Azioni Tesla: volatilità da cardiopalma
Di Gabriele Brambilla
Stai pensando di investire in azioni Tesla? Conosciamo meglio l'azienda e capiamo se può fare al caso tuo
Introduzione a Tesla
Fino a qualche anno fa, se avessimo detto “Tesla” avremmo pensato subito al celebre scienziato Nikola Tesla, una delle menti più grandi di sempre; oggi però il nome evoca immediatamente l’azienda produttrice di auto elettriche e batterie di maggior successo al mondo, nonché le sue stock, le azioni Tesla.
Da visione dell’imprenditore di origini sudafricane Elon Musk, Tesla è diventata una delle società più capitalizzate in assoluto. Ancor più importante, il brand ha creato una fanbase solidissima, capace di spingere ancor più in alto la notorietà.
Tesla non si limita a produrre auto elettriche, ma sta avendo un ruolo di primo piano nel passaggio dalla mobilità basata sui motori termici a quelli alimentati dalla corrente. L’esempio emblematico sono le stazioni di ricarica Supercharger, ormai diffuse anche in Italia, che consentono alle persone di spostarsi anche molto lontano con il proprio mezzo EV.
In questo articolo vogliamo conoscere meglio questa realtà, partendo dai prodotti e spostandoci sulle azioni Tesla. Perché? Come dicevamo, la società è tra le più capitalizzate e richiama investimenti da ogni angolo del globo. Però, ci sono tanti fattori che rendono TSLA una stock non adatta a tutti; dobbiamo quindi fare una bella analisi e comprendere quali sono rischi e opportunità di questa azienda decisamente particolare.
Indice
Tesla: l'auto elettrica per antonomasia
Parliamo un po’ del brand in generale.
La fondazione di Tesla Motors avvenne nel 2003 a San Carlos, California, per mano di un quintetto in cui compariva l’allora 32enne Elon Musk, già miliardario dalla vendita di PayPal dell’anno precedente.
Probabilmente nella mente dei fondatori si pensava già in grande, ma chi l’avrebbe detto che la società sarebbe diventata un vero e proprio colosso? Infatti, seppur con molta fatica e ingenti perdite, Tesla ha resistito, è cresciuta ed è arrivata a ricoprire il ruolo di leader nel mercato delle automobili elettriche.
Sono proprio i recenti anni a premiare l’azienda degli sforzi compiuti negli anni precedenti. Nel 2015 Tesla fu nominata “azienda più innovativa” da Forbes; nel 2018 si toccarono le 500.000 vetture vendute, risultato raddoppiato solo due anni dopo.
Il grafico qui sopra mostra le vendite dell’azienda nel corso degli anni. Fonte: Wikipedia.
Nell’autunno 2021, la società raggiunse per la prima volta la capitalizzazione di mercato di 1.000 miliardi di dollari. Tutti volevano le azioni Tesla, il cui prezzo raggiunse l’All-time High a oltre 400 dollari. Pieno hype e valutazioni alle stelle potevano voler dire solo una cosa: ci sarebbe stato il crollo (e così fu). Sgonfiata un bel po’ la bolla (vi fu una caduta fino ai 100 dollari circa), a inizio novembre 2024 si naviga in zona 300 dollari. Nota: la società è quotata al Nasdaq di New York.
Oggi Tesla ha la sede principale in Texas, nella città di Austin, dove vi è anche una delle gigafactory. Dispone inoltre di altri siti produttivi: Tesla Factory in California, gigafactory in Nevada, a Buffalo (NY), a Shanghai (Cina) e a Berlino (Germania). Tutte queste fabbriche si distinguono per le dimensioni imponenti e l’innovazione; ciascuna di esse produce specifiche automobili Tesla, batterie e/o componenti, alcuni dei quali venduti ad altri brand.
Chi ha inventato la Tesla?
Sono cinque i personaggi dietro la società: Martin Eberhard (ex CEO fino al 2007 e ideatore del nome dell’azienda), Marc Tarpenning (CFO e vicepresidente fino al 2008), Ian Wright (ingegnere che lasciò Tesla nel 2004), JB Straubel (direttore tecnico e consulente fino al 2019) e, ovviamente, Elon Musk.
Il nome Tesla è un omaggio al già menzionato inventore.
Dettagli di business: quanto costa la Tesla?
Pensando a Tesla vengono subito in mente le auto elettriche, core business dell’azienda.
