Coinbase apre al trading di futures perpetual fuori dagli Usa
Di Davide Grammatica
Coinbase ha lanciato il servizio di trading di futures perpetual per i clienti retail fuori dagli Usa, puntando così sul mercato dei derivati
Coinbase e il mercato dei derivati
L’exchange Coinbase ha ottenuto una licenza per poter offrire ai propri clienti retail il servizio di trading di futures perpetual. Questo sarà disponibile solamente fuori dagli Stati Uniti, ed è figlio dell’approvazione normativa ottenuta dall’Autorità monetaria delle Bermuda (BMA).
Il processo di evoluzione in direzione del mercato dei derivati era già iniziato nei mesi scorsi, con la nascita della divisione Coinbase International Exchange. Proprio questa ha già registrato, secondo una nota ufficiale, più di 5,5 miliardi di dollari in volumi di scambio nel Q2 del 2023, e fino ad ora i numeri sono sempre stati relativi al solo settore istituzionale.
I clienti istituzionali americani stessi sono stati i primi a sfruttare il trading di futures perpetual e, sempre secondo l’exchange, proprio dal mercato dei derivati proverrebbe il 75% dei volumi globali del settore crypto.
“Ci impegniamo a collaborare con regolatori globali di alto livello per costruire un quadro normativo crypto che consenta alla tecnologia della criptovalute di guidare continuamente l’innovazione”, ha sottolineato, inoltre, in una nota, Coinbase.
La strategia di Coinbase International Exchange si concentra, principalmente, su 24 paesi, ovvero i paesi del G20 accompagnati dalle realtà giurisdizionali più crypto-friendly al mondo, come Hong Kong, Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Singapore. E proprio al G20 del prossimo anno, secondo il CEX, si giocherà una delle partite più importanti a livello normativo a cui Coinbase intende partecipare.
Coinbase e il problema Usa
La spinta all’internazionalizzazione di Coinbase è una scelta quasi obbligata. Del resto, se negli Usa non vengono concessi tali servizi, è solo a causa dell’azione coercitiva della Securities and Exchange Commission (SEC), che tra l’altro ha portato lo stesso exchange in tribunale.
L’incertezza normativa negli Usa è una zavorra che sta complicando la vita a diversi operatori crypto, che quindi si vedono costretti a trovare alternative per portare avanti il proprio business. E Coinbase, in questo, sta in prima fila.
“Abbiamo scelto di costruire la nostra attività negli Stati Uniti, ritenendo che il governo dovrebbe essere in prima linea negli sforzi per aggiornare il nostro sistema finanziario”, si legge nel comunicato. “Ma siamo entusiasti di portare avanti questa missione in tutto il mondo”.
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