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MicroStrategy: chi sono e cosa fanno

Di Gabriele Brambilla

Se ne sente sempre parlare, ma che cos'è MicroStrategy? Perché ha così tanti bitcoin nel portafoglio? Oggi lo scopriamo!

MicroStrategy: chi sono e cosa fanno

Introduzione a MicroStrategy

MicroStrategy e Michael J. Saylor sono due nomi caldi nell’ambiente crypto, soprattutto quando si parla di bitcoin. Da dove nasce questa connessione? Perché questa società è così legata a BTC?

Data l’importanza di MicroStrategy (e quella del relativo portafoglio), abbiamo voluto dedicarle un breve approfondimento.

Prima scopriremo qual è il core business dell’azienda, quando è nata e quali sono state le pietre miliari del suo percorso. Dopodiché ci sposteremo sul rapporto con bitcoin e sul perché non ha poca importanza.

Cominciamo dal principio: che cos’è MicroStrategy?

Se vuoi approfondire ulteriormente, ecco anche un contenuto video aggiornato al 2025!

Che cos'è MicroStrategy

MicroStrategy è una società americana, con sede in Virginia, che si occupa principalmente di business intelligence e servizi cloud per le imprese. Nello specifico, MicroStrategy è famosa per i suoi software di analisi dei dati che consentono agli utilizzatori di prendere decisioni aziendali, migliorare e velocizzare alcune aree e gestire più efficacemente i dati.

La fondazione avvenne nel 1989 per mano di tre personalità: Sanju Bansal, Thomas Spahr e Michael Saylor. Quest’ultimo è il nome più conosciuto in ambiente crypto, ma ci torneremo più avanti.

MicroStrategy ingranò da subito grazie al contratto di consulenza ottenuto dallo stesso Saylor. Il cliente? DuPont, l’arcinota multinazionale chimica che ha sviluppato materiali come Kevlar e Lycra. I 250.000$ ottenuti furono importanti per avviare l’attività di MicroStrategy nel modo migliore.

Tre anni dopo arrivò come cliente McDonald’s, portando con sé cifre decisamente pesanti: 10.000.000 di dollari. La crescita fu importante, tant’è che in meno di dieci anni dalla fondazione (nel 1998), MicroStrategy divenne una società pubblica, quotata presso il Nasdaq.

Tutto sembra brillante, ma ci furono dei momenti bui. Trattandosi di una startup informatica, seppur disponesse di un software validissimo come prodotto, MicroStrategy subì la Crisi Dot-com e bruciò enormi capitali.

Saylor e compagni furono comunque in grado di gestire la situazione e la società prosegui a strutturarsi. Puntualissima, di tanto in tanto MicroStrategy rilasciò il suo software sempre più aggiornato, preciso e ricco di contenuti e funzionalità moderne. Oggi, ad esempio, la versione più recente include delle funzionalità avanzate di intelligenza artificiale.

Michael Saylor rassegnò le dimissioni da CEO nell’agosto del 2022, ricoprendo poi la carica di Executive Chairman. Scelta dovuta, secondo le sue dichiarazioni, alla volontà di concentrarsi sulla strategia di investimento in bitcoin della società. Ma qui si apre un capitolo completamente diverso.

"MicroStrategy si occupa principalmente di business intelligence e servizi cloud per le imprese"

Il rapporto con bitcoin

Arriviamo al nocciolo della questione: cosa c’entra una società di business intelligence con bitcoin?

Michael Saylor è da sempre un grande appassionato di criptovalute e blockchain, con un particolare debole proprio per BTC.

MicroStrategy ha nel tempo investito a più riprese sulla nota coin proprio perché la figura aziendale di maggior spicco ha così tanta fede in questo asset. Le motivazioni di questa scelta si fondano sulla volontà di proteggere il tesoro societario da inflazione e incertezza economica.

Quanti bitcoin ha MicroStrategy? A gennaio 2025, MicroStrategy detiene circa 471.000 bitcoin. Si tratta del maggior possessore in assoluto a livello corporate.