Al momento l’auto più venduta e iconica è la Tesla Model 3, perché relativamente accessibile anche dalle persone comuni (siamo sui 40/42k per il modello base a trazione posteriore, esclusi gli eventuali incentivi statali). Vi è inoltre la “sorella” SUV, ossia la Tesla Model Y, che costa circa 43k euro.
Parecchio più su di prezzo (quasi 100.000 euro) troviamo la Tesla Model S, berlina su con gli anni ma di grande successo. Affiancata a essa vi è anche un SUV di lusso, la Tesla Model X, che supera i 100k euro.
In alcuni Paesi è già disponibile il Tesla Cybertruck (parte da 81k dollari negli Stati Uniti), un pickup in acciaio di ispirazione futurista, dalle linee affilate che si possono solo amare o odiare, senza vie di mezzo.
L’azienda opera principalmente nel settore EV, ma non solo. Infatti, Tesla si distingue anche per la costruzione di batterie per le abitazioni (Tesla Powerwall) concepite per la massima efficienza e la compatibilità con gli impianti fotovoltaici.
Azioni Tesla: emozioni forti assicurate
A questo punto sappiamo tutte le basi essenziali di questa società, compresi pure i modelli di auto elettriche che tuttora producono e vendono. Possiamo quindi addentrarci nella questione stock e capire perché non sono adatte a tutti.
Come prima cosa, diciamo da subito che le azioni sono degli asset volatili e adatti solo a chi ha una certa propensione al rischio. Certo, non sono paragonabili alle criptovalute, ma si possono incassare perdite ingenti anche nel corso di una sola sessione. Chiaramente ai pericoli si affiancano le opportunità: un portafoglio ben strutturato beneficia di una selezione di azioni pensata come si deve, perché nel tempo andrebbe probabilmente a garantire buoni guadagni.
Per chi cerca prodotti più sicuri, obbligazioni e titoli di Stato potrebbero essere delle buone scelte. Quanto agli investimenti alternativi, spaziamo dal mercato immobiliare ai diamanti, arrivando persino ai Lego.
In ogni caso, TSLA, ticker delle azioni Tesla, resta un po’ un titolo a sé per diversi motivi; vediamo i principali uno a uno, capendo perché questa società potrebbe non essere adatta anche se si investe già in azioni.
L’imprevedibilità di Elon Musk
Il problema numero 1 è al tempo stesso il punto di forza principale: Elon Musk. Lo conosciamo bene e sappiamo che ha una personalità particolare, che si distingue anche per l’imprevedibilità. Questo tratto, che talvolta porta proprio al successo, può essere un serio problema per una società sempre più consolidata.
Il fatto è che da Musk non sai mai cosa aspettarti e questo può nuocere. Un esempio simbolo sono i prezzi delle automobili Tesla, che talvolta vengono alzati o abbassati anche di molte migliaia di euro in maniera apparentemente casuale. Ciò può portare il potenziale cliente a temporeggiare in attesa di tagli importanti, o a rinunciare all’acquisto perché i prezzi sono appena stati ritoccati al rialzo. Manca quella stabilità che consente al consumatore di analizzare e ragionare con calma prima di compiere il passo.
La personalità di Musk può inoltre creare degli effetti collaterali che colpiscono l’azienda. Affermazioni, interviste e prese di posizione possono influenzare la clientela e causare dei danni. Va però detto che, al tempo stesso, possono arrivare anche dei benefici: dipende dal contesto e dal caso specifico.
Con questo non vogliamo dire che Elon Musk sia il male di Tesla, anzi: il successo del marchio è dovuto anche alle sue capacità e visioni.
Il settore non ancora consolidato
Il mercato delle automobili elettriche è ancora giovane e molto altalenante. Diversi Stati hanno provato e/o stanno provando a spingere l’adozione dei veicoli elettrici, con risultati variabili e anche molto differenti.
Tesla è una garanzia, nel senso che ha venduto e continua a vendere i suoi prodotti senza troppe difficoltà. Anche la qualità è cresciuta e i clienti sono perlopiù soddisfatti. Però, un mercato incerto non è mai positivo e si può passare rapidamente dalle stelle alle stalle, ossia da vendite record a stagnanti.
Incertezze e cambiamenti si riflettono direttamente sulle stock. Le azioni Tesla non scampano a questa legge.
Fattori legati alle materie prime
Per fabbricare automobili, così come qualsiasi altro prodotto, servono tutta una serie di materie prime. La produzione di veicoli elettrici richiede ancor più materiali, tra cui anche terre rare e metalli di difficile estrazione, scarsi, disponibili solo in alcune aree del globo.
