I collaboratori tradiscono SBF, e la SEC denuncia gli exchange token
Di Davide Grammatica
Gary Wang, co-fondatore di FTX, e Caroline Ellison, ex ceo di Alameda Research, testimonieranno contro SBF, mentre la SEC se la prende con gli exchange token
La strada verso il processo di SBF
Il distretto meridionale di New York si è assicurato la collaborazione del co-fondatore di FTX Gary Wang e dell’ex ceo di Alameda Research, Caroline Ellison, in merito alle indagini sul crollo di FTX. E nel mentre, anche la Securities and Exchange Commission (SEC) ha addebitato alla coppia la responsabilità di frode nei confronti degli investitori azionari in FTX.
Il procuratore degli Stati Uniti Damian Williams, in questo senso, ha affermato come sia Ellison sia Wang si siano dichiarati colpevoli e abbiano accettato di collaborare con il distretto.
“Sam Bankman-Fried è ora sotto la custodia dell’FBI e sta tornando negli Stati Uniti”, ha detto Williams. “Sarà trasportato direttamente nel distretto meridionale di New York e comparirà in tribunale davanti a un giudice di questo distretto il prima possibile”.
Per quanto riguarda l’ex presidente di FTX Digital Ryan Salame, invece, quest’ultimo avrebbe già collaborato dal principio della vicenda, avvertendo le autorità delle Bahamas del fatto che FTX stesse utilizzando i fondi dei clienti per coprire le perdite presso Alameda Research, già prima che Sam Bankman-Fried presentasse istanza di protezione dal fallimento ai sensi del Chapter 11.
In più, sarebbe stato proprio Salame ad avvertire le autorità di come le uniche persone che avrebbero potuto trasferire i beni dei clienti ad Alameda Research fossero SBF, il direttore Nishad Singh, e appunto Gary Wang.
SBF, come riportato più volte, dovrà affrontare otto capi di imputazione per frode, riciclaggio di denaro e cospirazione, con un massimo di 115 anni di carcere federale se ritenuto colpevole.
Il ruolo della SEC
Parallelamente al processo che vede imputato l’ex ceo di FTX, la SEC ha intrapreso “un’azione parallela” per perseguire Ellison e Wang. Nello specifico, per la vicenda che riguarda la manipolazione del prezzo dell’exchange token FTT, per sostenere tutto lo schema FTX.
“Quando FTT e il resto del castello di carte sono crollati, il signor Bankman-Fried, la signora Ellison e il signor Wang hanno lasciato gli investitori allo sbaraglio”, ha dichiarato Gary Gensler, presidente della SEC. “E fino a quando le piattaforme crypto non rispetteranno le leggi sui titoli (‘securities’) testate nel tempo, i rischi per gli investitori persisteranno. Rimane una priorità della SEC utilizzare tutti i nostri strumenti disponibili per rendere conforme il settore”.
In più, sono stati svelati ulteriori dettagli sui rapporti e le operazioni della cerchia più ristretta intorno a SBF. Ellison e Wang avrebbero lavorato per sostenere artificialmente il valore di FTT, che fungeva da garanzia per i prestiti (non divulgati) che Alameda aveva contratto da FTX in base alla sua linea di credito praticamente illimitata.
Trasferendo surrettiziamente i fondi dei clienti di FTX sui libri contabili di Alameda, i due avrebbero poi anche nascosto i rischi reali che gli investitori e i clienti di FTX hanno dovuto successivamente affrontare.
Anche la CFTC, infine, è intervenuta sull’argomento, affermando come la coppia avrebbe agito “segretamente e incautamente”.
Sarebbe stato Wang, nello specifico, ad aver creato funzionalità nel codice alla base della piattaforma per consentire ad Alameda di mantenere una “linea di credito essenzialmente illimitata su FTX”. E questo, oltre a un adattamento specifico per far sì che Alameda traesse un vantaggio sleale durante le transazioni, inclusi tempi di esecuzione più rapidi ed esenzioni da vari controlli.
“In assenza di un quadro normativo completo sulle risorse digitali, la CFTC utilizzerà tutto il suo potere e la sua autorità esistenti per proteggere tutti i partecipanti al mercato, garantendo al contempo l’integrità dei mercati delle materie prime”, ha dichiarato Rostin Behnam, presidente della CFTC.
Gli exchange token sono una “security”
Tutta la vicenda ha poi messo in luce un altro problema, ovvero quello che vede la definizione del token FTT, da parte della SEC, come “security”.
“Se la domanda di trading sulla piattaforma FTX aumentasse, la domanda per il token FTT potrebbe aumentare, e qualsiasi aumento di prezzo in FTT andrebbe a vantaggio dei titolari del token in modo uguale e direttamente proporzionale alle loro partecipazioni“, ha scritto la SEC.
In questo senso, la posizione della SEC getterebbe un’ombra su token simili emessi da altri exchange, ponendo un problema nei confronti della pratica “buy&burn” che anche altri scambi centralizzati, come Binance e OKX, fanno con i loro token.