La mass adoption passa anche dalla birra di Solana
Di Davide Grammatica
Grazie all’iniziativa di BarrelDAO, ha visto la luce la nuova birra in lattina Solana Summer Shandy, le cui grafiche riprendono i più famosi NFT dell’ecosistema SOL.
La birra di Solana
L’idea di una birra “marca Solana” nasce dalla community di BarrelDAO, che di fatto è un birrificio e una distilleria decentralizzata, governata dai propri utenti. E verrà rilasciata in quantità limitate, ovvero 333 confezioni da 16 birre in totale, ciascuna rappresentata da un NFT dell’ecosistema Solana che può essere acquistato e poi riscattato per ricevere la birra.
In particolare, la bevanda sarà una birra alcolica con retrogusto di limone, ma con un valore aggiunto molto più interessante. Questo perché ogni confezione e ogni lattina darà tappezzata di opere d’arte digitali originali di Mark Lauthier, con riferimenti a una vasta gamma di progetti NFT basati su Solana, e avatar specifici delle collezioni stesse.
I riferimenti, in questo senso, saranno a progetti come DeGods, Degenerate Ape Academy, Okay Bears, Solana Monkey Business, Thugbirdz, Cets on Creck, Catalina Whale Mixer e “The First Edition” di John Lê. La stessa BarrelDAO, stando alle dichiarazioni del ceo Dave Goldman, possiede circa 20 dei singoli NFT a cui si fa riferimento sulle lattine, mentre altri 23 appaiono tramite accordi di licenza raggiunti con i detentori dei singoli NFT.
“Negli ultimi giorni abbiamo scrupolosamente esaminato e concesso in licenza ogni singolo NFT utilizzato nel design delle lattine”, ha sottolineato Goldman. ”Sapevamo che questo avrebbe potuto dare il via a un grande dibattito sulla proprietà intellettuale, e volevamo essere sicuri di aver stabilito uno standard, anche adottabile da altri marchi”.
BarrelDAO ha lanciato la vendita sul principale marketplace NFT di Solana, Magic Eden. Ogni confezione da 16 (ora sold-out) veniva venduta per 1,35 SOL, e quel prezzo includeva la spedizione negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia.
NFT, arte, proprietà
In effetti, un dibattito vero e proprio sull’argomento esiste già, che riguarda lo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale sugli NFT. Il problema riguarda molto da vicino, per esempio, Yuga Labs, che ha ispirato innumerevoli progetti NFT con la sua licenza della collezione Bored Ape Yacht Club. Tuttavia, rimane vivo il dubbio “burocratico” in merito all’effettiva trasmissione della proprietà intellettuale tramite concessione dei diritti. Di fatto, manca ancora un precedente giudiziario che potrebbe indicarne la via.
Giusto la scorsa settimana, la società di investimento in criptovalute Galaxy Digital ha pubblicato un rapporto di ricerca in cui suggerisce come la licenza Bored Apes in particolare contenga contraddizioni sulla proprietà intellettuale. Addirittura, Yuga Labs rientrerebbe tra gli sviluppatori del Web3.0 che hanno “indotto in errore” i proprietari di NFT riguardo alla proprietà intellettuale di cui dispongono.