Shutdown USA, si riparte: la macro e la FED spaventano le crypto
Di Daniele Corno
Lo Shutdown del governo USA è terminato: Dopo 43 giorni tornano i dati macroeconomici e le aspettative spaventano BTC ed ETH
Introduzione al focus on di oggi
Dopo 43 giorni di stop alle spese pubbliche, lo shutdown del governo USA è terminato. È l’inizio di un ritorno graduale alla normalità.
Per quasi un mese e mezzo, la macchina economica globale ha viaggiato senza una parte fondamentale: i dati macro. Trader, investitori e grandi fondi hanno operato alla cieca, privati dei segnali che guidano ogni scelta di mercato. Senza numeri aggiornati, l’operatività è diventata più complessa, mentre la volatilità ha iniziato a crescere.
Con un quadro di informazioni ridotto, gli occhi sono puntati sulla prossima decisione della FED, attesa per il 10 dicembre. Con la mancanza dei dati, il quadro potrebbe essere parziale e nel mercato non mancano i timori.
Se da un punto di vista si apre lo spiraglio per nuova liquidità, dall’altro si abbassano le prospettive di un nuovo taglio, creando ulteriori incertezze sul mercato.
Incertezze che mostrano una visione contrastante sul mercato: il dollaro perde trazione a discapito dell’oro, che esplode nuovamente a rialzo. Gli indici spingono con forza, a pochi punti dai massimi storici ma, ancora una volta, per il mercato crypto la festa si è spostata, ed i prezzi subiscono numerose svendite.
Indice
Tornano i dati, ma ottobre è in dubbio
Per tracciare un quadro chiaro del contesto attuale, bisogna partire da un fatto semplice: il mese di ottobre rischia di rimanere un buco nero nella statistica americana.
Durante i 43 giorni di shutdown, la Bureau of Labor Statistics non ha potuto raccogliere i dati necessari per compilare i report mensili su lavoro, inflazione e consumi.
Inoltre, secondo quanto riportato da Reuters, la priorità nell’elaborazione e raccolta dei dati è posta su novembre. Questo potrebbe posticipare la pubblicazione delle letture di ottobre o, in uno scenario meno probabile ma comunque possibile, portare alla loro completa assenza.
Ora che il governo ha riaperto, però, il calendario riparte. Le prossime settimane porteranno un’ondata di pubblicazioni concentrate: inflazione, NFP, disoccupazione, salari, produttività e dati del settore immobiliare.
Il valore di questi dati, alla conclusione dello Shutdown più lungo di sempre, sarà rilevante. Questo proprio in attesa della prossima decisione della FED. Essa dovrà infatti basare la sua decisione del 10 dicembre sulle ultime pubblicazioni, il cui calendario ripartirà dalla prossima settimana.
FOMC più rigido: i tagli spariscono dal radar
Con il FOMC di dicembre alle porte, le aspettative sulla politica monetaria sono cambiate in modo netto. I mercati non prezzano più con convinzione un taglio dei tassi: le probabilità si sono ridotte a fronte di un quadro informativo incompleto e di un’inflazione che, nonostante il rallentamento, resta superiore agli obiettivi della Fed.
In una settimana, siamo arrivati ad un momento vicino alla parità. Le probabilità sono vicine al lancio di una moneta: le probabilità di un taglio sono crollate da oltre il 70% all’attuale 53.6%, mentre sono salite al 46.4% la probabilità di rimanere nell’intervallo 3.75-4 punti base.

L’incertezza sul mercato pesa, con la paura che i dati relativi a novembre non siano sufficienti per un allentamento della politica monetaria. D’altra parte tuttavia, il quantitative tightening entra nella sua fase conclusiva e dovrebbe terminare entro tre settimane, lasciando invariata la postura restrittiva ma senza ulteriori drenaggi di liquidità.
Il contesto è quindi complesso, e benché i mercati azionari mostrano forza, la Fed deve mantenere credibilità anti-inflazione, monitorare i rischi di rallentamento e prendere decisioni con meno informazioni del solito.
Bitcoin ed Ethereum reagiscono male: volatilità in arrivo?
Mentre la politica monetaria resta incerta, i mercati tradizionali non smettono di correre. Standard & Poor’s 500 contratta sopra i 6.800 punti e Nasdaq 100 resta stabile sopra area 25.300, rispettivamente a -1.5% e -3% dai massimi storici di fine ottobre.
Performance da record, senza freni, anche per il Gold, tornato nuovamente sopra i $4.200 dollari l’oncia, favorito da un deprezzamento del dollaro nell’ultima settimana.
Dollaro giù, ma nonostante ciò, neanche questo favorisce un rimbalzo nel mercato crypto. Il tentativo di BTC di recuperare area $108.000 ha fallito in tempo zero, alimentando nuovi sell off che ci riportano sotto area $100.000. Un prezzo critico, che insieme ad area $98.000 ha costituito il bottom per tutti gli affondi di prezzo da giugno ad oggi e che rischia di essere sotto forti tensioni.
Conclusione: occhio alle prossime settimane
La fine dello shutdown apre la strada a un ritorno graduale alla normalità, ma il mercato non ha ancora tutte le risposte di cui ha bisogno.
Il vuoto informativo di ottobre pesa, la liquidità resta selettiva e la Fed si prepara a decidere con meno dati del previsto. Il mercato vive una combinazione che rallenta il momentum del settore crypto e amplifica ogni oscillazione, con la volatilità che tende ad aumentare.
I prossimi giorni, con la ripresa delle pubblicazioni macro, offriranno finalmente un quadro più leggibile. Solo allora sarà possibile capire se la fase attuale rappresenta una semplice pausa o l’inizio di un consolidamento più profondo. Fino ad allora, prudenza e pazienza restano le armi migliori per ogni investitore esposto sul mercato.