Coinbase: venti di guerra con la SEC
Di Gabriele Brambilla
SEC "in formissima" e all'attacco: Coinbase ha ricevuto un Wells notice per potenziali irregolarità su alcuni asset e servizi offerti
Scontro legale tra Coinbase e SEC?
Il colosso degli exchange Coinbase ha comunicato da poche ore di aver ricevuto un Wells notice. Si tratta di una lettera emessa dalla Securities and Exchange Commission americana che notifica la fine di un’indagine; solitamente, essa anticipa l’avvio di un’azione legale.
Secondo le norme, Coinbase avrà a disposizione 30 giorni per rispondere alla missiva, fornendo motivazioni per cui non si dovrebbe procedere in tribunale. Dopodiché, se la SEC non dovesse cambiare la propria posizione, prenderà il via un procedimento legale.
Mediante il Wells notice, la Commission sostiene di aver individuato potenziali irregolarità su una quantità indefinita di asset offerti dall’exchange, su Coinbase Earn, Coinbase Prime e pure su Coinbase Wallet.
Coinbase afferma di aver chiesto delucidazioni e precisazioni riguardo gli asset coinvolti, a cui la SEC ha preferito non fornire risposta.
Commissione scatenata, dato che nella stessa giornata è partita alla carica contro Justin Sun, TRON e altre celebrità.
La vicenda Coinbase-SEC
Tramite Twitter e il blog ufficiale, Brian Armstrong e Coinbase raccontano la vicenda più nel dettaglio e forniscono chiarimenti.
Come prima cosa, viene assicurato il regolare funzionamento di tutti i servizi di Coinbase, aspetto importante.
L’exchange afferma che il Wells notice ha generato molto disappunto, soprattutto perché erano in corso da tempo delle discussioni con la SEC.
La scorsa estate le parti iniziarono a lavorare (su proposta della Commission) a una risoluzione che portasse alla registrazione di alcune attività di Coinbase sotto l’ala della SEC. Quest’ultimo, da sempre attento alla propria compliance, accettò con piacere.
Nello specifico, si legge sul blog di Coinbase: “The SEC asked us to provide our views on what a registration path for Coinbase could look like – because there is no existing way for a crypto exchange to register.”
Sempre secondo il racconto, l’azienda avrebbe speso milioni di dollari in supporto legale per sviluppare quanto richiesto, arrivando a proporre due differenti modelli di registrazione. La SEC non avrebbe fornito alcuna risposta.
In più, l’exchange avrebbe affermato di non aver alcuna security tra gli asset listati, invitando la Commissione a porre qualsiasi domanda sul punto. Non sarebbe arrivata alcuna richiesta di delucidazione.
La narrazione di Coinbase continua. Pare che ci siano stati più di 30 incontri tra le parti nell’arco di nove mesi; in questi appuntamenti, i rappresentanti della SEC avrebbero avuto un comportamento passivo e non propositivo.
Arriviamo poi a due mesi fa, quando un meeting fu cancellato sotto richiesta della SEC. Da lì si arenò tutto quanto, arrivando infine agli ultimi sviluppi di cui abbiamo appena dato notizia.
Secondo Coinbase, ci sarebbero dei contrasti interni nella stessa Commissione, motivo per cui tutto il lavoro svolto finora è di fatto inutile.
La compliance di Coinbase
Coinbase è un exchange quotato in borsa, soggetto quindi a regole rigide.
Nel 2021, la Securities and Exchange Commission analizzò il documento S-1 dell’azienda, indispensabile per poter procedere al listaggio sul mercato. Tutto fu approvato.
Da quel momento, Coinbase non avrebbe apportato modifiche alle proprie policy e procedure; perciò, la SEC non avrebbe alcun motivo di affermare che ci sono delle irregolarità.
Inoltre, gli asset crypto proposti da Coinbase, nonché i vari servizi, non sono securities secondo ogni parametro di legge, compreso il noto Howey Test.
Insomma, prepariamoci a una bella battaglia. L’exchange si dice pronto e “felice” di risolvere la questione in tribunale, così da poter contribuire a fornire maggior chiarezza all’intero comparto crypto.
In ogni caso, queste vicende mostrano quanto un set normativo chiaro sia sempre più indispensabile per poter proseguire senza pensieri con lo sviluppo dell’industria.
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