Binance accusato per frode? Shock nel mondo crypto
Di Davide Grammatica
Binance, secondo la stampa Usa, potrebbe essere accusato di frode dal Dipartimento di Giustizia (DOJ), in aggiunta alle questioni aperte con SEC e CFTC
Nuove accuse per Binance
Secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa americana, i funzionari del Dipartimento di Giustizia degli Usa (DOJ) starebbero prendendo in considerazione l’idea di accusare Binance, il più grande exchange di criptovalute al mondo, per “frode”.
A riportarlo, nello specifico, è un rapporto della testata Semafor, che sottolinea allo stesso tempo come i funzionari del dipartimento stiano procedendo con cautela proprio per tutelare gli utenti della piattaforma, ed evitare così un impatto negativo sul mercato.
Lo stesso DOJ, infatti, teme che citare in giudizio Binance possa innescare (ed è più che verosimile) una nuova “corsa agli sportelli”, esattamente come successo lo scorso anno con il caso FTX. Con effetti che non si limiterebbero al singolo CEX, ma alla totalità del mercato crypto.
Sempre i funzionari del DOJ, in questo senso, starebbero anche valutando metodi alternativi per procedere. Tra questi, multe di vario genere o un tipo di accordo che obbligherebbe Binance a soddisfare determinati requisiti del DOJ per evitare l’incriminazione. Una via d’uscita, quindi, sembrerebbe esserci, e risulta plausibile anche alla luce del fatto che Semafor non ha fornito ulteriori dettagli sulla “frode” in questione.
Vita dura per gli avvocati di Binance
Ad ogni modo, per Binance non è certo un periodo tranquillo. Le sfide normative sono diverse e sparse in tutto il mondo, mentre negli Usa è chiamato in tribunale sia dalla Securities and Exchange Commission (SEC), sia dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) per presunte violazioni delle leggi sui beni finanziari.
In Europa, l’exchange è sotto indagine in Francia, mentre in altri paesi (come l’Olanda), forse anche per evitare scenari del genere, si è visto costretto ad abbandonarne il mercato.
Per non parlare, invece, del mercato cinese, che rappresenta lo spazio più proficuo per il CEX, con 90 miliardi di dollari di volumi nel solo maggio 2023, ma che sopravvive in un contesto fuori dai limiti della legalità, essendo in Cina ancora in vigore il divieto di effettuare transazioni crypto.
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