4 min read 16 Feb 2022

Stablecoin: svelata la bozza di una possibile normativa negli Usa

Le stablecoin potrebbero rientrare in una nuova normativa negli Usa. Una bozza della legge svela le “qualified stablecoin”.

Stablecoin: svelata la bozza di una possibile normativa negli Usa

Il dibattito sulle stablecoin

Martedì 13 febbraio, il membro democratico della Camera dei Rappresentanti per lo stato del New Jersey (Usa) Josh Gottheimer ha fatto trapelare una bozza di legge che propone di inquadrare, da un punto di vista giuridico più preciso, le stablecoin, istituendo un nuovo regime normativo.

Una possibile svolta per un tipo di criptovaluta criticata da più parti politiche, secondo queste suscettibile alla manipolazione e a rischio collasso, a causa delle relative riserve di capitale giudicate insufficienti. Sempre martedì, infatti, la commissione bancaria del Senato degli Usa si è riunita in un’audizione per esaminare un rapporto sui mercati finanziari, in cui i membri hanno discusso i casi d’uso delle stablecoin, tra vantaggi e rischi.

Più nello specifico, il presidente Sherrod Brown, rappresentante dello stato dell’Ohio in Senato, ha espresso preoccupazioni sulle stablecoin, definendole poco sicure e rischiose in primo luogo per la classe operaia degli Usa.

La bozza della nuova legge

La bozza di Gottheimer propone invece, in primo luogo, di designare una nuova stablecoin “qualificata” (“qualified stablecoin”), che può essere emessa da una banca federale o da un ente che accetti di mantenere il 100% della riserva in dollari (o asset simili approvati dall’Office of the Comptroller of the Currency, l’agenzia federale che vigila sul sistema bancario americano).

La legislazione, che aspetta ancora gli input del Congresso e dei maggiori rappresentanti dell’industria crypto, non è nient’altro che un ulteriore passo verso la strutturazione di questo nuovo mercato, che più volte è già passato sotto la lente dell’amministrazione Biden.

Da questo punto di vista, una testimonianza rilevante arriva da Nellie Liang, sottosegretaria al Tesoro per la finanza nazionale degli Usa, che si è detta favorevole al piano di Gottheimer e impegnata in prima persona per trattare la questione.

Preoccupazioni e prospettive

Tutta la discussione, se non si fosse capito, nasce dalla preoccupazione che i principali emittenti di stablecoin non riescano a garantire il 100% delle richieste di rimborso in valuta tradizionale. E questo nonostante le società (come Tether, per esempio) mantengano un pool di dollari per sostenere il valore del token “stable”. In altre parole, il mondo della politica teme che le stablecoin con maggiore volume di mercato possano perdere il currency Peg, magari durante un picco di richieste di rimborso.

“Il rappresentante Gottheimer ha adottato un approccio ponderato e basato sul richio che le innovazioni delle stablecoin possono comportare”, ha dichiarato Dante Disparte, chief strategy officer di Circle, alla Cnbc. “Sostenere le innovazioni bancarie e non bancarie nel sistema di pagamento è la chiave per la competitività a lungo termine”.

La vicenda si colloca nel percorso di regolamentazione delle criptovalute intrapreso dall’amministrazione Biden, che già lo scorso novembre ha esortato il congresso a procedere nella legislazione, proprio per scongiurare il rischio che le stablecoin possano diventare un problema sistemico. E il futuro, in questo senso, prospetta ulteriori novità. La senatrice Cynthia Lummis, senatrice per lo stato del Wyoming, forse già entro febbraio, dovrebbe introdurre un importante disegno di legge. Tuttavia, vista soprattutto l’agenda geopolitica di Biden, potrebbero volerci mesi prima che un qualsiasi disegno di legge giunga nelle mani del presidente degli Usa.

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