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3 motivi per cui Ethereum può recuperare

Di Gabriele Brambilla

Dopo aver parlato delle cause per cui ETH perde valore e il progetto fatica, ecco i 3 motivi per cui può recuperare e tornare l'ecosistema leader

3 motivi per cui Ethereum può recuperare

Le note positive di Ethereum

Pochi giorni fa abbiamo elencato le 3 cause per cui Ethereum sta perdendo valore e perché, in generale, il progetto sta vivendo un periodo complicato. Avevamo anche lasciato un piccolo spazio ai fattori positivi che riguardano questa blockchain; oggi vogliamo approfondirli per aiutarti a valutare meglio sia il negativo che il positivo.

In questo articolo troverai i 3 motivi per cui Ethereum potrebbe scrollarsi di dosso le difficoltà e tornare a imporsi sul mercato.

Non attendiamo oltre e iniziamo a scoprirli!

Storico, market cap e community

Iniziamo dal punto più banale, ma al tempo stesso fondamentale: il mix di storia, market cap e community.

Ethereum è una blockchain con ormai molti anni sulle spalle. La longevità spicca ulteriormente se pensiamo che molte delle competitor sono nate parecchio tempo dopo e non hanno vissuto i periodi davvero pionieristici del nostro settore.

Essendosi affermata come il punto di riferimento per gli smart contract (dopotutto è lì che sono nati), Ethereum occupa stabilmente la seconda posizione per market cap assoluta, dietro solo a sua eccellenza bitcoin. In effetti, molte piattaforme DeFi devono essere in qualche modo presenti su questo network, perché è lì che si concentra la liquidità.

Inoltre, il progetto ha un bacino di utenza enorme, assolutamente non paragonabile a quello di molte rivali.

Questo insieme di fattori mette Ethereum e la coin ETH in una posizione di vantaggio che non è semplice da scalfire. Certo, il passato è passato e non si può vivere sugli allori: si può sempre cadere dall’Olimpo e ritrovarsi sulla Terra. Tuttavia, la Foundation, che guida lo sviluppo del network, sembra che stia iniziando a muoversi con più determinazione per uscire dal periodo complicato, spinta da una community esigente e che vuole di nuovi dei grandi risultati.

In questo senso, la figura chiave è sempre lui: Vitalik Buterin.

Vitalik Buterin

Il founder è ancora centralissimo nel progetto ed esercita un’influenza enorme sulla direzione da intraprendere e sulle scelte strategiche. Ad esempio, fu lui a indicare la via dei layer 2 che, se non fosse per l’effetto indesiderato della frammentazione, rendono vivace, scalabile e poco costoso operare nell’ecosistema.

Vitalik ha fatto capire che in Ethereum le cose devono cambiare e si deve ripartire con il piede giusto. Innanzitutto, ha dichiarato che un ritorno a soluzioni diverse dai layer 2 sarebbe errato e farebbero compiere parecchi passi indietro a tutto il progetto. In poche parole ha spazzato via alcune voci che spingevano per un cambiamento in questo senso.

Al tempo stesso, egli ha ben chiaro il problema dato dalla frammentazione e ha invitato gli sviluppatori a lavorare insieme per ridurre questo effetto. Oggi, con molti L2 attivi e parecchi in via di sviluppo, Ethereum sembra un po’ un universo dotato di tante galassie distanti, collegate con metodi costosi e complessi. La direzione indicata è quella di una maggior integrazione per poter riavvicinare questi sistemi. Il layer 1 sta facendo la sua e il programma degli update è interessante, ne parleremo a breve; tocca però anche ai L2 trovare il giusto equilibrio, ma abbiamo già degli esempi positivi in questo senso.

Lato Foundation, la community è insoddisfatta dei piani alti e chiede un cambiamento. Vitalik è intenzionato ad ascoltare i sostenitori e donare all’entità che controlla lo sviluppo del progetto forze fresche soprattutto nelle posizioni di leadership, per ripartire da dove ci si era fermati.

Se in futuro vogliamo vedere questo colosso nuovamente sulle labbra di tutti, si deve passare per forza di cose da Vitalik Buterin. Questo lui lo sa bene e, per fortuna, resta al centro della scena.

