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Exit strategy: quando e come vendere le crypto
Di Gabriele Brambilla
In pieno mercato rialzista è il momento di parlare di exit strategy, scoprendo le possibili soluzioni a nostra disposizione
Introduzione al focus on di oggi
Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 13 dicembre 2024. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!
Tempi di bull market e impennate di valore, ma anche di sporadiche giornate buie in cui tutti i grafici precipitano; il momento perfetto per parlare di exit strategy.
A prescindere dal tipo di contenuto, menzioniamo spesso la strategia. Ognuno dovrebbe avere un piano ben definito in mente riguardo i propri investimenti, da seguire come una bussola nei momenti di calma piatta, concitazione o tempesta. Ciò è fondamentale per evitare di muoversi a caso e farsi prendere dall’emotività.
La strategia non deve prendere in considerazione solo cosa comprare, quanto e quando. Anzi, l’aspetto probabilmente più importante è quando uscire da una determinata posizione. Possiamo infatti azzeccare tutto (scelta dell’asset, tempistiche di ingresso, gestione della posizione e via dicendo), ma se sbagliamo l’uscita, il rischio di vanificare tutto il lavoro precedente è enorme.
In questo approfondimento daremo ampio spazio alla exit strategy. Prima valuteremo le varie operatività, dopodiché sposteremo il focus sulle diverse strategie a cui possiamo ricorrere. Puoi leggere il contenuto e tenerlo per ripassare, ma ti consigliamo di guardare il video: sarà tempo ben speso!
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Indice
Domanda fondamentale: qual è l'obiettivo?
Prima di chiedersi quando uscire e come impostare la propria exit strategy, dobbiamo capire quale obiettivo stiamo inseguendo. Analizziamo rapidamente le tre principali modalità operative per capirne di più.
Operatività trading
Facendo trading vorremo realizzare dei profitti direttamente in valuta (probabilmente euro).
Potremo decidere di operare su asset crypto di vario genere (da bitcoin all’ultima delle meme coin), ma anche su azioni, materie prime e via dicendo. Questo perché non avremo interesse a mantenere in portafoglio un determinato asset, ma vorremo solo beneficiare dei movimenti di mercato.
Il trading è interamente focalizzato sul grafico: se c’è un’opportunità non guarderemo in faccia all’asset e ne approfitteremo.
Operatività investimento
Ed eccoci all’investimento, che invece ha come obiettivo quello di acquistare asset che ci interessano eccome, da detenere nel medio e lungo periodo.
In questo scenario il grafico ha comunque una certa importanza, ma saranno i casi d’uso, le prospettive e le potenzialità a determinare se un dato asset farà al caso nostro. Insomma, è tutta questione di analisi fondamentale, mentre nel trading è centrale l’analisi tecnica. Puoi seguire i nostri corsi gratuiti per imparare a compiere degli studi ben fatti.
L’investimento prevede che tutto il capitale che abbiamo in eccesso “vada a lavorare” per noi, proteggendosi inoltre dall’inflazione. La scelta delle crypto (e altri prodotti) da detenere è la chiave.
Operatività scommessa
Ultima strategia operativa è il gambling, anche se definirla tale è molto azzardato.
In questo caso, destiniamo una somma su un asset (in genere una crypto molto volatile) sperando che cresca tantissimo di valore, possibilmente in poco tempo. Contemporaneamente dobbiamo essere consapevoli che il capitale investito è ancor più a rischio del solito.
Richiamando il paragone utilizzato nel video, la scommessa su una crypto è come acquistare un biglietto della lotteria: se ti va bene, vinci tantissimi soldi; se ti va male, avrai perso il costo del biglietto.
Ora che abbiamo menzionato le operatività più comuni, approfondiamo le prime due.
"Trading, investimento o scommessa? L'obiettivo determina l'exit strategy!"
Trading ed exit strategy
In tutta onestà, non dovremmo neppure parlare di exit strategy nel trading. Questo perché si tratta di un’operatività che già all’apertura di una posizione dovrebbe avere ben definita anche la chiusura, in quanto va deciso tutto prima. E in questo caso la chiusura è parte stessa della posizione, non una strategia introdotta da “se” e “allora”.
La chiusura non è data solo dal raggiungimento di un obiettivo di prezzo. Potremmo infatti impostarla all’arrivo di un dato segnale da un indicatore, oppure al manifestarsi di un pattern. In ogni caso, se non si improvvisa, le chiusure (sia positive che negative) sono stabilite prima ancora di aprire la posizione.
Per approfondire il tema puoi seguire il nostro Corso Trading Consapevole: è gratuito e spiega le basi essenziali per fare trading in modo corretto e intelligente.
Tornando a noi, come dicevamo, accoppiare “exit strategy” e “trading” non è così semplice: dipende dall’approccio del singolo investitore, nonché dalla posizione.
