New York fa causa a KuCoin, che rischia la chiusura negli Usa
Di Davide Grammatica
Il procuratore generale di New York ha accusato l’exchange KuCoin di non rispettare le leggi sui titoli, compromettendo quindi la permanenza del CEX negli Usa
KuCoin nel mirino
Il procuratore generale di New York, Letitia James, ha intentato una causa contro l’exchange KuCoin per la presunta violazione delle leggi sui titoli. Un’accusa sulla scorta delle opinioni della SEC, associando alla definizione di “security” anche asset come Ethereum (ETH).
“Questa è una delle prime volte in cui un regolatore sostiene in tribunale che ETH sia una una ‘security’”, è stato dichiarato. “La petizione sostiene che ETH, proprio come LUNA o UST, consiste in un asset speculativo basato sugli sforzi di sviluppatori di terze parti, col fine ultimo di fornire profitti ai possessori dell’asset”.
La causa prende quindi di mira KuCoin, con l’accusa di “fingersi un exchange” quando in realtà sarebbe un “broker-dealer di ‘security’”.
KuCoin, con sede alle Seychelles, è al diciassettesimo posto per volume di scambio in 24 ore nella classifica dei CEX. Attivo in tutto il mondo, potrebbe ora essere costretto a bloccare o limitare l’accesso all’exchange, geo-recintando il suo sito in base agli indirizzi IP e alla posizione GPS.
La repressione delle crypto negli Usa
La causa considererebbe ETH come una “security” in quanto gli utenti possono guadagnare ricompense con la semplice detenzione dell’asset. E in questo, il passaggio al PoS della rete ha segnato un passo critico. “Dalla transizione al PoS, il possesso di ETH si traduce direttamente in un potenziale di profitto”, si legge, infatti, nell’accusa.
Stupisce anche il tempismo della causa. L’attenzione delle istituzioni nei confronti dello “staking” sembra salito alle stelle, se si pensa che proprio il mese scorso la SEC ha multato Kraken per 30 milioni di dollari in merito ad alcune violazioni dei suoi servizi. E lo stesso Gary Gensler, presidente della SEC, ha lasciato intendere in prima persona come Ethereum possa rientrare sul radar dell’agenzia.
La mossa del procuratore generale Letitia James, quindi, sembra essere solo la più recente di una lunga serie, oltre ad essere funzionale alla legittimazione dell’azione della SEC. In uno scenario che vede una vera e propria repressione del settore da parte delle autorità statunitensi.
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