Pectra e futuri update

L’hard fork Pectra è sempre più vicino. Da questo mese le testnet inizieranno infatti a integrarlo, prassi comune per gli update. Da quello che sappiamo, intorno al 24 febbraio aprirà le danze Holesky; Sepolia si unirà invece nei primi giorni di marzo. Se tutto dovesse andare bene potremmo mettere nel mirino già aprile come data di sbarco in mainnet (speculazione, dipende dai test e da altri fattori).

A prescindere dalle date, Pectra porta degli aggiornamenti molto interessanti e indispensabili per migliorare le performance del layer 1, ma non solo.

L’update è decisamente corposo e comprende due differenti upgrade:

  • Prague, per l’execution layer
  • Electra, per il consensus layer

Andando più in profondità, Pectra introduce diversi interventi chiave, il cui obiettivo finale è il miglioramento di vari parametri quali scalabilità, esperienza d’uso e riduzione dei costi. Tra questi, ci sono tre update particolarmente interessanti:

  • Verkle Tree. Si tratta di una nuova struttura di dati atta a rendere più efficiente il loro trattamento mediante compattamento dei dati, scalabilità e verifica efficiente;
  • Blob space. Grazie a questo upgrade migliorerà lo stoccaggio dei dati, con effetto anche sulle fee di transazione;
  • Tecnologia PeerDAS. Questa tecnologia è pensata per migliorare la scalabilità dei layer 2 limitando il grande problema della data availability. Non a caso, la sigla DAS sta  per Data Availability Sampling. Per i più tecnici, ecco un interessante approfondimento su Medium.

Pectra introdurrà poi altre novità importanti, come l’innalzamento del limite massimo per lo staking di ETH da 32 a 2.048. Ciò dovrebbe portare a nodi più corposi e alla riduzione del numero di validatori, con benefici per il processo di staking e l’operatività in generale.

Questo hard fork non è un punto di arrivo, bensì una delle tante tappe di un lungo percorso avviato anni fa. Finché ci saranno novità e la volontà di migliorare e limare i problemi, potremo guardare con fiducia al futuro. Teniamo quindi d’occhio Pectra e confidiamo di vedere in tempi brevi i miglioramenti previsti.

Bonus: scrematura dei layer 2?

Eccoci a un altro possibile punto positivo per Ethereum, ossia la scrematura dei layer 2.

Il panorama attuale è molto competitivo ed esistono decine di progetti. Alcuni di questi si distinguono dagli altri per originalità, sviluppo, liquidità e altri fattori. Al contrario, una parte è invece un insieme di progetti simili ad altri, realtà in difficoltà e via dicendo.

Con il passare del tempo, una selezione naturale e profonda sarà inevitabile. L’utenza (e quindi la liquidità) compierà delle scelte ed eleggerà i L2 d’eccellenza per le proprie esigenze. Questo fenomeno esiste già, ma con l’aumentare dei numeri (più utenti, più concorrenti, più idee…) possiamo immaginare che diverrà sempre più diffuso.

Come in qualsiasi mercato, a un certo punto alcuni vinceranno, altri riusciranno a sopravvivere, altri ancora falliranno. Una selezione del genere avrà certamente degli aspetti negativi, ma contribuirà anche a ridurre l’eccessiva frammentazione.

Inoltre, i progetti vincenti andranno quasi di sicuro verso la direzione della semplificazione chiamata a gran voce, a beneficio dell’utente finale. Rendere semplice l’operatività e lo scambio è un grande punto a favore, che non allontana la liquidità ma la attrae con forza.

Dove comprare Ethereum?

ETH è disponibile sulla tantissime delle piattaforme in circolazione, sia CEX che DEX.

Gli exchange sono la scelta migliore per chi non opera già nel mondo delle crypto, oppure per chiunque volesse depositare valuta fiat (euro, dollari…) in semplicità e senza spendere una fortuna in commissioni.

Tra le migliori piattaforme di questa famiglia menzioniamo BinanceCoinbaseBybitBitget e Crypto.com. Cliccando sui link appena forniti accederai ai nostri tutorial e troverai dei referral link per iscriverti e beneficiare dei bonus riservati ai nostri lettori e alle nostre lettrici.

Al di fuori del mondo centralizzato, la scelta è comunque ampia. Possiamo acquistare ETH direttamente sulla blockchain layer 1; tuttavia, per risparmiare denaro in gas fee, consigliamo di sfruttare i tanti layer 2 come Optimism e Arbitrum, appoggiandosi alle principali piattaforme DeFi come Uniswap (che ora ha lanciato la sua Unichain).


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