2 min read 29 Sep 2022

Il Web3 può spiccare il volo dal “layer 0” Google Cloud

Il capo del dipartimento Web3 di Google, Richard Widmann, si è dichiarato speranzoso per quanto riguarda un futuro decentralizzato e multichain, a partire dallo stesso “Cloud”

Il Web3 può spiccare il volo dal “layer 0” Google Cloud

Google e Web3

Per certi versi, Google potrebbe puntare a diventare un punto di riferimento anche nel Web3. O almeno, questa è l’idea che si è fatto Richard Widmann, intervistato recentemente su più testate online americane. Il gigante del Web2, infatti, potrebbe essere ideologicamente allineato con molti dei valori fondamentali delle criptovalute, inclusi lo sviluppo open source e la decentralizzazione.

Per questo, proprio in Google si sta lavorando per un “ponte gigante” tra blockchain e i servizi del Cloud, che potrebbero includere quelli di “nodo”, ovvero una componente costitutiva e fondamentale per il Web3.

I nodi di Google, in prospettiva, dovranno essere infatti anche sufficientemente decentralizzati a livello globale per poter essere resilienti a cose come interruzioni di Internet o disordini politici.

Il tema decentralizzazione

D’altra parte, sempre Google dovrà stare attenta a non compromettere o vanificare lo scopo della tecnologia decentralizzata, visto che le grandi aziende tecnologiche, come la stessa Google (appunto) o Amazon, potrebbero potenzialmente controllare la stragrande maggioranza dei nodi blockchain.

E questo, partendo dal presupposto che non tutto può o dovrebbe essere il più decentralizzato possibile.

“Se si provasse a costruire un data center con un gruppo di partecipanti a una DAO, sono sicuro che si potrebbe raccogliere il capitale, ma non so davvero se ci si potrebbe coordinare attorno a quel tipo di risorse, per poi costruirlo effettivamente”, ha dichiarato Widmann. “Ci sono alcune cose per cui un registro distribuito e resistente alla censura ha senso, e molte cose che non richiedono registri immutabili”.

Google Cloud, in questo senso, si vede in un futuro come “indipendente”, lasciando che i protocolli layer 1 si basino su di esso in competizione l’uno con l’altro.

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