Schema Ponzi: conoscerlo e difendersi
Di Gabriele Brambilla
Di truffe in circolazione ce ne sono tante, ma nell'Olimpo delle più note e utilizzate spetta un posto privilegiato allo schema Ponzi: studiamolo
Ponzi schema: un articolo Q&A a tema
Oggi scopriamo una delle truffe più famose, antiche e ancora in circolazione: lo schema Ponzi.
Ne avrai sentito parlare tantissime volte, ma di che cosa si tratta? Perché ha questo nome tutto italiano? E soprattutto, come potersi difendere?
In questo articolo risponderemo a varie domande e impareremo a individuare uno schema di Ponzi.
Indice
Perché si chiama schema Ponzi?
Lo schema di Ponzi prende il nome da Charles Ponzi, un immigrato italiano stabilitosi negli Stati Uniti nei primi anni del Novecento.
Servendosi dei buoni postali internazionali, Ponzi fu in grado di costruire una piramide basata sul nulla. Nella truffa caddero 40.000 persone che gli portarono oltre 15 milioni di dollari.
L’omonimo schema, seppur rielaborato e raffinato, sopravvive e miete vittime ancora oggi.
Nel 2008, l’ex presidente del Nasdaq Bernie Madoff finì nel mirino della legge per aver elaborato una truffa Ponzi. Madoff riuscì a sottrarre oltre 50 miliardi di dollari e fu poi arrestato. Oggi è ancora in carcere, luogo dove rimarrà a vita.
Anche nelle criptovalute ci sono stati casi di schemi Ponzi, la cui più nota è OneCoin. Ruja Ignatova, la mente dietro il “progetto”, è ancora latitante e ricercata in tutto il mondo anche da FBI e Interpol.
Che cos'è lo schema di Ponzi?
Spieghiamo la piramide di Ponzi con un esempio facile facile.
Supponiamo che Bernie (un nome a caso eh!) voglia mettere in piedi una truffa. Elabora un piano in cui promuove una finta azienda che estrae diamanti. In realtà, l’obiettivo è solamente quello di attrarre più denaro possibile.
I clienti (cioè i futuri truffati) devono iscriversi e versare 1200€. In cambio, viene fatta la promessa che entro un anno riotterranno il capitale investito; inoltre, per tutto il secondo anno accumuleranno un investimento di pari valore, esigibile a scadenza sia in contanti che sotto forma di diamanti.
Presentata così, stiamo parlando di un ritorno del 100%, davvero niente male. Già qui però dovremmo chiederci:
- Cosa se ne fanno del mio denaro?
- Perché l’investimento è così redditizio?
In questo caso, Bernie potrebbe dire che il denaro serve per acquistare i macchinari necessari a estrarre un ricco giacimento di diamanti di cui è proprietario. Il ritorno dall’investimento è così elevato perché prevede di guadagnare molto di più.
Alcuni ci cascano e depositano fondi. Il mese successivo vedono recapitarsi 100€ sul conto, così iniziano a pensare “non è una truffa, effettivamente i soldi arrivano!”. Spinti probabilmente da un incentivo economico (ad esempio una rendita ancor superiore) promuovono l’opportunità da amici e parenti.
Il meccanismo di Ponzi è già nel vivo: i 100€ pagati a ciascun early investor sono una parte di quelli depositati in precedenza dagli stessi. Ora però arriva anche denaro nuovo e la piramide inizia a formarsi: il truffatore in cima, i primi investitori subito sotto e poi gli altri.
Man mano che la truffa prosegue, sempre più persone partecipano e i livelli crescono. A ogni nuovo deposito, il truffatore ne accantona una parte per sé.
Potrebbero poi subentrare altri meccanismi tipo “reinvesti quanto ti restituiamo e ti pagheremo ancora di più”. In questo modo, la gente si farà ingolosire e Bernie potrà accatastare ancor più denaro.
Finché le entrate superano le uscite, il modus operandi resta invariato. Però, nel momento in cui Bernie non potrà più ripagare gli investitori, ecco che si lancerà sul primo aereo per una meta esotica e fuori dai radar, con una bella valigetta piena di denaro.
Gli investitori, o meglio, i truffati, resteranno con in mano un pugno di mosche. I primi arrivati potrebbero averci guadagnato, ma più si scende nella piramide, maggiori saranno le perdite.
Quando crolla uno schema Ponzi?
Lo schema di Ponzi crolla quando i nuovi arrivati non riescono a portare il denaro sufficiente a pagare gli interessi a chi è già nel sistema. Quando ciò accade, il castello di carte cede improvvisamente e lascia tutti quanti spiazzati.
I primi arrivati potrebbero aver effettivamente guadagnato un bel gruzzoletto; però, scendendo di livello sarà sempre più difficile trovare persone in profitto. Gli ultimi sono quelli a cui va peggio, perché incassano una perdita pari al denaro inizialmente depositato.
