenario?

Il presente è certamente positivo, ma potrà durare? Domanda complessa, mettiamo sul piatto tutto quello che sappiamo.

Innanzitutto le criptovalute. Non facciamo previsioni per non portare sfortuna o fuorviare, ma sembra che il mercato possa avere davanti un periodo di crescita e consolidamento. A dare buoni presagi sono i parametri fondamentali, i movimenti degli istituzionali e, che non guasta, la ritrovata esaltazione.

Queste considerazioni sono chiaramente valide al netto di sconvolgimenti settoriali, macroeconomici o geopolitici, perché tutto può cambiare in uno schiocco di dita.

Sul fronte azionario americano la questione è un po’ differente, almeno in questo specifico momento.

Donald Trump è sempre stato dalla parte di Wall Street e la sua personale battaglia contro l’estero stava presentando un conto troppo duro. Il clima attuale più rilassato sta facendo respirare i mercati ed è un segnale positivo. Come però sappiamo, non abbiamo modo di dire se durerà per alcuni motivi.

In primis, in meno di quattro mesi, questa amministrazione ci ha abituati a continui cambi di idee, cosa che i mercati non riescono proprio a digerire.

Poi, la pausa dei dazi è tale: una pausa. Finché non ci saranno accordi definitivi, la possibilità di ritorno dei dazi sarà sempre sul tavolino, con tutte le conseguenze negative del caso.

Ancor più problematica è la questione della recessione. Sì perché lo spauracchio c’è eccome e non basta un mese di performance positive dei mercati per scacciarlo. L’economia americana sta mostrando una crescita inferiore alle aspettative che, associata alle policy monetarie prudenti della FED, non spinge di certo a grandi investimenti. Insomma, c’è incertezza di fondo in una fase in cui si sta prendendo una boccata d’aria.

Continueremo a seguire con interesse e attenzione quanto sta accadendo, con un occhio di riguardo sulle nostre amate criptovalute.


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