Una quota simile di BTC rende MicroStrategy un’enorme whale. Però, salvo alcune vendite sporadiche, dobbiamo dire che la società ha sempre cercato di mantenere ed espandere le proprie partecipazioni in questo asset.

Questo perché quello che dovrebbe essere il core business della società, ossia la business intelligence, non produce i profitti desiderati. Anzi, MicroStrategy è spesso in perdita. Saylor ha quindi deciso di andare all-in su bitcoin con una strategia piuttosto semplice: prende in prestito fiat currency e acquista BTC; la crescita di prezzo della coin va a coprire anche gli interessi del prestito, chiaramente a patto che effettivamente si vada verso l’alto.

Il rapporto con bitcoin

Bond convertibili MicroStrategy

Scopriamo cosa sono i bond convertibili, il metodo consueto utilizzato dalla società per acquistare BTC.

Il bond convertibile è una corporate bond, quindi un’obbligazione, emessa da MicroStrategy e a tasso solitamente zero. Quest’ultima caratteristica, se non fosse per la clausola che vedremo a breve, renderebbe i bond MicroStrategy davvero poco appetibili.

Questa categoria di obbligazioni ha una particolare clausola, ossia quella di convertibilità. Alla scadenza, il creditore potrà:

  1. Riottenere il capitale fornito alla società (a meno che ci siano eventi drammatici come il fallimento);
  2. Oppure, se nel frattempo il prezzo delle azioni MicroStrategy è superiore a un parametro (conversion price) definito all’emissione del bond, si ottiene un pagamento in azioni (che tendenzialmente è molto vantaggioso se l’azione è cresciuta nel tempo).

 

Worst Case scenario

Finché bitcoin continuerà a salire, MicroStrategy non avrà alcun problema.

Le criticità potrebbero arrivare nel caso BTC dovesse avere una battuta d’arresto o andasse in stagnazione. La società deve quindi preparare la liquidità necessaria a finanziare tutti i debiti ed evitare il panico negli scenari bearish; in questo modo si potrà evitare di vendere BTC, azione che andrebbe a generare sfiducia e una spirale negativa difficile da arrestare.

L'impatto sulla criptovaluta

MicroStrategy non è l’ufficio sotto casa, ma una nota e apprezzata società con alle spalle oltre trent’anni di storia. Michael Saylor è un imprenditore affermato, che gode di rispetto negli ambienti istituzionali. Di conseguenza, quando due entità simili prendono una posizione così risoluta su un determinato asset, la cosa non viene assolutamente ignorata.

Così è stato anche per bitcoin, che grazie a Saylor e MicroStrategy ha guadagnato punti negli ambienti finanziari di primo piano. Non solo: più in generale, l’intero comparto crypto ha beneficiato di visibilità e spinto gli attori istituzionali a informarsi, comprenderne il funzionamento e individuarne potenzialità e debolezze.

L’impatto aziendale va però oltre i confini delle società e tocca anche le singole persone. Nel corso degli anni, MicroStrategy si è fatta portavoce delle criptovalute mediante svariate iniziative formative, anche organizzando eventi dedicati, webinar e producendo materiali sul tema.

Certamente: la società ha tutto da guadagnarci avendo una partecipazione così massiccia in BTC. Tuttavia, è anche da queste iniziative che passa l’adozione e, soprattutto, la consapevolezza di massa.

Uno degli obiettivi che Michael Saylor e MicroStrategy perseguono è quello di portare altre società e governi a investire in questa criptovaluta.

"Nel corso degli anni, MicroStrategy si è fatta portavoce delle criptovalute"

Come va bitcoin?

Concludiamo con il grafico di TradingView sull’andamento in tempo reale della coppia BTC/USD. In questo modo avrai una visione rapida su come si sta muovendo la nota coin e sulla profittabilità di MicroStrategy in base al suo prezzo medio di carico.



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