Il ceo di Coinbase agli Usa: “La Cina sarà più competitiva”
Di Davide Grammatica
Secondo il ceo di Coinbase, Brian Armstrong, la Cina trarrà sempre più vantaggio dai vincoli imposti dalle normative Usa alle società crypto
Le crypto tra Usa e Cina
Il ceo di Coinbase, Brian Armstrong, si è nuovamente espresso in merito alle nuove regolamentazioni “restrittive” degli Stati Uniti nei confronti delle criptovalute. Questa volta, facendo leva su un altro effetto collaterale, ovvero l’indiretta sovvenzione dell’innovazione estera, di cui ad oggi sta beneficiando, tra gli altri paesi, soprattutto la Cina.
“Gli Stati Uniti e altre nazioni democratiche si scontrano con i sistemi digitali promossi da un ambizioso avversario politico, la Cina”, ha scritto Armstrong, citando nel merito anche sistemi di pagamento come Alipay e Tencent. “E con il recente lancio del suo yuan digitale (CBDC), la Cina mira a sfidare direttamente anche il dollaro USA e il suo ruolo nel commercio globale”.
Quindi non dovrebbe sorprendere, continua Armstrong, il fatto che Hong Kong si sia auto-promossa come un nuovo “hub crypto”.
Le parole del ceo dell’exchange arrivano a margine di continue speculazioni intorno a un cambio di posizione cinese rispetto all’industria delle criptovalute, il cui uso era stato vietato nel 2021. Soprattutto dopo alcuni interventi normativi (a livello municipale) inclini a favorire lo sviluppo e l’innovazione del Web3.
Una continua disputa
La Securities and Futures Commission di Hong Kong, per esempio, nei giorni scorsi ha pubblicato nuovi requisiti normativi proposti per il trading di asset virtuali, i quali entreranno in vigore dal prossimo 1° giugno.
Anche da questo punto di vista, quindi, secondo il ceo di Coinbase non avrebbe senso che il potenziale per “modernizzare la finanza” sia ignorato dagli Stati Uniti.
L’exchange di Armstrong combatte ormai da tempo con le posizioni governative anti-crypto, tanto da essere immerso in una disputa di lunga data con la Securities and Exchange Commission (SEC) perché questa stipuli regole più chiare per tutto il settore.
“È importante per la leadership tecnologica americana e la sicurezza nazionale che questo settore sia costruito (almeno in parte) in America”, ha concluso Armstrong. “Se falliamo oggi, la prossima generazione di americani ne pagherà il prezzo”.
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