Peg: che cos'è e perché è importante
Di Gabriele Brambilla
Termini come "peg", "depeg" e "peggare" sono parte del linguaggio del cryptoinvestitore. Ma qual è il loro significato?
Non tutte le criptovalute sono volatili...
Peg, depeg, peggato, peggare… hai capito di cosa stiamo per parlare?
Le criptovalute sono caratterizzate da una volatilità non adatta a chi vuole essere prudente. Che sia in salita o in discesa, il valore di coin e token può muoversi in modo repentino e secco, creando esaltazione o frustrazione nell’arco di minuti.
Però, non tutte le realtà oscillano così, anzi: esistono crypto che mantengono un valore stabile nel corso del tempo. Ciò è reso possibile dalla loro natura, fondata sul peg a un altro asset.
Di che cosa si tratta? Lo scopriremo nei paragrafi che seguono!
Che cos'è il peg?
Termine che ogni investitore crypto ha sentito di sicuro tantissime volte, il peg è l’ancoraggio che una criptovaluta può avere verso un altro asset. Esso indica il prezzo che la coin o token in questione dovrebbe. Diamo un’occhiata a un esempio per capire meglio.
Tether USDt è la stablecoin più nota e capitalizzata al momento della scrittura. Emessa dall’omonima società privata (Tether), questa crypto è peggata al dollaro americano; perciò, 1 USDT = 1 USD. Il concetto è molto semplice e si applica a tante altre realtà come USDC e DAI.
Il peg può anche riferirsi ad altri asset e non necessariamente a una valuta fiat. Ad esempio, PAX Gold è una criptovaluta peggata all’oro e ne segue fedelmente il valore. Un buon modo per investire nel prezioso metallo senza doverlo acquistare fisicamente, oppure ricorrere ad altri strumenti di investimento tradizionali.
Da solo, il peg non può però garantire l’effettiva stabilità. Un progetto può puntare a mantenerlo, ma cambiamenti e scossoni del mercato potrebbero pensarla diversamente. Per offrire maggiori garanzie di tenuta, ecco quindi che diventano fondamentali le riserve. Riprendendo Tether, per ogni USDT emesso l’azienda detiene un dollaro fisico, così da poter assicurare l’effettiva conversione della sua moneta.
Le riserve non sono obbligatorie ed esistono (o sono esistite) crypto il cui peg è/era mantenuto algoritmicamente. In alcuni casì andò malissimo (vedi UST di Terra), in altri invece sembrano cavarsela.
Infine, troviamo poi realtà che dispongono di riserve miste, composte non dall’asset a cui sono peggate ma da altri. È il caso di DAI di MakerDAO, la stablecoin decentralizzata più nota in assoluto.
Ecco come si presenta il grafico di una stablecoin sana: salvo qualche leggera variazione, il valore è costantemente fissato al peg. In questo caso, l’immagine mostra l’andamento di USDT nel corso degli anni.
Currency peg
Stiamo nelle valute tradizionali e scopriamo che cos’è il currency peg.
Di fatto si tratta di una politica intrapresa generalmente dalla banca centrale di un dato Paese, con cui si stabilisce un tasso di cambio fisso della propria moneta con un’altra straniera. In alcuni casi, l’operazione può essere applicata a più valute estere, in modo tale da garantire la stabilità nei cambi.
Tra i vantaggi di questa pratica, ovviamente vi è la certezza di poter scambiare X moneta per Y moneta. Ciò rende affari e investimenti più prevedibili, a beneficio degli attori che ne prendono parte (e non solo).
Lo svantaggio principale sta invece nel fatto che il Paese dovrà obbligatoriamente detenere delle riserve consistenti delle valute estere con cui sono stati fissati i cambi. Questo perché saranno necessari periodici interventi per poter effettivamente garantire la tenuta del currency peg.
In aggiunta, bisognerà tenere d’occhio anche la bilancia import-export: un peg prefissato può determinare problemi di medio e lungo termine se esistono degli squilibri consistenti.
Infine, lo spauracchio dell’inflazione è sempre presente.
A oggi, diversi Stati hanno fissato un peg tra la propria valuta e il dollaro americano, tra cui Arabia Saudita e Cina. Inoltre, alcuni Paesi hanno stabilito un cambio fisso con l’euro, tra cui la Croazia.
Le stablecoin più importanti
Tornando al peg crypto, è un elemento caratterizzante di tutte le stablecoin.
Tra le più famose abbiamo già menzionato Tether USDt, seguita a ruota da USDC. Quest’ultima è riconosciuta come una moneta più trasparente rispetto alla prima, spesso preferita dagli investitori in cerca di maggior sicurezza.
Dopo DAI, segnaliamo TrueUSD (TUSD) e Binance USD (BUSD), “figlia” dell’omonimo exchange.
La prima stablecoin algoritmica per capitalizzazione è USDD, parte del più ampio progetto di Justin Sun e TRON.