Gli Usa chiamano gli exchange a una svolta in ambito sicurezza
Di Davide Grammatica
Dopo che le frodi in ambito crypto hanno toccato quota 1 miliardo di dollari, tutti i principali exchange sono stati convocati dal Congresso Usa
L’intervento nei confronti degli exchange
Mentre il Congresso degli Stati Uniti cerca di reprimere il livello delle frodi in ambito crypto (che ha ormai raggiunto quota 1 miliardo di dollari, secondo una ricerca della FTC), una Commissione sta aumentando la pressione sulle agenzie federali e sui cex per proteggere gli utenti dai truffatori. E ha richiesto, a cinque exchange tra i più importanti (Coinbase, FTX, Binance, Kraken e KuCoin) informazioni e documenti sulle proprie politiche di salvaguardia dei clienti. Queste, a quanto è stato dichiarato, saranno un criterio per l’elaborazione di future soluzioni legislative.
Nel suo primo intervento nei confronti del settore crypto, la House Committee on Oversight and Reform (commissione per la vigilanza e le riforme) avrebbe aumentato sensibilmente la pressione sulle agenzie federali, proprio per aumentare il livello di protezione a favore degli utenti. In questo senso, sono state anche inviate, nelle ultime ore, una serie di lettere ai principali exchange.
“Dato che i racconti di ‘prezzi alle stelle’ e ‘ricchi in una notte’ hanno attratto investitori anche dilettanti nel mondo crypto, il campo è stato l’ideale per i truffatori, che hanno incassato”, ha dichiarato Raja Krishnamoorthi, presidente della Sottocommissione per la politica economica e dei consumatori degli Usa. “La mancanza di un’autorità centrale per segnalare le transazioni sospette, l’irreversibilità delle transazioni, e la comprensione limitata che molti consumatori hanno della tecnologia sottostante, rendono la criptovaluta un metodo di transazione da difendere da attori fraudolenti”.
Le richieste della Commissione, in particolare, obbligano gli exchange a produrre documenti risalenti al 1° gennaio 2009, che dovranno mostrare i tentativi fatti per “identificare, indagare e rimuovere risorse digitali potenzialmente fraudolente”, oltre a evidenziare le discussioni sull’adozione di politiche di controllo più rigorose.
Nella lettera indirizzata a Sam Bankman-Fried, ceo e fondatore di FTX, per esempio, il comitato ha osservato la differenza (usata come criterio di valutazione) tra i vari cex, determinata dal diverso approccio nei confronti del listing di nuovi token, in termini di verifica.
Sempre più bisogno di sicurezza
La società di analisi Chainalysis ha invece scoperto come il 37% delle truffe crypto dell’anno scorso siano rug pulls, ovvero quel tipo di schema che coinvolge gli sviluppatori che elencano un token su uno scambio, lo gonfiano e poi svaniscono con i fondi.
La preoccupazione per la sicurezza degli asset crypto parcheggiati sui cex ha invece preso piede anche in seguito al recente crollo di Voyager Digital e Celsius, entrambe piattaforme popolari tra gli investitori a causa del rendimento percentuale annuo a due cifre un tempo offerto.
Inoltre, i fallimenti hanno messo in luce la pressoché nulla tutela del cliente. Nella procedura fallimentare di Voyager e Celsius, addirittura, i clienti sono stati considerati creditori non garantiti, invece che depositanti bancari assicurati a livello federale, senza alcuna garanzia che riavranno i propri soldi.