Qualche nota sul trading che dovremmo ricordarci:
- Il trader non predice in alcun modo il futuro, ma svolge un lavoro attento di analisi e calcolo;
- Obiettivo del trader è avere un edge statistico (ossia un vantaggio statistico su un grande numero di posizioni). In pratica, dobbiamo raggiungere un certo obiettivo che renda profittevole l’operatività;
- Impossibile avere certezze, non ci sono segnali magici di alcun tipo. Diffidiamo quindi da chi promuove metodi infallibili: purtroppo non è possibile;
- Bisogna accettare che si sbaglierà, fa parte del gioco;
- La singola posizione, ebbene sì, è per molti versi una scommessa, comunque calcolata e ragionata.
Investimento ed exit strategy
Al contrario del trading, nell’investimento si punta a non detenere liquidità né a prendere profitti in valuta fiat. L’obiettivo primario è evitare l’erosione del capitale data dall’inflazione, costruendo nel tempo la propria ricchezza.
L’elemento centrale di questa modalità operativa è il portafoglio, che sarà composto da vari asset per diversificare e mitigare il più possibile il rischio. Gli asset in questione saranno stabiliti basandosi su alcuni elementi, prima fra tutti la propria tolleranza al rischio.
Fondamentale poi avere una propria tesi di investimento. In pratica, dovremo porci due domande:
- Perché voglio investire? E qui si aprono tutta una serie di risposte che solo l’individuo interessato può elaborare;
- Perché voglio investire su determinati asset? Seguito della domanda precedente, si entra un po’ più nel dettaglio operativo, decidendo cosa può aiutarci a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Proseguiamo!
Exit strategy: perché voglio vendere?
Le domande non sono finite, perché ora ne poniamo una chiave in tema di exit strategy: perché voglio vendere? Se ci pensiamo, perché dovremmo uscire se pensiamo che gli asset in portafoglio performeranno bene nel lungo periodo?
Molto di frequente si compie l’errore di confondere trading e investimento. Nel primo è fondamentale vendere quando si verifica un dato evento, mentre nel secondo non è così. Se l’idea è di costruire ricchezza nel tempo, investendo su asset che riteniamo validi, non avrebbe senso vendere.
Attenzione però, perché esistono delle casistiche in cui un investitore può vendere; anzi, in alcune situazioni deve vendere. Questi casi si individuano rispondendo correttamente alla domanda che dà il titolo a questo paragrafo: perché voglio vendere?
Tra gli esempi di risposte che giustificherebbero l’uscita troviamo:
- Iperestensione del grafico di un determinato asset. Se notassimo che bitcoin sta performando troppo bene e ci aspettassimo un ritracciamento (duraturo e pesante), potrebbe essere sensato liquidare tutta o parte della posizione, così da tutelare almeno una fetta del profitto ottenuto; nulla di male: gli asset non si sposano e non ci dobbiamo affezionare!
- Cambio tesi di investimento. In questo caso potremmo non avere più interesse in un dato asset, perché sono cambiate le condizioni originali. Quindi sarebbe corretto chiudere la posizione, sia in parte che totalmente in base alla situazione specifica.
- Bisogno di liquidità. Certo, dovremmo avere a disposizione un cuscinetto che ci metta al riparo dagli imprevisti; tuttavia, a volte la vita ci mette davanti a eventi particolari che impongono spese elevate da fronteggiare. In questi casi si può optare per l’uscita dall’investimento, anche se ciò potrebbe voler dire vanificarlo in parte, totalmente o addirittura chiudere in perdita.
Altre motivazioni che potrebbero spingere a uscire dalle posizioni: avvio di una propria attività (anche il business è un investimento), affari clamorosi su cui bisogna approfittarne, investimenti di altro genere…
Giunti a questo punto possiamo valutare alcune exit strategy.
Short di copertura
Lo short di copertura è una soluzione semplice, adatta solo alle situazioni in cui pensiamo ci sia l’eventualità di un ritracciamento.
Il concetto è di mantenere l’asset spot, aprendo una posizione short, quindi di segno opposto. L’obiettivo non è speculare, ma ridurre le perdite nel caso dovesse manifestarsi un bear market di lunga durata.
Chiaramente è necessario stabilire bene questa tipologia di exit strategy.
Innanzitutto, dovremo posizionare uno stop loss che vada a chiudere in automatico lo short nel caso ci fossimo sbagliati. In questo modo ci tuteleremo e conterremo le perdite.
Dovremo anche stabilire qual è il target nel caso effettivamente ci fosse il ritracciamento. Non potremo infatti tenere aperto lo short all’infinito, ma dovrà esserci un obiettivo ben preciso da raggiungere. Per fare ciò ci sono svariati metodi a disposizione (livelli di prezzo, eventi su indicatori, realizzazione di pattern…) e ricordiamo: non esiste il segnale perfetto.
