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Indicatori: quali sono i principali?

Di Matteo Bertonazzi

Come disse Mark Twain la storia (in questo caso il mercato) non si ripete, ma fa rima.

Indicatori: quali sono i principali?

Trading Intermedio

Fantastico, siamo arrivati alla sezione intermedia del nostro percorso nel mondo del trading e dell’analisi tecnica.

Arrivati a questo punto avremo una visione parziale di come si muovono i mercati, abbiamo bisogno quindi di strumenti che ci permettano di decifrare con maggiore precisione, il flusso di movimento dei prezzi.

Nel corso della storia della finanza, diversi matematici e investitori hanno sviluppato delle rappresentazioni grafiche, in grado di aiutare i partecipanti al mercato a riconoscere intuitivamente condizioni di mercato ripetitive.

Come disse Mark Twain la storia (in questo caso il mercato) non si ripete, ma fa rima.

Andremo ora ad analizzare i maggiori indicatori utilizzati dai trader e le diverse situazioni in cui può essere intelligente applicarli.

Ricordiamoci sempre che ogni condizione di mercato richiede un’analisi specifica, non possiamo pensare di descrivere un sistema complesso, che si modifica a causa di innumerevoli fattori, con solo poche chiavi di lettura, sarebbe come cercare di parafrasare la divina commedia conoscendo solo qualche lettera dell’alfabeto.

Leading & Lagging

Ogni Trader vorrebbe avere una pacchetto completo di indicatori che diano segnali su: quando entrare, la direzionalità presa dal mercato, l’intensità del movimento che sta per arrivare e magari anche il momento migliore per uscire dal trade.

Bene, per avere tutti questi elementi, bisogna capire prima di tutto la differenza tra leading e lagging:

  1. Un indicatore leading dà un segnale prima che l’inversione si verifichi. Appartengono a questa categoria gli oscillatori e i software di analisi volumetrica.
  2. Un indicatore lagging dà un segnale dopo che il nuovo trend è iniziato. Appartengono a questa categoria i trend-following e gli indicatori di momentum.

In prima battuta sembrerebbe che siano gli indicatori leading, come suggerisce il nome, quelli da seguire, ma spesso questa tipologia di indicatori fornisce “falsi segnali”

Gli indicatori lagging non permettono il posizionamento migliore all’interno di un movimento, in quanto lo definiscono solo successivamente, ma sono passibili di meno falsi segnali.

Volatilità

La volatilità sta alla base di molte valutazioni o sistemi per operare a mercato, può essere definita come il rapporto tra la lunghezza del percorso che un asset impiega per andare da un punto A ad un punto B nel grafico e la retta che collega AB.

Un altro semplice metodo di identificazione della volatilità è l’individuazione del range di escursione del prezzo nel periodo osservato.

Per capire come la volatilità si inserisce nelle dinamiche di trading dobbiamo sempre paragonarla alla direzionalità dell’asset su cui stiamo operando.

Vediamo le combinazioni di questi due elementi e come possono influenzare il nostro trading:

ALTA VOLATILITA’ e ALTA DIREZIONALITA’

Questa è l’alchimia migliore per generare ottimi profitti cavalcando i trend, adatto ai trader di breakout che ottimizzano la loro strategia alla rottura di determinate compressioni del mercato; queste condizioni tendono a non durare molto ma la velocità con cui movimentano il prezzo assicurano profitti importanti.

ALTA VOLATILITA’ e BASSA DIREZIONALITA’

La bassa direzionalità fa si che per periodi di tempo più o meno prolungati il prezzo oscilli in un range, l’altà volatilità allontana gli estremi del canale in cui il prezzo rimane intrappolato. La difficile interpretazione di queste fasi del mercato tende a sottrarre profitti ai trader, mentre i più prudenti tendono ad aspettare in queste situazioni, chi tende ad andare in overtrading rischia di farsi molto male.

BASSA VOLATILITA’ e ALTA DIREZIONALITA’

Quando si presenta questa combinazione pochi saranno i segnali che ci porteranno ad operare, ma tenderemo a mantenere la posizione presa per lunghi periodi. La formazione dei profitti è lenta ma tendenzialmente regolare in quanto la volatilità non interviene nella direzione opposta al trend, se non quando è in esaurimento. Ottima condizione per i trend follower che prediligono ritorni “Slow&Steady”, pessima per i trader di “Volatility Breakout”.

BASSA VOLATILITA’ e BASSA DIREZIONALITA’

Per non utilizzare francesismi questa condizione di mercato è pessima, prezzo piatto e nessun segnale di trend, spesso associata a una fase di congestione o di mercati poco liquidi porta a profitti limitati o addirittura perdite ripetute se non si applicano determinati filtri alla propria operatività.