Questo mix di rarità e difficoltà è perfetto per creare dei bei grattacapi: se anche solo una materia prima arriva a rilento, la produzione ne risente; se la produzione ne risente, i ricavi saranno più bassi e, di conseguenza, le azioni subiranno un colpo ai fondamentali.
L’automotive è sempre stato molto dipendente dalle materie prime, perché per fare un’automobile ne servono molte di più rispetto a un armadio, a una bicicletta o a un abito. I veicoli elettrici aggiungono ulteriore complessità e, data anche l’abbondanza di schede elettroniche e processori, si entra anche nel mondo della geopolitica, aumentando ancor più i fattori che possono dar vita a problemi nel ciclo produttivo e di approvvigionamento.
Le controversie
La società è finita al centro di processi, accuse e controversie nel corso degli anni. Se casi di razzismo, ipotesi di frode, sexual harassment e dispute con i lavoratori sono fatti condivisi da molte grandi aziende, qui dobbiamo aggiungere delle problematiche legate ai prodotti.
Un esempio sono gli incidenti e le preoccupazioni dell’Autopilot, la guida autonoma sviluppata da Tesla, su cui ancora ci sono indagini e accertamenti in corso.
Seguono poi gli incendi spontanei di alcuni veicoli. Tesla è stata accusata dai clienti di lentezza nell’annunciare le cause di questo grave problema, finendo sotto la lente di ingrandimento delle autorità.
Trattandosi poi di prodotti molto tecnologici, anche gli hack ai software fanno parte del corredo, compresa la possibilità di avviare l’auto senza le chiavi originali. Insomma, alcune peculiarità di queste auto possono mettere pressione alle azioni.
C’è un altro punto di cui vogliamo parlare. Però, data la sua importanza e il legame con il nostro settore, lo facciamo nel prossimo paragrafo. Qui sotto puoi consultare le quotazioni Tesla in tempo reale grazie al grafico di TradingView.
Tesla, Elon Musk e bitcoin
Ultima, sì, ma di certo non per importanza è l’esposizione di Tesla a bitcoin.
Elon Musk non ha mai nascosto la sua passione per il mondo crypto, arrivando anche a subire un processo con l’accusa di aver manipolato il mercato e creato false speranze negli investitori (è stato assolto). Celebri i suoi tweet sull’allora Twitter a spingere Dogecoin e il comparto meme.
A inizio 2021, Tesla divenne un super investitore in BTC proprio per volere di Musk. Parliamo di una cifra monstre: 1,5 miliardi di dollari di valore del tempo. A marzo dello stesso anno, la compagnia iniziò ad accettare la nota criptovaluta come mezzo di pagamento per acquistare veicoli. Ciò durò poco: in poco più di un mese e mezzo, i pagamenti in BTC furono eliminati per preoccupazioni carattere ambientale date dai consumi del mining. A subire il colpo peggiore fu proprio bitcoin, con un drop di circa il 12%.
A inizio estate 2022, complice il bear market, Tesla scaricò circa il 75% dei BTC detenuti.
Seppur in continuo cambiamento, il rapporto con le criptovalute di Musk (e quindi di Tesla) può dare problemi a quest’ultima. Gli investitori che decidono di investire in azioni Tesla devono essere consapevoli che si esporranno indirettamente anche al settore crypto, con i pro e contro che ne derivano.
Conclusioni
Grafici alla mano, possiamo notare come le azioni Tesla oscillano maggiormente rispetto ad altri titoli azionari.
Un po’ come le crypto, è facile assistere a performance in doppia cifra, sia positive che negative. Ne consegue che queste stock possono finire nel portafoglio di investitori propensi a rischi maggiori, a caccia di performance superiori. Non sono invece adatte a chi cerca maggior solidità, né a chi punta alla rendita passiva (non pagano dividendi).
Parlando dei dati finanziari, sfruttando TradingView o altre piattaforme simili possiamo analizzare i conti aziendali e la solidità.
Punti di forza: debito ridotto, revenue elevate e una cash position abbastanza positiva. Attenzione però ai profit margin inferiori rispetto ai competitor, soprattutto a causa degli investimenti in ricerca e sviluppo; un aspetto dolce e amaro quindi, da valutare.
In ogni caso, invitiamo a consultare i dati in autonomia e fare le proprie valutazioni, senza basarsi su quelle esterne.