Di fatto, lo short di copertura è una posizione di trading che va contro il trend a lungo termine che ci aspettiamo. L’esito è ovviamente incerto.
Prima di aprire uno short bisogna porsi una domanda importante: perché dovrei aprire una posizione short? Banalizzare e pensare cose tipo “l’asset è in All-time High, allora apro lo short per tutelarmi” è errato, così come sarebbe sbagliato chiudere direttamente la posizione. Occorre invece fare le proprie valutazioni e ragionare pensando al lungo periodo, perché l’investimento è questo.
Covered call
In questa exit strategy entrano in gioco le opzioni, uno strumento complesso che solo chi ha una certa esperienza dovrebbe utilizzare.
L’idea è di impiegare le opzioni call sullo stesso strumento che si detiene spot (es: opzioni su azioni Tesla mentre si posseggono effettivamente queste stock).
La covered call mira a proteggerci da un possibile ritracciamento. Si noti bene che non ci si tutela al 100% dalle perdite, ma le si contengono in una parte variabile.
Data la complessità operativa, oltre a leggere il nostro articolo sulle opzioni, ti invitiamo a guardare il video a inizio approfondimento, dove si riesce a comprendere meglio come utilizzare la covered call per coprirsi.
"La covered call è una possibile strategia, ma occhio alla complessità"
Ribilanciamento del portafoglio
Il ribilanciamento del portafoglio è un’ottima exit strategy dal minimo impatto emotivo, temporale e di variabilità. In aggiunta, è anche piuttosto semplice da attuare.
L’operatività la suggerisce il nome stesso: si ribilanciano gli asset nel portafoglio, riportandoli all’equilibrio iniziale che ci siamo prefissati. Ad esempio, immaginiamo di avere queste proporzioni:
- 25% in BTC
- 25% azioni
- 50% in liquidità e obbligazioni
Se BTC salisse molto di prezzo, queste percentuali non sarebbero più rispettate. Dovremo quindi vendere la crypto e acquistare gli altri asset, così da ritornare alle proporzioni corrette. Discorso inverso in caso di perdita.
Suggerimento: stabilire una certa tolleranza è un buon metodo per evitare di continuare a fare ribilanciamenti; potremmo ad esempio decidere di non muoverci finché le variazioni non raggiungono il -/+ 5%.
Il vantaggio principale del ribilanciamento, oltre alla semplicità, sta nella mitigazione del prezzo medio di carico. Dopotutto si segue la regola del “si compra quando scende, si vende quando sale”, abbattendo quindi il PMC.
Il contro è la possibilità di andare incontro a mancati profitti. Se ribilanciassimo un asset perché ha guadagnato tanto valore, nel caso si continuasse a salire realizzeremmo un profitto minore. Possiamo farci poco: anche questa eventualità fa parte del gioco, dobbiamo accettarla.
Exit strategy definitiva: cash out completo
In questo scenario si arriva a vendere tutto in un’unica soluzione, disinvestendo.
Il cash out totale ha senso solo se non si ha scelta e la liquidità è necessaria. Se crediamo in un asset e pensiamo che si apprezzerà nel lungo periodo, sarebbe molto rischioso vendere tutto senza l’esigenza di farlo: se il valore dovesse salire ci saremmo letteralmente tirati la zappa sui piedi.
Un’altra eventualità che giustifica il cash out completo è il voler disinvestire da quel determinato asset, o da una o più classi di asset. Se la tesi di investimento è cambiata è giusto chiudere tutto e rispettare le nuove decisioni prese.
Il momento ideale per fare cash out è vicino ai massimi, ma non è detto che ci si ritrovi esattamente in quella situazione. In più, chissà dove andrà il prezzo… potrebbe salire ancora!
Ultimo aspetto, ma non per importanza: il cash out è un evento tassabile (qui il nostro articolo sulle tasse crypto in Italia). Pensiamoci bene prima di procedere.
Passiamo all’ultima exit strategy, strettamente collegata a quella che abbiamo appena visto.
Cash out DCA
Il cashout DCA consiste nel disinvestimento a rate, non in un’unica soluzione. La variabile temporale è quindi decisamente ridimensionata.
Sarebbe preferibile iniziare la procedura vicino ai massimi, così da ottenere guadagni più elevati.
In ogni caso, per tutto il resto ci ritroviamo con gli stessi problemi del cashout totale:
- L’evento è tassabile
- Si torna su valuta fiat, con tutte le problematiche del caso relative all’erosione del valore
Nel dubbio, dovremmo sempre chiederci perché vogliamo fare cashout. Se la risposta è “ho paura che ritracci” o qualcosa del genere, ricordiamoci che abbiamo a disposizione altri strumenti come le opzioni o lo short, così come il ribilanciamento del portafoglio (semplice e adatto a pressoché chiunque).
Chiudiamo così questo approfondimento che speriamo possa aiutarti a prendere decisioni più consapevoli ed efficienti. Grazie per averci letto!
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