In tutto ciò, i truffatori scappano e si godono il frutto del loro crimine… a patto che le autorità non li arrestino!
Quanto tempo può durare uno schema Ponzi? Non ci sono limiti e tutto dipende dalle dinamiche dello schema stesso: finché entra nuovo denaro, e questo è sufficiente a mantenere in piedi la piramide, il meccanismo può proseguire.
"Lo schema di Ponzi crolla quando i nuovi arrivati non riescono a portare il denaro sufficiente a pagare gli interessi a chi è già nel sistema"
Come riconoscere uno schema Ponzi?
Benché i truffatori siano sempre più furbi, un sistema Ponzi può essere facilmente scovato.
Alla base di tutto c’è solitamente la richiesta di denaro con la promessa di ottenere ottimi profitti. Di per sé, questo elemento non è sufficiente a identificare una truffa della categoria, ma può far suonare il campanello d’allarme. Passiamo poi allo step successivo: la promozione.
Per stare in piedi, la piramide di Ponzi necessita del continuo ingresso di fondi freschi. Questo perché gli investitori sono attratti proprio dalle promesse di ritorni niente male (se non estremi); di conseguenza, periodicamente devono ricevere qualcosa per restare tranquilli e non essere sospettosi. Da dove arriva questo denaro? Non è nient’altro che una parte di quello versato dai nuovi malcapitati; il rimanente finisce diretto nelle tasche dei truffatori.
La promozione è quindi fondamentale perché senza nuove entrate è impossibile andare avanti. Nel momento in cui si individua questo meccanismo, abbiamo la conferma che siamo davanti a uno schema di Ponzi.
Promesse di super guadagni, a patto di versare denaro e portare più amici possibili, sono delle red flag enormi e che sventolano a tutta forza.
In questi casi, lasciamo perdere e non buttiamo via i nostri soldi. Cerchiamo anche di avvisare amici, parenti e conoscenti che stanno valutando di entrare, cosicché possano rendersi conto dei rischi. Poi, è sempre una buona idea segnalare alle autorità lo schema Ponzi, cosicché possano essere intraprese tutte le misure necessarie a tutelare chi ci è cascato.
Perché lo schema Ponzi è illegale?
Lo schema di Ponzi è illegale in quanto si tratta a tutti gli effetti di una truffa.
L’ideatore (o gli ideatori, se si tratta di più persone) non sviluppano né un prodotto né un servizio utile. La struttura che viene costruita è esclusivamente pensata per attirare più denaro possibile e, nel momento in cui entra in crisi, chi c’è dietro scappa con il malloppo.
Perciò, è naturale che sia una pratica illegale: è un reato.
In ogni caso, quando ci vengono dei sospetti sul fatto che un’opportunità possa essere una truffa Ponzi, meglio stare alla larga ed evitare qualsiasi pericolo.
Perché bitcoin NON è uno schema Ponzi?
Adesso che conosciamo il metodo Ponzi, diventa davvero semplice capire perché bitcoin (e tante altre criptovalute) non ha nulla a che vedere con questa truffa.
Bitcoin è una criptovaluta che non cerca di attirare a tutti i costi liquidità per pagare gli investimenti di chi già fa parte della piramide di Ponzi. Il valore di BTC sale e scende secondo domanda e offerta, come tantissimi prodotti e servizi sul mercato.
Dietro la coin c’è una struttura complessa e unica: la blockchain. Il numero di BTC è definito e limitato; inoltre, ci sono dei casi d’uso: riserva di valore, asset speculativo, mezzo di pagamento e scambio…
Anche Ether, coin di Ethereum, non è un sistema Ponzi, così come non lo sono Cardano, Ripple, BNB… dobbiamo continuare?
Per esempio, ETH ha numerosi casi d’uso quali mezzo per pagare le gas fee della blockchain (che offre molti servizi), asset di investimento e moneta da mettere in staking per garantire la sicurezza del network. Proprio su questo punto, gli ETH distribuiti come ricompensa provengono dalle gas fee pagate durante le transazioni, non da utenti che sono appena entrati e hanno versato dei soldi a caso, come invece accade negli schemi Ponzi.
Esistono poi criptovalute truffaldine o piattaforme che adottano il famoso meccanismo di cui stiamo parlando, oppure che prevedono delle tokenomics dubbie e che fanno leva sulla partecipazione, definite in gergo Ponzinomics. Ovviamente dobbiamo stare ben attenti.
Perciò, la prossima volta che vedrai accoppiati “schema Ponzi criptovalute”, potrai dire la tua!
Selezionando progetti dall’alto valore e che si occupano di risolvere uno o più bisogni, potremo avere molte più certezze riguardo il futuro dei nostri investimenti.