Spesso in queste situazioni, gli investitori istituzionali tendono a sporcare gli estremi del range in cui è bloccato il prezzo, così da “ingannare” i trader di breakout e i trader “impazienti”.

Momentum

Il concetto di Momento può essere compreso attraverso una semplice metafora:

Quando lanciamo un oggetto verso l’alto, la sua velocità è molto elevata quando si separa dalle nostre mani, mentre si avvicina all’apice del suo percorso tende a rallentare fino a fermarsi per un istante, prima di invertire direzionalità.

La struttura di un mercato alterna sempre fasi di espansione e fasi di ritracciamento, sia in trend rialzista sia in ribassista.

Lo studio del momentum delle fasi di espansione, nel loro susseguirsi, è molto importante per valutare l’esaurimento o la prosecuzione di un trend.

Il Momentum di un impulso può essere facilmente misurato dall’angolo del movimento rispetto alla normale come visibile nell’immagine sottostante.

Anche la rapidità con cui un prezzo esegue un escursione è altresì importante, se il prezzo impiega meno tempo a completare una determinata espansione indica un momento maggiore, viceversa un espansione lenta indica un momentum in esaurimento.

Momentum

Bande di Bollinger

Jhon Bollinger sviluppa questo indicatore per misurare la volatilità del mercato, identificando situazioni di ipercomprato e di ipervenduto.

In sostanza, le Bande, tenderanno ad allontanarsi l’una dall’altra quando il mercato aumenterà la sua volatilità, seguendo la direzione del mercato stesso, mentre avvicinandosi indicheranno una condizione di congestione del prezzo.

Le due Bande indicano la volatilità e il grado di variazione dei prezzi nel tempo, mentre la banda centrale rappresenta una semplice media mobile (SMA).

BOLLINGER SQUEEZE

Un’altra strategia di utilizzo delle bande, è invece tipica dei mercati in trending:

  • Quando il prezzo chiude sopra le bande indica forte intenzionalità rialzista con presumibile continuazione long del trend
  • Se il prezzo invece dimostra forza ribassista sufficiente da chiudere sotto la banda inferiore, ciò fa presumere una continuazione short del prezzo

Vuoi approfondire? Ecco il nostro articolo dedicato alle bande di Bollinger.

Bande di Bollinger

MACD

L’oscillatore MACD, il cui acronimo sta per Moving Average Convergence Divergence, è utilizzato per l’individuazione d’inizio di un trend, che esso sia rialzista o ribassista.

Questo tramite la combinazione di medie mobile esponenziali e analisi del trend.

Associati a questo indicatore vi sono di solito 3 numeri, essi rappresentano:

  • Il primo indica i periodi calcolati con la media mobile più veloce
  • Il secondo evidenzia il numero di periodi della media mobile più lenta
  • Il terzo numero invece rappresenta la differenza che intercorre tra la media più veloce e la più lenta

Facciamo un esempio così da avere una rappresentazione visiva e numerica di ciò di cui stiamo parlando, di default sui principali software di analisi dei grafici, i valori che compongono il MACD sono (12, 26 e 9):

  • Il numero 12 rappresenta la media mobile degli ultimi 12 periodi
  • Il 26 rappresenta la media mobile degli ultimi 26 periodi
  • Invece il 9 rappresenta la differenza tra le due medie sopra.

Spesso viene fatta confusione sulla terminologia associata ai componenti di questi indicatore, facciamo quindi, un po’ di chiarezza:

  • In questo esempio la Linea blu, è la linea che rappresenta la differenza tra la media a 12 e la media a 26 periodi ed è chiamata MACD LINE
  • La linea arancione rappresenta la media mobile esponenziale a 9 periodi ed è chiamata SIGNAL LINE, è un’informazione integrativa che aumenta la significatività dell’indicatore
  • L’Istogramma invece è una rappresentazione della differenza tra la MACD line e la SIGNAL line

MACD line: indicatore di momentum rappresentato dalla differenza tra due medie mobili, i valori che assumerà oscilleranno sempre intorno allo zero, i movimenti al rialzo o al ribasso indicheranno l’intensità del momentum, più il numero sarà distante dallo zero in positivo più sarà bullish, viceversa se il numero sarà negativo indicherà un momentum bearish.

SIGNAL line: Linea di riferimento aggiunta per fornire segnali di buy o sell, analogamente all’incrocio delle medie mobili.

