Coinbase: “Le crypto sono oltre la giurisdizione della SEC”
Di Davide Grammatica
Coinbase ha risposto alla causa intentata dalla SEC, sostenendo come l’agenzia abbia violato i suoi processi interni, e non abbia giurisdizione sulle crypto
Coinbase vs SEC: un nuovo episodio
L’exchange Coinbase ha dichiarato, nelle ultime ore, che le risorse digitali listate sulla piattaforma non rientrerebbero nell’ambito di competenza della Securities and Exchange Commission (SEC).
È la prima risposta diretta del CEX alla causa intentata dal regolatore, che all’inizio di giugno aveva sostenuto come una dozzina di token listati su Coinbase sarebbero da considerarsi “security”. L’exchange, di conseguenza non rispetterebbe le leggi federali che regolano i beni finanziari.
Tuttavia, Coinbase, rispondendo nel merito, ha sostenuto che queste crypto non sarebbero “contratti d’investimento” e non potrebbero, per questo motivo, essere associati a delle “security”.
Questo tipo di contraddittorio è un argomento più volte portato avanti dal CEX in diverse dichiarazioni pubbliche, anche in passato. Se ne è parlato spesso sui social, per esempio, ma a questo giro si è arrivati sui tavoli del tribunale, in cui si afferma che, in sostanza, secondo Coinbase, la compravendita delle crypto non rientra in alcun accordo in cui un promotore sta vendendo un asset legato a un contratto.
“Gli emittenti dei token non hanno alcun obbligo nei confronti degli investitori”, si afferma nel deposito. “Poiché tali obblighi non sono presenti nelle transazioni, e poiché il valore che gli acquirenti di Coinbase ricevono attraverso queste transazioni inerisce a ciò che si è acquistato e non alle attività che le hanno generate, le transazioni non sono ‘transazioni di security’”.
In più, sempre secondo Coinbase, il presidente della SEC, Gary Gensler, avrebbe cambiato la sua posizione sulle criptovalute, senza comunicarne il motivo, tra l’entrata in carica nell’aprile 2021 e la metà del 2022.
Un processo “ingiusto”
Da un punto di vista esclusivamente legislativo, invece, Coinbase sosterrebbe che, anche nel caso in cui la SEC avesse ragione, la sua azione legale dovrebbe essere respinta sulla base del fatto che viola i diritti del “giusto processo”.
Per anni, infatti, l’exchange si sarebbe sottoposto volontariamente alla regolamentazione da parte di più organismi legislativi, e avrebbe “implorato” allo stesso tempo la SEC per una “guida” sull’applicazione delle leggi federali sugli asset digitali.
Tuttavia, l’agenzia sembra aver scelto la via delle “azioni legali a scapito della regolamentazione”.
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"Poiché il valore che gli acquirenti di Coinbase ricevono attraverso queste transazioni inerisce a ciò che si è acquistato e non alle attività che le hanno generate, le transazioni non sono ‘transazioni di security’"