Ethereum staking: Shapella potrebbe far CROLLARE Lido (LDO)
Di Luca Boiardi
Ethereum stanotte sbloccherà lo staking con l'update Shapella. Secondo Hayes, questo potrebbe impattare notevolmente il valore di Lido (LDO).
Ethereum Shapella in arrivo stanotte
Ormai lo sappiamo tutti a menadito: stanotte, a mezzanotte e mezza circa, ci sarà l’update Shapella di Ethereum, evento più atteso dal tempo del Merge per la blockchain in questione.
Una volta finalizzato, lo staking diventerà bidirezionale: in qualsiasi momento sarà possibile richiedere il prelievo degli ETH depositati così come delle ricompense maturate.
Poco tempo fa abbiamo provato a riflettere sul suo possibile impatto sul prezzo di Ethereum, giungendo a conclusioni interessanti.
Domani torneremo sicuramente sul tema, con i primi dati alla mano. Oggi, invece, parliamo di una cosa più specifica: il suo possibile impatto sul mercato del liquid staking, attualmente pressoché monopolizzato da Lido.
Secondo Arthur Hayes, fondatore di BitMEX e di un fondo d’investimento crypto, Lido presenta numerosi rischi legati alla sua parziale centralizzazione e, una volta che la competizione nel settore aumenterà e sarà possibile spostare gli ETH in staking in modo liquido, potrebbe risentirne negativamente.
Approfondiamo il suo punto di vista.
Lido (LDO) è troppo centralizzato
Hayes, nel suo scritto, sottolinea alcuni importanti rischi di Lido, legati a quella che definisce “proto-decentralizzazione”.
Con questo termine va a definire una situazione ibrida, dove non c’è una singola entità a controllare il protocollo, ma in questo specifico caso c’è una forte dipendenza dai node operator, ovvero gli amministratori dei validatori del network.
Ogni 32 ETH viene messo in piedi un validatore, ed esso è gestito da un node operator, letteralmente l’entità che amministra il nodo al 100%.
Esso possiede sia le BLS keys che le validator keys, controllando di fatto qualsiasi operazione.
In altre parole, mettendo in staking gli ETH via Lido, stiamo dando in fiducia i nostri ETH ai loro node operator.
Inoltre, sottolinea Hayes, tali node operator non hanno nessuna skin in the game: nel modello Rocketpool, ad esempio, ogni node operator deve contribuire per il 50% allo stake sul suo validatore.
In questo modo, se fa qualcosa di scorretto, rischia i suoi ETH oltre a quelli dei depositari.
Su Lido ciò non avviene: i node operator non hanno alcuno stake obbligatorio interno.
Il rischio principale quindi è che i node operator non possano per qualche ragione (ad esempio regolamentazioni o eventuali hack) sbloccare gli ETH ai depositari, che non ci potrebbero far nulla.
Lido si appoggia ad un pool di node operator tra i più noti del settore, con sedi in varie giurisdizioni proprio per evitare blocchi regolamentari (es. gli Stati Uniti che impongono il blocco del servizio o operazioni di censura), e sicuramente ha protocolli di sicurezza di standard elevati per prevenire hack, ma questo non azzera i rischi.
Stanno nascendo parallelamente soluzioni che puntano a frammentare le chiavi di validazione e firma, generando una sorta di multisig (Obol Labs) e soluzioni di delegated staking, dove lo staker possiede sempre le chiavi in questione (Ether fi).
Nel momento in cui il mercato offrirà soluzioni simili e lo staking sarà liquido, chi offre la miglior qualità di servizio in termini di rischio e rendimento sarà premiato, e questo potrebbe privare Lido di una buona percentuale di market share.
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