Plume Network: Una blockchain dedicata ai Real World Asset
Di Daniele Corno
Sviluppato grazie ad Arbitrum Nitro e a Celestia, Plume Network si propone come una nuova blockchain per lo sviluppo dei RWA

Introduzione a Plume Network
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Costruita grazie ad Arbitrum Nitro e con la data availability (DA) affidata a Celestia, Plume Network nasce come una nuova blockchain con un obiettivo ben preciso: portare i Real World Asset on-chain.
In un connubio tra mondo crypto e finanza tradizionale, Plume si differenzia per uno use-case specifico, in un settore che tra Treasury tokenizzate e xStocks, è da mesi al centro dei riflettori.
In questo articolo analizziamo tecnologia, tokenomics e roadmap, con l’obiettivo di fornire un quadro generale su questo protocollo.
Cos’è Plume e cosa la distingue?
Plume Network nasce come blockchain modulare compatibile con Ethereum Virtual Machine (EVM), che utilizza Arbitrum Nitro come ambiente di esecuzione e delega la data availability a Celestia.
In un contesto in cui stablecoin, Treasury tokenizzati e azioni on-chain stanno guidando la transizione, Plume si propone come blockchain dedicata esclusivamente allo sviluppo dei Real World Asset. Per farlo infatti, integra al suo interno funzioni di compliance, come KYC e AML.
Questa impostazione rende così Plume più accessibile e sostenibile. I costi di rete restano contenuti e la scalabilità è pensata per supportare applicazioni su larga scala.
Il progetto, guidato da Chris Yin (CEO) ed Eugene YQ Shen (CTO), conta al suo interno membri con esperienza in società come Coinbase, Binance e JP Morgan. Durante la sua fase di sviluppo, iniziata nel 2024, il team ha raccolto ben $30 milioni di dollari in sei diversi round di finanziamento. Dietro questi capitali, figurano nomi come Haun Ventures, Galaxy Digital, YZi Labs, Animoca Ventures e LayerZero Labs.
L’architettura modulare resta il cuore del progetto e offre strumenti pensati per semplificare l’esperienza d’uso. Tra questi spiccano gli Smart Wallet, che integrano funzioni avanzate e riducono al minimo le complessità tipiche riscontrate nel settore.
Tokenomics e metriche
Al centro dell’economia del protocollo, c’è un token proprietario, chiamato PLUME. Il token ha un’offerta massima di 10 miliardi di unità, delle quali circa 2 miliardi già in circolazione. Le restanti 8 miliardi di unità, sono soggette a periodi di vesting, ed entro il gennaio 2028 verrà sbloccato quasi il 90% dell’intera offerta.
La distribuzione iniziale è pensata per favorire lo sviluppo: 46% riservato alla community e agli incentivi, 21% agli investitori, 20% al team e ai contributor, mentre il restante 13% è gestito dalla fondazione.
Oltre al ruolo di governance, il token viene utilizzato per il pagamento delle fee di rete, per lo staking e adotta una meccanica di burn simile a quella introdotta con EIP-1559 su Ethereum, necessaria per contrastare la diluizione a fronte delle emissioni.
Sul piano delle metriche invece, la rete conta già numeri rilevanti. Con un TVL di circa $250 milioni di dollari, Defillama lo classifica come il 25° network per TVL.
Tra i protocolli più utilizzati, troviamo Nest (RWA), Nucleus (Yield aggregator), Superstate (RWA), Morpho Finance (Lending) e PlumeUSD (PUSD), la stablecoin nativa dell’ecosistema.
Parte del TVL è dovuta a programmi di incentivo sulla rete, in particolar modo dovuto all’allocazione dedicata alla community, attualmente operativa per le possibilità di una ricompensa tramite Airdrop.
Partner, confronto e roadmap
Tra il proprio giro di contatti, Plume vanta fin da subito numerose partnership di rilevo. Troviamo infatti collaborazioni dirette con LayerZero, World Liberty Financial, Tron e Mercado Bitcoin. Partnership che si espandono a nomi ben più istituzionali, come BlackRock, BlackStone e Apollo Global Management.
Se confrontato con Ondo Finance, Plume Network risulta ancora distante, benché il modello offerto sia ben differente. Non un singolo emittente, ma un layer dedicato ad ospitare numerosi differenti attori di mercato.
La roadmap prevede nel breve periodo un focus sul pubblico crypto-native, poi l’ampliamento delle classi di asset e, dal 2026, l’apertura verso il mondo TradFi. Se questi obiettivi verranno raggiunti, Plume potrà candidarsi a diventare una delle blockchain di riferimento per la tokenizzazione degli asset reali.
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