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Cosa sono le ICO: alla scoperta delle Initial Coin Offering

Di Gabriele Brambilla

Le ICO, croce e delizia degli investitori in criptovalute. Che cosa sono? Quali sono i pro e i contro? Lo sveliamo in questo approfondimento

Cosa sono le ICO: alla scoperta delle Initial Coin Offering

Introduzione alle ICO

Nel panorama crypto, le ICO sono una delle operazioni più note, invitanti e, al tempo stesso, pericolose.

Quando mettiamo nel mirino un ICO token dobbiamo stare in guardia, perché i rischi sono davvero elevati. Al tempo stesso, anche le opportunità di guadagno crescono a dismisura.

In questo approfondimento, andremo dritti al punto e scopriremo che cosa sono le ICO Ethereum e di altre blockchain. Inoltre, le metteremo rapidamente a confronto con le IPO, spesso erroneamente ritenute simili dai non esperti in materia.

Cominciamo dalle basi e scopriamo che cosa sono le ICO.

Cosa si intende per ICO?

ICO è l’acronimo di Initial Coin Offering (o Initial Coin Offer); chi conosce un po’ d’inglese può già immaginare in che cosa consista questa operazione. Ma quindi, cosa vuol dire ICO crypto?

L’ICO è un’operazione mediante cui il team dietro a un nuovo progetto crypto vende la propria creazione prima del lancio sul mercato vero e proprio. Di fatto è qualcosa di simile al fundraising, perché la ICO permette di raccogliere dei capitali preziosi per il proseguimento dei lavori sul progetto.

La Initial Coin Offering è semplice da descrivere: la compagnia del nuovo progetto dà a ogni singolo partecipante una certa quantità di token ICO; in cambio, essa riceve una determinata somma solitamente in criptovalute già esistenti e consolidate come Ethereum e bitcoin.

Come dicevamo poco sopra, mediante questo evento la compagnia può incassare dei fondi che probabilmente finanzieranno ulteriori sviluppi. L’individuo beneficia invece dell’accesso a un asset non ancora listato; se la quotazione salirà parecchio, il ritorno sarà altrettanto elevato.

Il meccanismo di una ICO è adatto anche a quelle società che non vogliono passare dai canali tradizionali di finanziamento, dove regolamentazioni e burocrazia potrebbero creare dei problemi. Tuttavia, come vedremo in seguito, l’assenza di normative non è una cosa totalmente positiva.

"L'ICO è un'operazione di vendita di coin e token prima dell'effettivo lancio sul mercato"

Qual è la differenza tra IPO e ICO?

Abbiamo compreso che cos’è una ICO. Vediamo quindi la differenza con la IPO, perché spesso vengono erroneamente confuse.

IPO è l’abbreviazione di Initial Public Offer, ovvero l’operazione mediante cui una certa società mette sul mercato una parte dei propri titoli per la prima volta.

Messe a confronto, possiamo notare le differenze di queste pratiche.

In primis, le ICO non sono regolamentate, o comunque non lo sono tutte. Invece, le IPO devono sottostare a norme ben specifiche.

Conseguenza del punto precedente, le Initial Coin Offering non hanno requisiti burocratici particolari e possono essere eseguite in tempi rapidi. Al contrario, le Initial Public Offering hanno tempistiche definite e maggiori.

Infine, probabilmente la differenza più grande: le ICO tagliano fuori potenzialmente qualsiasi intermediario.

D’altro canto, le IPO offrono maggiori protezioni agli investitori e, in aggiunta, non si espongono a bug e attacchi informatici.

Qual è la differenza tra IPO e ICO?

Initial Coin Offering: critiche e opportunità

Analizziamo i punti oscuri e di forza di una ICO; partiamo dai primi.

Trattandosi di qualcosa di ancora sperimentale e spesso non regolamentato, la ICO è stata di frequente impiegata per truffare i malcapitati investitori. Lo scam è costruito su un meccanismo davvero banale:

  1. I truffatori creano la coin o il token e lo promuovono, cosicché si generi sufficiente hype. Questa nuova criptovaluta viene sbandierata come rivoluzionaria e pronta a spaccare il mercato; in realtà, dietro al progetto non c’è assolutamente nulla.
  2. Si organizza una ICO e, se il punto 1 è stato svolto nella maniera corretta, le persone si accalcano per partecipare.
  3. A ICO avvenuta, il team scompare con il malloppo e gli investitori restano con in mano il proverbiale pugno di mosche.

Tuttavia, in molti casi la società dietro il progetto investe almeno una parte del denaro, se non tutto. La mancanza di un’idea davvero innovativa, l’incapacità di realizzarla o altre criticità non portano però ai risultati sperati, danneggiando gli investitori. Non a caso, un numero davvero elevato di progetti o startup fallisce poco tempo dopo l’ICO.

Spostandoci sulle opportunità, è innegabile che, se si ha tra le mani l’Initial Coin Offering giusta, i guadagni possono essere davvero elevati. Questo perché si entra come early investor, beneficiando quindi dell’intera salita di valore.

Ciò che appare evidente da queste poche righe è che le ICO sono davvero rischiose. I potenziali ritorni elevatissimi si scontrano con rischi da cui non abbiamo alcun modo di proteggerci. Data questa loro natura, solo investitori molto esperti e dall’alta tolleranza al rischio potrebbero prendere in considerazione le ICO.

"Le ICO sono adatte solo agli investitori molto esperti e dall'alta tolleranza al rischio"

Regolamentazioni ICO

Se un tempo le ICO criptovalute erano il Far West, negli ultimi anni diversi Paesi sono all’opera per creare una regolamentazione ad hoc, oppure per farle ricadere in norme già esistenti.

Interessante il caso degli Stati Uniti, dove la SEC prosegue nella sua battaglia contro criptovalute e CEX appellandosi spesso al rilascio di token (a loro avviso security) senza le dovute autorizzazioni.

A prescindere dal discutibile operato della Commission, effettivamente le ICO meritano una certa attenzione, soprattutto per tutelare gli investitori da truffe e affini.

Il lavoro prosegue e, anche se tutto è ancora in divenire, si delineano pian piano le norme. In alcuni Paesi si è adottato il pugno duro, arrivando addirittura a vietare queste operazioni. Insomma, un’esagerazione normativa che finisce sullo stesso piano dell’eccessiva libertà.


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