Telegram vuole lanciare un suo exchange
Di Davide Grammatica
Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, ha annunciato di avere dei piani per la realizzazione di un exchange decentraizzato (DEX), per riportare le crypto verso modelli piattaforma affidabili
Telegram guarda alle crypto
Pavel Durov, fondatore e ceo di Telegram, ha annunciato i suoi piani per la realizzazione di un nuovo exchange decentralizzato. Per rispondere al bisogno degli utenti di potersi affidare a un nuovo modello di piattaforma, e che prenda le distanze da quello tradizionale, ormai compromesso dalle recenti vicende e, in particolare, dal crollo di FTX.
Un’alternativa affidabile e decentralizzata, insomma, che possa riguadagnarsi la fiducia ormai persa nei confronti dei vari CEX.
Durov lo ha annunciato nel suo canale telegram ufficiale e, nello specifico, ha sottolineato come la società avrebbe già iniziato a creare “portafogli non-custodial” che consentirebbero a milioni di utenti di scambiare le proprie criptovalute con protocolli decentralizzati.
“In questo modo possiamo correggere gli errori causati dall’eccessiva centralizzazione, che ha deluso centinaia di migliaia di utenti crypto”, ha affermato Durov. “E il progetto dovrebbe essere più che fattibile”, se si pensa che Fragment, piattaforma di aste decentralizzata di Telegram, “ha richiesto solo cinque settimane e cinque persone per lo sviluppo”.
Il ceo di Telegram ha quindi radunato la community degli sviluppatori, per riportare il settore lontano dalla necessità di affidarsi a terze parti. “La dipendenza da entità centralizzate”, ha affermato, “ha fatto sì che molti perdessero i loro soldi nel fallimento di FTX per mano di pochi che hanno iniziato ad abusare del loro potere”.
Gli exchange si stanno ora affannando per implementare controlli migliori in relazione ai conti delle loro aziende, compresi i sistemi di Proof-of-reserve, che tentano di monitorare i fondi dei clienti on-chain.
Il nuovo scenario dei CEX
Nel frattempo, non ci è voluto molto prima che i principali analisti del mercato si accorgessero di un rilevante “drenaggio” dei fondi degli exchange centralizzati. Ed è anche per il realizzarsi di questo contesto che deve essere nata l’iniziativa di Telegram.
Dopo che FTX ha presentato istanza di fallimento, molti competitor (tra cui OKX e Crypto.com) hanno registrato una forte “uscita” di fondi, e se alcuni resistono con buoni risultati, altri si sono già visti costretti a congelare i prelievi, per evitare lo scenario peggiore del fallimento.