ISTOGRAMMA: evidenzia in maniera grafica, la differenza tra MACD e SL, così da accentuare quei movimenti particolarmente marcati del prezzo, che generano importanti differenze tra le medie, preannunciando potenziali effetti elastico (riallineamento del prezzo).

Andiamo ora a vedere i diversi tipi di segnale, che si possono osservare dai movimenti di questo oscillatore:

CROSS LINEA DELLO ZERO (confirmatorio)

  • Se la linea MACD incrocia il livello zero, dal basso verso l’alto, indica una situazione di momentum crescente bullish (BUY)
  • Se l’incrocio avviene dall’alto verso il basso indica un crescente momentum ribassista (SELL)

CROSS SOGNAL LINE-MACD (anticipatorio)

  • Una volta che SL incrocia MACD dal basso verso l’alto è spesso un segnale rialzista
  • Viceversa se SL incrocia MACD verso il basso avvisa di un momentum ribassista

DIVERGENZE MACD E PREZZO

  • Quando il prezzo segna due massimi crescenti e il MACD invece li crea discendenti questo dimostra come nonostante il prezzo tenda al rialzo, il momentum rialzista sia in diminuzione = bearish

  • Viceversa se il MACD crea due minimi crescenti e il prezzo invece segna due minimi decrescenti questo sta ad indicare un indebolimento del momentum ribassista con potenziale inversione bullish

Stocastico

L’oscillatore stocastico lavora secondo due teorie consolidate:

  • In un trend rialzista, il prezzo di chiusura della sessione sarà maggiore o uguale alla chiusura precedente (massimi crescenti e minimi crescenti)
  • In un trend ribassista, il prezzo oscillerà al di sotto o allo stesso livello della chiusura precedente (massimi decrescenti e minimi decrescenti)

Con queste premesse possiamo osservare che l’indicatore:

  • Quando si trova in zona di “ipercomprato” (≥80) tende ad esaurire il momentum rialzista, non riuscendo a sostenere l’estensione esagerata dei prezzi; squilibrio tra domanda e offerta a favore dei compratori
  • Viceversa, se si muove in zone di “ipervenduto” (≤20) indica che la pressione ribassista è in esaurimento, potenziale segnale di inversione; compratori in netta superiorità.
  • La fascia compresa tra 20 e 80 è considerata fase neutrale; sostanziale equilibrio tra compratori e venditori.

Stocastico

RSI

Relative Strenght Index o indice di forza relativa, RSI, a differenza di quanto suggerisce il nome, non indica la forza di un titolo, bensì la forza del momentum in corso su quell’asset, oscilla intorno al valore dello zero in funzione di quanto il prezzo del bene sia sottovalutato (<30 Oversold) o sopravvalutato (>70 Overbought)

I segnali che questo tipo di indicatore può fornirci sono differenti, passiamoli in esame:

Overbought/Oversold: Condizione di mercato tendenzialmente poco sostenibile, definisce una condizione di mercato estrema che dovrebbe ritornare a livelli di stabilità, anticipa un rientro del prezzo ad una situazione stabile

Rottura (Trend, Supporti, Resistenze, Pattern grafici): Integrando questi segnali ai movimenti del prezzo possiamo ottenere con largo anticipo segnali di vendita o acquisto a secondo che la rottura avvenga al rialzo o al ribasso, attenzione perché più il segnale e anticipatorio, più è alto il rischio di falsi segnali

Divergenze Prezzo/RSI: Come abbiamo visto anche per il MACD le divergenze tra prezzo e oscillatore sono piuttosto indicative, non ci stanchiamo mai di ripeterlo, questi segnali devono servire solo come ennesima conferma, contestualizzandoli in un’analisi variegata di diversi fattori.

Conclusioni

L’analisi del mercato e del movimento dei prezzi, è un lavoro complesso, che porta ad affinare un bias direzionale in funzione del verificarsi di determinate condizioni.

Procedendo nel tuo percorso di studi troverai infinite combinazioni di indicatori, oscillatori e tipologie di analisi diverse.

E’ importante aver chiaro fin da subito che non è una sfida a chi riempie di più il grafico o chi ha più conferme, soprattutto in un mercato imprevedibile e dinamico come quello delle criptovalute.

Il messaggio che voglio passarvi è il seguente: Siate minimalisti, puliti e ordinati quando analizzate un grafico, affidatevi agli strumenti che avete testato e di cui avete potuto verificare l’efficacia; costruite un piano di trading che vi garantisca un winrate sostenibile e seguitelo alla lettera.

Spero che anche oggi abbiate potuto imparare qualcosa di nuovo e che possa aiutarvi ad imboccare la Via della Strategia e del profitto.


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