Bitcoin: questo al momento è il suo più grande rischio

Di Luca Boiardi

Bitcoin è soggetto ad un rischio che, secondo molti analisti, se si verificasse potrebbe portarlo anche a 8000$. Esaminiamolo nel dettaglio.

Bitcoin: questo al momento è il suo più grande rischio

Il rischio

Il più grande detentore di Bitcoin al mondo è Grayscale, un trust esistente dal 2013 che ha sempre permesso ad investitori di grosso calibro di esporsi a Bitcoin tramite le loro shares.

Il modello è semplice: loro detengono BTC fisici (custoditi tramite Coinbase Custody) e vendono quote del trust a chi è interessato ad investire in Bitcoin senza gli oneri di custodia e sicurezza e con uno strumento regolamentato negli USA.

Il grosso rischio che sta emergendo in questo periodo riguarda il possibile scioglimento del trust, con lo scopo di ripagare alcuni creditori dell’azienda madre Digital Currency Group, la quale possiede sia Grayscale che Genesis, quest’ultima affetta da problemi di insolvenza.

Al fine di raccogliere liquidità, se non si trovano finanziatori disposti a colmare temporaneamente il buco, una soluzione potrebbe prevedere la vendita dei bitcoin detenuti nel trust, che ricordiamo essere quasi 632.000.

Approfondiamo meglio la situazione e la probabilità che ciò avvenga.

Il triangolo DCG, Grayscale e Genesis

Come causa di tutto c’è il liquidity crunch (situazione di crisi di liquidità) di Genesis, travolto in pieno dalla crisi del credito che ha colpito l’industria crypto nel 2022.

Genesis è il lending desk più grande del settore, questi sono i suoi numeri relativi al 2021 per capirci:

Genesis lending crypto

Esso era esposto a molti tra i lender, fondi e CeFi falliti nel 2022, direttamente o indirettamente.

Tra essi si annoverano Three Arrows Capital, BlockFi, FTX ed Alameda. Queste entità avevano dei debiti nei confronti di Genesis, che dopo la dichiarazione di bancarotta potrebbero non essere in grado di pagare per lungo tempo, forse addirittura mai più.

Digital Currency Group (abbreviato DCG) è l’azienda madre di Genesis, ed è una delle più grandi holding del settore crypto, possedendo quote in tutte le principali aziende (incluse Coinbase, Blockchain. com, Brave e tante altre. Qua potete vedere il loro portfolio completo).

Grayscale è un’altra azienda figlia di DCG. A capo di tutto, come CEO e fondatore del gruppo, c’è Barry Silbert.

"Digital Currency Group è una delle più grandi holding dell'industria crypto, e possiede sia Genesis che Grayscale."

La crisi di Genesis

La crisi ha direttamente colpito Genesis che, in seguito alle insolvenze accennate poco fa, ha bloccato le attività non essendo in grado di restituire i prestiti contratti.

Genesis non è mai stata chiara al 100% sull’ammontare del suo buco di liquidità, le cui dimensioni sono cresciute più volte nelle loro dichiarazioni ufficiali, ma una cosa è certa: il buco non è piccolo.

Poco dopo aver sospeso le attività, Genesis è andato disperatamente a caccia di liquidità dai suoi investitori, cercando di raccogliere 1 miliardo:

Genesis liquidity crunch

Nessuno si è dimostrato disposto a fare questo prestito, e ciò ha causato timori, proprio perché l’insolvenza e la bancarotta di Genesis, vista la portata delle sue operazioni, potrebbe peggiorare notevolmente il contagio in corso.

La dirigenza ha affermato di non avere intenzione di dichiarare bancarotta, e di voler fare tutto il possibile per sanare la situazione.

Da ciò, tuttavia, è seguito un lungo e preoccupante silenzio.

I legami tra Genesis e DCG

Se il problema fosse circoscritto a Genesis, non ci sarebbe il rischio propagato anche a DCG e Grayscale, in quanto anche in caso di bancarotta, si cercherebbe di pagare i creditori con quanto a disposizione dell’azienda coinvolta.

Tuttavia, Genesis ha prestato 575 milioni di dollari a DCG stessa, che pertanto andrebbero restituiti in un processo di bancarotta al fine di ripagare i creditori.

Questo imporrebbe a DCG di dover recuperare tale liquidità, rendendola protagonista del caso.

DCG, al fine di recuperare tale somma, ha di fronte varie soluzioni:

  • Ottenere una linea di credito da finanziatori (come abbiamo detto prima, ci ha già provato senza successo)
  • Vendere parte dei suoi asset di tale controvalore (che sarebbe una svendita, visto il bear market del settore

Tra questi ultimi asset indovinate cosa c’è… Quote del Grayscale Bitcoin Trust, nello specifico il 10% circa, (67 milioni di quote).

digital currency group gbtc

Andiamo avanti con l’ultimo tassello mancante, che definisce il rischio.

Grayscale: dove si annida il rischio per bitcoin

Se DCG vendesse a mercato le sue shares di GBTC, ne impatterebbe sul prezzo in modo estremamente negativo.

Il sottoprezzo di GBTC rispetto al sottostante bitcoin è già altissimo (-45%), il che la renderebbe già un’operazione in perdita.
Se poi ci si aggiunge il dump conseguente alla svendita, esso aumenterebbe ulteriormente. Gli azionisti non sarebbero molto contenti.

L’altra soluzione sarebbe sciogliere il trust, restituendo a tutti gli azionisti un pari controvalore del sottostante in proporzione alle quote detenute.
Questo andrebbe meglio agli azionisti, poiché appianerebbe addirittura in parte anche il sottoprezzo delle quote.

Tuttavia, vendere una quantità simile di bitcoin a mercato potrebbe impattare non poco sul suo prezzo, anche fino a 8000$.

In questo modo, tuttavia, DCG sarebbe in grado di recuperare 750 milioni circa in liquidità, rimanendo operativa ed evitando la bancarotta.

Conclusioni

Restano molti tasselli da mettere insieme prima di poter capire la reale probabilità che ciò avvenga, ad esempio:

  • A quanto ammonta il reale buco di Genesis?
  • Com’è, nel complesso, la situazione finanziaria di DCG?
  • Quali prestiti e movimenti tra le due sono avvenuti?

A questo si aggiunge altro pepe: i Winklevoss di Gemini, costretti a bloccare Gemini Earn in quanto operava via Genesis, vogliono prendere provvedimenti legali qualora Silbert non agisca in breve tempo per sistemare le cose.

La SEC, inoltre, sta investigando proprio sui movimenti di DCG.

Se non viene approvato un piano d’azione a breve, la situazione potrebbe degenerare, e con ciò potrebbe aumentare la probabilità (attualmente ancora contenuta) di scarico dei bitcoin di Grayscale per raccolta in urgenza di liquidità.

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