In Svizzera sarà richiesta l’ID per ogni prelievo crypto
Di Davide Grammatica
La Svizzera ha introdotto nella propria regolamentazione il vincolo di rivelare la propria identità ad ogni prelievo di criptovaluta, per combattere il riciclaggio di denaro
La regolamentazione svizzera
La Svizzera, fino ad oggi uno degli hub crypto europei più rilevanti, ha introdotto nella propria regolamentazione finanziaria la necessità, per ogni cittadino, di dichiarare la propria identità a fronte di un qualsiasi tipo di prelievo di criptovaluta.
La scelta è dovuta a una politica che vuole combattere con maggiori strumenti le truffe e il riciclaggio di denaro, e si è così fissato un limite alle transazioni che superano il limite di mille franchi svizzeri (circa mille euro), sopra il quale ai cittadini verrà sempre richiesto una procedura KYC.
E la procedura coinvolge qualsiasi tipo di transazione, a patto che consista in uno scambio in contanti o qualsiasi altra forma di denaro, a partire dalla criptovaluta.
Il limite alle criptovalute
La FINMA (Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari), a quanto risulta, avrebbe introdotto questa norma in funzione e a causa delle proprie preoccupazioni in merito a varie attività illecite, come uso della criptovaluta per scambi non regolamentati e altre altre attività illegali, nell’orizzonte del riciclaggio di denaro.
“Le valute virtuali sono spesso utilizzate come strumento di pagamento nell’ambito del commercio illecito, come il traffico di droga tramite dark web, o per il pagamento di riscatti dopo attacchi informatici”, si legge nel comunicato ufficiale. “Il rischio di riciclaggio di denaro nel campo d’azione della valuta virtuale è rafforzato dal potenziale anonimato, dalla velocità delle transazioni e dalla natura transfrontaliera delle stesse”.
La FINMA, già lo scorso maggio, aveva proposto una politica volta a frenare le attività di smurfing, ovvero quell’attività di pirateria informatica condotta immettendo un’enorme quantità di informazioni nella banca dati di un’azienda, in modo da rallentarne la consultazione da parte degli altri utenti. O, in altre parole, il processo di riduzione dei pagamenti di grandi dimensioni in frammenti più piccoli.
Tuttavia, anche i quel caso, la community crypto rispose in maniera negativa, sottolineando il problema che la concessione dei propri dati porterebbe al rischio di un’esposizione degli stessi agli attacchi hacker.
E per quanto riguarda i prelievi, nonostante le richieste di aumentare il limite massimo a 25mila franchi svizzeri, questi saranno soggetti alla nuova regolamentazione a partire dal 2023.