BTC ed ETH non sono securities: la posizione del Belgio
Di Gabriele Brambilla
Per la FSMA belga, le criptovalute come Bitcoin ed Ethereum non sono delle securities, pronuncia in contrasto con quella della SEC
FSMA e crypto come securities
In una recente pronuncia, l’Autorità per i mercati e servizi finanziari del Beglio (FSMA) ha stabilito che Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute emesse da del codice non sono delle securities.
La comunicazione, emessa il 22/11, scende poi più nel dettaglio. Viene specificato che per rientrare nelle securities, un asset deve essere necessariamente emesso da un individuo o entità. In criptovalute come BTC ed ETH, questa condizione viene a mancare.
La pronuncia non ha alcun potere vincolante né in Belgio né tantomeno in Unione Europea. Tuttavia si tratta di qualcosa che non può essere ignorato e che probabilmente fornirà un punto di partenza in futuro.
Comunque, la FSMA ha sottolineato che le criptovalute potrebbero essere soggette ad altre normative, come nel caso in cui fossero impiegate come mezzo di pagamento.
Il Belgio non è un Paese ricco di criptoinvestitori. L’interesse è però crescente e l’Autorità si è trovata quasi obbligata a dover fornire il proprio parere sulla questione.
La FSMA sta lavorando da alcuni mesi a un piano di inquadramento del settore crypto, in attesa dell’entrata in vigore del MiCA, attesa per il 2024. La comunicazione del 22/11 fa parte di questo processo.
La FSMA in contrasto con la SEC
La posizione dell’Autorità belga è in pieno contrasto con la Securities and Exchange Commission americana.
Dopo un approccio più orientato a inquadrare BTC, ETH e altre coin come commodities, l’idea sta cambiando.
Secondo Gary Gensler, presidente della SEC, le valute digitali che prevedono lo stake potrebbero rientrare tra le securities. La discussione sul tema ha preso piede soprattutto con il Merge di Ethereum.
È l’atto stesso di mettere in stake a essere sotto la lente di ingrandimento. Infatti, Gensler ritiene che il deposito potrebbe far scattare dei meccanismi che farebbero rientrare gli asset tra le securities.
I regolatori proseguono nella loro personalissima battaglia a colpi di comunicazioni e pareri.
Se al momento la cosa non tocca direttamente noi italiani, la situazione potrebbe cambiare: sappiamo bene come alcune scelte legislative possano essere prese come esempio in altri ordinamenti. Auguriamoci quindi di trovare sempre più voci a favore di una regolamentazione non soffocante e che consenta di investire in libertà e sicurezza.