Cosa sono i CFD? Funzionamento e rischi
Di Gabriele Brambilla
Che cosa sono i CFD? Ecco le basi indispensabili che dovresti sapere sui contratti per differenza
CFD: i contratti per differenza
Il CFD, acronimo di contratto per differenza (contract for difference in inglese) è uno strumento derivato che consente di speculare sul valore di un asset.
È possibile creare un CFD su qualsiasi prodotto finanziario, valuta e via dicendo; esistono infatti contratti su singole azioni, indici azionari, obbligazioni, materie prime, tassi di cambio di valute tradizionali e criptovalute.
I contratti per differenza sono strumenti altamente speculativi, basati sulla leva finanziaria, che permettono all’investitore di ottenere guadagni decisamente più elevati del normale. Di contro, la leva può avere un effetto boomerang che andrebbe ad amplificare anche le possibili perdite.
Ma come funziona un CFD? Il contratto viene creato per seguire l’andamento del valore di un asset sottostante. Ad esempio, un CFD sull’oro sarà aderente al valore di quest’ultimo; in caso di salita del prezioso metallo, il contratto per differenza salirà di pari passo, così come scenderà durante i ribassi.
Un investitore può decidere di sfruttare i CFD per svariati motivi, ma i principali sono due:
- I contracts for difference permettono di speculare sia al rialzo che al ribasso. Si potranno quindi acquistare dei CFD long se ci si aspetta un apprezzamento dell’asset sottostante, oppure optare per dei CFD short se pensiamo che il valore del sottostante scenderà di prezzo;
- Essendoci la leva finanziaria, l’investitore dovrà fornire solo una parte del capitale per aprire una posizione di una certa entità. Questa somma prende il nome di margine ed è la garanzia che il broker chiede per poter procedere.
Indice
Esempio operativo di contract for difference
Dicevamo che un investitore potrebbe avere diverse motivazioni alla base dell’operatività sui CFD. La leva è certamente una caratteristica invitante in determinati casi, ma non dobbiamo sottovalutare la possibilità di posizionarsi long o short. Su quest’ultimo punto, infatti, l’investitore potrebbe sfruttare i contratti per differenza per coprirsi da delle altre posizioni già in essere, ma di segno contrario.
Passiamo ora a un esempio operativo. Poniamo di volerci posizionare long su un CFD con sottostante le azioni Apple. Il prezzo di acquisto è di 100 dollari l’una, la quantità è 100 e il margine richiesto è del 10%; di conseguenza:
- La nostra posizione avrà un valore di partenza di 10.000 dollari (100 azioni * 100 dollari l’una = 10.000$);
- Il margine depositato è del 10%, quindi 1.000$;
- Con soli 1.000 dollari avremo aperto una posizione 10 volte superiore. La leva sarà quindi 10x.
A questo punto dovremo seguire l’andamento delle azioni Apple, perché il CFD ne seguirà fedelmente l’andamento.
Se il titolo dovesse guadagnare il 10%, la posizione da 10.000 dollari avrebbe un valore di 11.000. Chiudendola, il guadagno sarebbe di 1.000 dollari, ossia il 100% del capitale effettivamente investito (1.000 dollari, cioè il margine depositato). La leva avrebbe compiuto la sua magia: avendo una posizione 10x, quindi amplificata 10 volte rispetto al capitale versato, qualsiasi apprezzamento sarà anch’esso amplificato di 10 volte.
Sembra tutto bellissimo, ma attenzione al rovescio della medaglia: se ci fossimo sbagliati e le azioni Apple avessero perduto il 10%, la nostra perdita effettiva sarebbe di 1.000 dollari, ossia il 100% del margine. Praticamente, quanto depositato andrebbe in fumo e ci ritroveremmo senza più un centesimo di quanto investito. La leva dà, la leva toglie.
"La leva fa gioire l'investitore... finché non lo colpisce con l'effetto boomerang!"
Costi e commissioni dei CFD
Come tutti gli strumenti finanziari, anche i CFD comportano dei costi.
L’aspetto più importante da tenere in considerazione è lo spread bid/ask.
Il prezzo Ask, detto anche lettera, è quanto l’investitore spende per acquistare un CFD, posizionandosi quindi long.
Il prezzo Bid, detto anche denaro, è quanto l’investitore riceve per vendere un CFD, oppure per aprire una posizione short.
I due prezzi appena menzionati non sono uguali, ma differiscono sempre di alcuni punti. Ad esempio, immaginando un CFD su bitcoin in un dato momento, potremmo avere:
- Prezzo Ask 60.000
- Prezzo Bid 59.980
Ciò significa che chi acquista il CFD troverà un prezzo di 60k, mentre per chi lo vende o si posiziona short sarà a 59.980. La differenza tra le due voci (20 punti per l’esempio appena portato) si chiama spread Bid-Ask ed è a tutti gli effetti una spesa che l’investitore potrebbe dover sostenere.
Dobbiamo sempre tenere presente lo spread, perché va a impattare sul possibile guadagno ottenuto.
Oltre alla differenza Bid-Ask, potremmo dover sostenere altre spese come le commissioni del broker. Inoltre, quotidianamente potremmo avere a che fare con le commissioni di mantenimento (positive o negative, dipende dalla situazione).
Per saperne di più occorre consultare la documentazione fornita dal proprio broker.
Pro e contro dei CFD
Dovremmo aver già compreso la maggior parte dei vantaggi e svantaggi che i contratti per differenza portano. Tuttavia, rivediamoli per la massima chiarezza.
PRO DEI CFD
I CFD sono strumenti versatili che, se utilizzati da mani esperte, possono aiutare a completare la propria strategia operativa, ridurre le perdite e/o massimizzare i guadagni.
Inoltre, i contratti per differenza sono generalmente strumenti non troppo dispendiosi, anche se dipende dal broker.
Il punto di forza più importante è la leva finanziaria, a cui si aggiunge la possibilità di fare trading 24/7 su alcuni asset (come la valute).
CONTRO DEI CFD
La leva può essere un coltello a doppia lama e impattare negativamente sul capitale dell’investitore. Bisogna quindi sapere cosa si sta facendo, impostare sempre lo stop loss e considerare che in alcuni casi estremi potremmo perdere cifre superiori a quanto investito.
I CFD sono strumenti complessi che richiedono attente analisi e calcoli prima di procedere. Gli investitori non esperti potrebbero di conseguenza non comprendere tutti i punti fondamentali o sbagliare dei calcoli, rischiando di sostenere perdite non considerate.
Nati negli anni ’80 come metodo per sfuggire alla tassazione inglese, i contratti per differenza sono diventati un prodotto finanziario diffuso e molto utilizzato. Date le caratteristiche, sconsigliamo però di farne uso senza le giuste conoscenze e delle solide motivazioni alla base.